NERVOSA TURILLI’S CRYPTA OF FIRE A.D. – Shades of Sorrow
Persone maliziose e tendenziose come il sottoscritto, capaci di mettere in discussione Josh Homme e i suoi recenti capolavori del rock, affermeranno che Fernanda Lira non ha casualmente sollevato quello scandalo in estate, un attimo prima che uscisse il disco. E aggiungeranno che in assenza del suddetto vespaio quel titolo non sarebbe interessato a nessuno; così come il suo socialmente accettabile predecessore, una robetta che ha fatto il giro del mondo solamente per il riflesso mediatico dovuto alla separazione dalle Nervosa.
È palese che in estate Fernanda Lira abbia tentato una grottesca combo. Fare più pubblicità possibile a Shades of Sorrow – perché far parlare di te anche in senso negativo porta comunque pubblicità – e raccattare qualche generoso borderline, sociopatico, reietto con la volontà di arredarle casa coi soldi che mamma e papà avevano custodito nei materassi negli anni Sessanta. Fermo restando che con quei soldi ci puoi comprare una mensola oppure tornare in Europa a rivedere Beyoncé.
Comunque vada, il timone lo controlla la Napalm Records. Chi si lamentava dell’operato di Nuclear Blast, una specie di campionato arabo della musica metal, deve oggi fare i conti con realtà discografiche prive di scrupoli come Napalm Records. Che nell’era del woke e del Ghostbusters al femminile si sta davvero divertendo una cifra, e che sa benissimo di fregarsene in partenza dei contenuti del gargantuesco Shades of Sorrow.

Napalm Records sa di vendere prodotti fatti al cento per cento di estetica.
Può una band al femminile comporre un bel disco? Ma certo che sì. Il problema della Napalm e dei suoi gruppi al femminile è che nella stramaggioranza dei casi questi puzzano di bruciato al solo seguirli sui social. Un gruppo musicale è un manipolo di persone che si occupano di produrre musica o eseguirla dal vivo. Dovrai associare un gruppo musicale a una canzone o a un album affinché assuma un senso preciso.
Nè delle Nervosa né delle Crypta io ricordo niente di niente. Ricordo solo tante fotografie, tanti atteggiamenti in posa, tanta recita gimmick che mi riporta alla storia dell’heavy metal, perché da Alice Cooper ai Kiss al glam rock c’è sempre stata una poderosa recita, a tal punto che spesso è venuta prima delle stesse canzoni, e degli stessi album, di tante di codeste formazioni. Non mi metterò ora pietosamente a elencare i pezzi più genuini, celebri o storicamente importanti dei Ratt o di chiunque abbia avuto molto più successo di loro. Non lo farò perché non ho alcuna intenzione di sparare a zero su questi fenomeni da baraccone su cui Napalm Records, quella di Abigor e Summoning, ha incentrato il proprio presente e il proprio successo perché conscia di avere di fronte una platea di segaioli in isteria.
Non ce l’ho con Fernanda Lira: se ci ha provato, a fare quella puttanata colossale, è un po’ per colpa sua e un po’ per colpa del Mondo.
Non c’è niente in Shades of Sorrow per cui ricorderò il gruppo musicale Crypta per motivi strettamente attinenti alla musica. L’album è inferiore al precedente e vagamente godibile Echoes of the Soul. È una scopiazzatura, una mescolanza di più frangenti del metal estremo che non va da nessuna parte.
Potrei impegnarmi e parlare delle sue parti migliori: The Outsider per esempio, fra death metal e passaggi rallentati degni dei primissimi Darkthrone; oppure Stronghold, non l’antiparassitario, con un avvio death metal un po’ banale, alla Krisiun, che cede il passo a un piacevole death/black alla God Dethroned. Mi concedo pure un cooling break per soffermarmi sulla Bergamaschi e sulla Di Falchi, due ottime chitarriste, come confermato dall’eccellente assolo alla Greg Mackintosh.
C’è ben poco altro di buono, sarò sincero. Lullaby for the Forsaken ha la peggiore strofa di tutto il disco, Trial of Traitors ha in fronte l’etichetta heavy but melodic che ha massacrato gli ultimi venticinque anni di Arch Enemy. Male pure The Other Side of Anger e tante altre: non ne servivano tredici, di tracce. Ma selezionare le migliori sette non avrebbe ugualmente lasciato alcun segno nella storia della musica metal: questa è solo estetica, immagine, click sui social, e la Napalm Records non solo lo sa benissimo, ma non chiede di meglio.

Se poi Fernanda fai scalo a Peretola al prossimo giretto da Beyoncé te le regalo io un paio di chicche che ho in casa. Su tutte il seguente oggetto:
Quadro ritraente quei tre impediti dei miei cani con cornice in finto sughero.
Regalo dell’amica Francesca da Campi Bisenzio, che con l’occasione saluto, una pregevole immagine – bucolica, per un pezzo unico e d’artigianato! – che incanterà le amiche agli esclusivi party in casina, sdoganando di fatto la moda dei Cavalier King Charles Spaniel nel lontano Brasile e arricchendo i veterinari locali poiché in termine di salute sono delle ciofeche allucinanti. (Marco Belardi)


Non sei troppo crudele con le Crypta? Da batterista dovresti ammettere che Luana ha veramente polso e dita morbide, i riff delle chitarrista non mi sembrano niente male e per quanto riguarda Fernanda mette un bel basso gracchiante come piace a me, su come canta non so dare un giudizio anche se ho letto in un altra intervista che non sa usare il growl o lo usa male, boh. Detto questo che è completamente soggettivo voglio farti i complimenti perché, quando ti è possibile aggiungi sempre uno humor sagace che rende le recensioni molto buone
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Polso&DitaMorbide potrebbe essere il titolo del prossimo LP. Secondo me l’esercito dei medalz con problemi di vista ne farebbe il disco dell’anno
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Ahahahah! Gli onanisti ciechi con la bacchetta in mano – ma usata con polso e dita morbide – e il sottofondo di questa band di debosciate è un’immagine iconica
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Cioè, hai chiamato un aborto di cane Lemmy? Lesa maestà
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Sono sicuro che, da buon toscano, ha voluto attribuire al cane il nome dell’essere più importante.
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Ho dato i nomi a scaglioni, ogni nome un tema diverso: il bere, il cinema, la musica, poi per fortuna ci siamo fermati altrimenti chissà che dovevo inventarmi. Che ne so, qualcosa tipo NYARLATHOTEP
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Lemmy vale il bere o la musica..?
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Lemmy è colui che è.
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Wow, ci sono molte parole per dire “non riesco a far raggiungere l’orgasmo a una donna e sono arrabbiato con qualsiasi cosa abbia una vagina”.
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