Sono Chris Dovas e sono nei Testament per restare

È nota l’estromissione di Dave Lombardo dai Testament, dal momento che il celebre batterista, già Misfits, Dead Cross e Suicidal Tendencies, avrà messo sulla scrivania di Eric Peterson un post-it con la somma di quanto prende da turnista con le rispettive formazioni.

Vuoi che le molli per dedicarmi interamente ai Testament? Ottima idea, Eric, mi dai la stessa cifra che prendo con tutti loro, anzi, un 30% in più, dato che con tutti loro non ho particolari vincoli, e nel prossimo disco hai lo stesso batterista di The Gathering. Conti alla mano, Eric Peterson ha immediatamente virato su un venticinquenne del New Hampshire. Cerchiamo quindi di capire chi è questo Chris Dovas che, fresco di audizioni e d’ingresso in formazione, ha appena dichiarato: “I Am Here to Stay”.

Chris, adesso ti faccio la lista di coloro che se ne sono andati dal tuo attuale sgabello, o che, nella peggiore delle ipotesi, sono stati cacciati dal tuo attuale sgabello.

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L’unica espressione plausibile dopo un giretto su Metal Archives alla voce PAST MEMBERS

Louie Clemente, Paul Bostaph, John Tempesta, Jon Dette, Chris Kontos, Gene Hoglan, Dave Lombardo, Jon Allen, Nicholas Barker più, fra i semplici turnisti, Perry Strickland, Steve Jacobs, Shawn Gairdner, Asgeir Mickelson, Mark Hernandex, Alex Bent, Dirk Verbeuren. Ne conto sedici, diciassette con l’esuberante Dovas.

Sebbene l’anagrafe parli in suo favore, non avrei mai e poi mai inserito una figura al di sotto dei quaranta. L’effetto che mi fece Ripper Owens quando entrò nei Judas Priest fu quello di un dopo catechismo finito in tragedia per merito di un branco di preti che, per troppo tempo, avevano represso certe pulsioni. Figuriamoci questo pischello qua in mezzo ai Testament, con Chuck Billy che è addirittura un classe 1962. Insomma, se nei beveroni offerti ai party privati di Till Lindemann si ipotizza ci fosse qualcosa in più della Mentos buttata nel Coca Cola, nella birra che si sta bevendo Chris nell’immagine di copertina dell’articolo che può esserci?

Il giovine Chris è stato attivo con un sacco di gruppi in un lasso temporale che oserei definire brevissimo: Unflesh, forse la sua miglior interpretazione dietro alle pelli, FireWing, Omega Point, i pallosissimi Seven Spires. Niente conta più adesso, perché, se sei Here to Stay, quelle robucce non te le faranno vedere neanche col binocolo. Il video ufficialmente diffuso sulle sue audizioni lo ritrae alle prese con la celeberrima Do Not Resuscitate da The Gathering, un brano guarda caso eseguito da Dave Lombardo.

Tecnicamente non ha niente che non vada, anzi è molto preparato. Come mille altri batteristi in circolazione, direi. Mi viene da domandarmi che cosa abbia spinto uno schizzinoso come Eric Peterson a scegliere proprio lui. A livello di dinamiche e passaggi sui rulli non mi entusiasma per niente, anche se prova a personalizzare con qualche accento sul piccolo splash durante le rullate. A livello di cattiveria proprio non ci siamo, e vorrei poterlo costringere a giornate di osservazione forzata di Eloy Casagrande che distrugge batterie acustiche nel corso delle esercitazioni infrasettimanali. Ma torniamo per un attimo indietro al 1998.

Su YouTube gira un video a una qualità infima – giustamente, era il 1998 e coi cellulari non ci si riprendevano le tette in 4k per ricattare gli ex fidanzati – il cui oggetto è Fall of Sipledome durante il provino di Dave Lombardo alla sua prima volta con i Testament. All’epoca era il batterista dei Grip Inc.

Cercate quel video, guardatelo e capirete che genere di qualità deve avere il batterista di un gruppo thrash metal – e all’epoca Dave Lombardo aveva i cosiddetti anni di Cristo, non andava certo per i sessanta – o nella fattispecie di un gruppo del livello dei Testament. Non badate alla tecnica, alla precisione, a come quei passaggi sui rulli vi entrano in testa come dichiarazioni d’amore. Fate caso all’energia che sprigiona, alla passione che ci mette, e fate la comparazione con questo venticinquenne del New Hampshire da tirar su con più zabaione e meno didattica.

Chris Dovas quando picchia sul piatto china sembra una casalinga annoiata che rimette a posto un servito di piatti appena tolto dalla lavastoviglie ricevuta per i venticinque di matrimonio da quel becco di suo marito.

Bravo, bravissimo, ma mi ha già rotto i coglioni prima di cominciare. (Marco Belardi)

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