Perché i VEKTOR no e gli AS I LAY DYING sì?

Leggo che i Vektor sono stati prima annunciati come parte del cartellone del 70000 Tons Of Metal e poi scaricati poco dopo senza tante spiegazioni. Un copione già visto lo scorso settembre quando la Century Media mise sotto contratto la band e in un paio di giorni le diede il benservito in seguito a una sollevazione online legata alle accuse di violenza coniugale ai danni di David DiSanto, leader del gruppo thrash americano. Nel 2019 la ex moglie di DiSanto aveva accusato il musicista di una lunga serie di abusi e nefandezze legate alla sua eccessiva passione per la bottiglia. La signora aveva pubblicato anche un video di pochi secondi di una lite tra i due della quale, francamente, non si capiva granché. DiSanto rispose con un messaggio video, poi rimosso, nel quale si scusava senza replicare in modo diretto a nessuna delle accuse. Poco dopo il bassista e il batterista lo avrebbero piantato in asso, senza dilungarsi sui dettagli ma lasciando intendere che DiSanto qualche problemino in effetti lo avesse. Il cantante/chitarrista avrebbe poi pubblicato un altro messaggio video dopo la rottura del contratto con Century Media nel quale ammetteva di aver commesso errori e affermava di aver diritto a una seconda chance. Fin qui i fatti.

Ho letto un po’ di articoli in giro e ammetto di essere rimasto favorevolmente colpito dal fatto che nella sezione commenti non prevalessero le solite deprecabili caciare tra woke e antiwoke bensì opinioni piuttosto equilibrate. Molti utenti hanno ricordato che la vicenda non portò ad alcuna incriminazione formale ai danni di DiSanto. Ovviamente ciò non significa necessariamente che le accuse della consorte fossero tutte balle. È probabile, ad esempio, che fosse stato raggiunto un accordo extragiudiziale che avesse evitato lo svolgimento di un processo. Non lo sappiamo. Non sappiamo assolutamente nulla di come sia andata, conosciamo solo la versione delle due campane, una delle quali – quella di DiSanto – piuttosto reticente. Quando non ci sono elementi per formarsi un’opinione, l’unico atteggiamento maturo è non avere un’opinione. Poi è chiaro che, se si trascorre la vita sui social a litigare con sconosciuti, invece di impegnarsi in attività più costruttive per la propria salute spirituale, ci si sente in dovere di avere un’opinione a tutti i costi per partecipare alla rissa ma sono questioni sulle quali credo di essermi già espresso in passato.

Le considerazioni possibili sono molteplici. Prendersela con il 70000 Tons Of Metal di per sé non ha senso. Sono decisioni economiche. Se l’organizzazione del festival ha paventato un danno d’immagine che avrebbe avuto troppe ripercussioni negative, si tratta di una legittima valutazione imprenditoriale. Si potrebbe piuttosto discutere su quanto venga sopravvalutata la consistenza concreta delle parrocchiette incazzate su internet. Come per tutte le altre deformazioni legate alla bolla social, ci caschiamo tutti. L’importante è capire che si tratta di deformazioni. Non è vero che i social non siano la realtà, anzi, la influenzano in modo pesantissimo e ne sono un grosso pezzo. Però una bolla rimane una bolla. Se – a seconda della tifoseria – pensate che i giovani d’oggi siano per lo più genderfluid che vogliono farci mangiare bacherozzi o Himmler in erba che passano le giornate a confezionare meme sulla Shoah, avete un problema. Probabilmente il 70000 Tons of Metal sbaglia a pensare che i commentatori inalberati dal reclutamento dei Vektor abbiano una rappresentatività tale da scatenare un boicottaggio in grado di mandare il festival in malora. Altre manifestazioni li hanno chiamati e hanno ignorato eventuali rimostranze. La capacità di incidere delle succitate parrocchiette dipende anche dal peso che si dà loro. Nei mesi scorsi, per la testata per cui lavoro, ho scritto decine di pezzi sulla guerra in Ucraina e ho ricevuto centinaia di insulti online nei quali venivo bollato – più o meno nella stessa misura – ora come sostenitore di Putin, ora come sponsor di Zelensky (segno che, evidentemente, non me la stavo cavando male). Di questi commenti però mi parlavano, divertiti, amici e colleghi. Io non li leggevo mai.

orsini

Poi c’è la questione della sensibilità personale. Qua evito il solito stucchevole discorso sulla separazione tra opera e autore, sul fatto che molti artisti che amiamo fossero nella vita dei pezzi di merda et cetera. Perché questo è un discorso legato alla sensibilità e al vissuto personali. All’epoca, per esempio, rimasi abbastanza impressionato dalla faccenda del cantante dei Noir Désir che uccise la moglie a mazzate. Se quel gruppo, allora piuttosto in voga, mi fosse piaciuto, probabilmente non sarei più riuscito ad ascoltarlo perché la faccenda mi aveva suscitato una profonda ripugnanza. Questo problema con i vari Nodtveit e Bard Faust non lo ho mai avuto e c’entra fino a un certo punto che adori Dissection ed Emperor mentre dei Noir Désir non mi freghi nulla. È una contraddizione? Probabilmente sì. Ma le persone sono piene di contraddizioni insanabili e discutibilissime e nella storia abbiamo numerosi esempi delle conseguenze di volerle risolvere a forza. Allo stesso modo, se una donna è stata malmenata in passato dal partner e si sente in qualche modo toccata dalla faccenda di DiSanto, non è costruttivo farle notare che quest’ultimo è incensurato e che non sappiamo nulla di come sia andata. Sensibilità e vissuto personali, appunto. Proprio per questo le discussioni tese a identificare buoni e cattivi in modo netto sono demenziali. Faccio un altro esempio. Io continuo ad ascoltare tranquillamente Louder Than Hell nonostante l’odioso crimine di cui è stato riconosciuto colpevole Karl Logan. Però Karl Logan era uno che passava di lì, alla fine. Se avessero trovato materiale pedopornografico nel computer di Joey DeMaio, sarei riuscito a continuare ad ascoltare con serenità i Manowar, band che amo profondamente? Ecco, non lo so. L’unica cosa di cui sono sicuro è che non me la sarei presa con chi avesse deciso di continuare a farlo.

Un’altro discorso nel quale non mi addentro è quello sull’aumentata sensibilità nei confronti della violenza sulle donne (sempre premesso che DiSanto è incensurato e non sappiamo quanto ci sia di vero nelle accuse della ex moglie). Trovai abbastanza farsesco il caso Weinstein e trovo altrettanto bizzarre certe accuse di stupro giunte con decenni di ritardo, ma negare che il fenomeno #metoo abbia spinto molte donne ordinarie a denunciare abusi reali significherebbe mancare di onestà intellettuale. A me bastò farmi un profilo femminile fasullo su Facebook (mi serviva per una pagina che gestivo) per ricevere una serie di foto di membri maschili non richieste (sarei curioso di sapere perché, a quanto pare, venga ritenuta una tattica efficace). Tema troppo delicato e complesso da affrontare in questa sede, certo. È però un fatto che negli anni ’80, quando il ruolo della donna come pezzo di carne era abbastanza istituzionalizzato nel rock, un musicista ubriacone che picchiava la moglie (sì, lo so, non sappiamo se nel caso di DiSanto sia vero, lo ripeto per i più tardigradi) non avrebbe fatto particolare impressione, anzi, sarebbe stato un cliché. Gli anni ’80, però, sono finiti da un pezzo. E lottare contro il politicamente corretto non equivale a rimpiangere i bei tempi del delitto d’onore e del matrimonio riparatore. Quello di cui davvero non riesco a capacitarmi è che, alla luce della mutata sensibilità, se DiSanto viene trattato come un appestato, uno come Tim Lambesis degli As I Lay Dying, che si è fatto sei anni di galera per aver tentato di assoldare un sicario che uccidesse la moglie, abbia pubblicato un nuovo disco una volta scarcerato e giri per il mondo con la sua band forte di un contratto con la Nuclear Blast.

timlambesis

La scarcerazione di Tim Lambesis

Non si può manco parlare di doppio standard per due vicende analoghe, perché nel primo caso è tutto finito nel nulla, quantomeno dal punto di vista giudiziario, mentre nel secondo c’è stata una condanna. Allora perché DiSanto no e Lambesis sì? Perché ai tempi del caso Lambesis la febbre da polarizzazione era sì pervasiva ma non come oggi? Perché il tema della violenza di genere era meno di moda tra chi ci tiene tanto a far vedere di stare dalla parte giusta benché la causa in questione, in concreto, non gli interessi affatto (e magari sia il primo a mandare cazzi in chat pur aderendo di facciata a qualsiasi istanza femminista)? Perché gli As I Lay Dying erano pezzi grossi mentre i Vektor sono una formazione apprezzata ma tutto sommato underground? Perché lì c’era un video di sei secondi facile da diffondere, mentre nel caso di Lambesis c’era una montagna di documenti legali difficile da rendere virale? Non ho una risposta precisa ma sono curioso di conoscere le vostre. (Ciccio Russo)

18 commenti

  • Bell’articolo Ciccio, sono d’accordo con te su quasi tutto. Perché As I Lay Dying perdonati e Vektor demonizzati fino al parossismo?
    Semplice: la vicenda di Lambesis è vecchia di quasi dieci anni. Ci si dimentica degli eventi mediatici con la medesima rapidità presentista con cui si lancia merda senza sapere nulla. E poi dieci anni fa metalsucks non contava un cazzo.

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  • Intanto grazie per l’articolo, che ho veramente apprezzato. Serve tempo per una risposta.

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  • Bell’articolo. Penso se ne sentirebbe l’esigenza anche in altri ambiti e argomenti e in testate/siti più conosciuti (salvo poi capire se vengano compresi o meno).

    Ad ogni modo credo che la risposta, nello specifico, risieda in ciò che ha detto Fanta : il tempo cura ogni ferita. E fa dimenticare le nefandezze.
    Risposta politicamente corretta e facilona, ma alla fine penso che sia quello.

    L’analisi fatta è tecnicamente perfetta, ma si scontra con il problema, ormai diffuso ovunque, per cui una discussione non possa più essere sostenuta se non si prendono delle parti in maniera chiara e se non ci si scontra per forza.
    Lo scambio di opinioni pacato, fruttuoso, interessante, stimolante sta morendo, a favore della caciara, continua e perenne.
    Da cui però non esce nulla di costruttivo.

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    • Soprattutto la discussione non può essere sostenuta se non si prendono in maniera chiara le parti della maggioranza. Chi dissente dal buonismo ipocrita dei processi sommari è esso stesso un reietto da emarginare. Quando Dagon degli Inquisition ebbe i ben noti casini sul forum di metal archives partì immediatamente la shitstorm. Io partecipai semplicemente precisando che da un gruppo black metal non mi aspetto lezioni ecumeniche di vita proba e che avrei continuato senza problemi ad ascoltare e comprare i suoi dischi ed indossare le loro magliette. Risultato: fui bannato da forum su due piedi, dopo 17 anni di presenza assidua e continuativa anche se spesso silenziosa (neanche 300 post in tutto il periodo). Mai più iscritto, anche tra i metallari che se la tirano da cattivoni l’ipocrisia più lurida è diffusa come un virus letale.

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      • Non conosco nel dettaglio la questione degli Inquisition (tempo ed eventi me l’hanno fatta passare sopra), però è quello che sta succedendo qui.
        Il politically correct ha la meglio sulla ragione e questo ci farà sprofondare in un mare di mediocrità cosmica.
        Il punto vero è “come se ne esce?”, ma nn ho veramente elementi per poter approfondire la cosa.
        Sono parecchio spaventato dalle conseguenze (certe) di questo processo apparentemente irreversibile.

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  • Tanto per completare il discorso, il tizio degli As I Lay Dying se lo sono bevuto. Agli occhi dell’opinione pubblica (filo-repubblicana? Bigotta? Gente che pensa che Brubaker sia una roba che riguarda il tennis?) Tim si è rendento. Girano pure video fatti dalla band in stile “la riabilitazione der Patata”.
    https://www.longliverocknroll.it/as-i-lay-dying-la-storia-della-prigione-e-della-risurrezione-di-tim-lambesis/

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  • Si vede che la gente ha apprezzato che Lambesis si sia rivolto a professionisti del settore invece di un approccio approssimativo faidate.

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    • Sono un professionista del settore, per incidens. Ho spesso a che vedere con vicende molto simili ma non è questo il piano di analisi, né mio, né dell’articolo. La tua osservazione, nekro, ci può stare ma non credo sia così diffusa.
      Tra l’altro, non so quanto sia di pubblico dominio un dato interessante: le statistiche circa l’aberrante violenza sulle donne non sono affatto in aumento. Al contrario. Negli ultimi 50 anni sono diminuiti i casi (perlomeno quelli ufficiali). È cambiata la risonanza che se ne dà.

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  • Scusami Nekro, tardo io in questo caso.

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  • Che s’inculasse, quel pezzo di merda di Lambesis con le sue tette latticine

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  • Il problema principale di Lambesis è che il suo gruppo fa un po’ troppo cacare mentre i Vektor si ascoltano con piacere.
    Seriamente, per me il problema è tutto nella bufera che creano i social e tutta quella merda attorno a temi che psicanalisti e scienziati chiamerebbero “un cazzo di nulla” e “affari privati”: c’è un tizio che non ha ricevuto nemmeno un giorno di galera e la cui carriera viene distrutta da un video privato riguardante aspetti famigliari che non hanno nulla a che vedere con il lavoro di Di Santo e di cui non si capisce nulla. Si questa base inoppugnabile si inserisce un coro ululante di migliaia di vecchie isteriche (uomini e donne) che riempiono pagine di insulti, odio e sentenze precotte verso uno che nemmeno può difendersi dal mare di merda che lo travolge (stessa roba più o meno per black life matters, Asia Argento ecc ecc.).
    Domanda mia: ma se non volete vedere i Vektor non è più semplice sbattersene della loro presenza e guardarsi gli altri gruppi? Ma perché la gente usa il proprio tempo libero per tirar su polemiche sul nulla? Ma veramente esistono persone con così tanto tempo libero?

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  • Si usa spesso a proposito il termine cancel culture. Questo, secondo me, è uno dei casi in cui andrebbe usato.

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  • Concordo in generale con Ciccio, escluso ‘Louder than Hell’ che è loffio e ripetitivo. Certo, pensa se, attorno al solito Conan, anziché delle amazzoni poppute ci fossero stati dei/delle minorenni seminudi/e.

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  • Leggo l’articolo in ritardo… mi sono trovato in un dilemma simile di recente con Scott Kelly dei Neurosis: mi hanno cavato di impaccio i suoi compagni sbattendolo letteralmente fuori dal gruppo… Da fan mi ha ferito molto tutta la vicenda, da allora, pur essendo uno dei miei gruppi preferiti, non ho più ascoltato nulla né dei Neurosis né di Kelly solista è probabile che li riascolterò entrambi prima o poi… però il fatto che lo abbiano escluso e preso anche a male parole mi è sembrato il minimo.

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  • Mi colpì molto la risposta di Ishahn alla domanda se non gli creasse qualche problema reintegrare Faust nella band. Disse che avendo già scontato la pena, Faust aveva già pagato il suo debito verso la giustizia e verso la società, e pertanto essendo di nuovo un uomo libero poteva tornare a fare quello che aveva sempre fatto. Controverso ma lucidissimo, il buon Ishahn.

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  • Stanno cancellando i concerti dei Pantera in tutta Europa..Mi fanno schifo e da metal skunk mi sarei aspettato una posizione più forte verso questa follia cancellista.

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