AVULSED / PERFIDIOUS / BLOODTRUTH / LECTERN @Traffic, Roma, 12.10.2018

I LECTERN sono il gruppo di Fabio Bava, vecchia conoscenza di chi leggeva il Metal Shock cartaceo. Si sono formati nel ’99 ma, a causa di una sfilza sterminata di cambi di line-up, hanno trovato una stabilità solo di recente. Per recuperare il tempo perduto, hanno pubblicato tre full in quattro anni, l’ultimo dei quali, Deheadment for Betrayal, uscito lo scorso marzo per l’etichetta polacca Via Nocturna. Il loro è un death metal fortemente ispirato alla vecchia scuola floridiana, in primis Morbid Angel e Deicide, tributati stasera anche con una cover. Derivativi sì ma tutt’altro che monolitici, con riff e brani dalla struttura piuttosto intricata, sul palco un po’ asciugati negli arrangiamenti per la presenza di una formazione a tre, in luogo di quella a quattro da studio, che lascia venir fuori la componente più thrashettona. Un buon aperitivo per una serata all’insegna del marciume e dell’intransigenza.

La presenza di un membro in meno (manca uno dei chitarristi) toglie qualcosina anche all’esibizione, comunque devastante, dei BLOODTRUTH, autori di quell’Obedience che è per me uno dei migliori dischi brutal death usciti fuori dall’Italia nel corso degli ultimi cinque anni. Con un piede nel passato e uno nel presente del genere, tecnici ma mai in modo gratuito, i perugini tirano su una notevole  carneficina. Mi godo i brani del debutto (una menzione speciale per l’assassina Surrounded by Blind Bigots) e ascolto con curiosità quelli del nuovo Martyrium, che non ho ancora sentito con attenzione e ha visto l’arrivo di due facce nuove: Stefano Clementini alle sei corde e alla voce un Luis Maggio (visto di recente nei redividi Sudden Death) che non si risparmia manco per un secondo. Il materiale recente mi sembra ancora più articolato e un filo meno d’impatto ma dovrò approfondire. Tra le migliori performance della serata, seconda sola a quella degli headliner.

Bloodtruth

Si cambia decisamente atmosfera con la ricetta più basilare e a testa bassa dei PERFIDIOUS. Pur essendo tutt’altro che novellini (tra le loro fila militano diversi veterani dell’underground estremo lombardo), il quartetto ha esordito l’anno scorso con Malevolent Martyrdom, un trucido concentrato di quello che oggi chiameremmo slam, ovvero un death metal cruento e claustrofobico di ispirazione Devourment, tra lancinanti ripartenze, pig squealing, interiora spiaccicate contro il muro e altre piacevolezze. Ammetto di non essere un grande fan di questo genere di brutal ma i milanesi dal vivo hanno un bel tiro e a fine set mi ritrovo ad agitare il capo sotto il palco in attesa della portata principale.

Quando sul palco salgono gli AVULSED, un pezzo di storia del brutal death europeo, vedo che intorno a me ci sono poche decine di persone e la cosa un po’ mi fa girare le palle perché il leggendario Dave Rotten e i suoi compagni fanno davvero un concerto della madonna che avrebbe meritato molte più teste a rotolare davanti alla transenna. Si parte con la doppietta Stabwound Orgasm/Breaking Hymens ed è subito massacro. La scaletta ripercorre abbastanza fedelmente quella della recente raccolta del venticinquennale Deathgeneration, un sanguinolento greatest hits della carriera dei macellai iberici. Una randellata dietro l’altra, dalla primordiale Carnivoracity del glorioso 7″ del ’94 a Dead Flesh AwakenedHorrified by Repulsion, i due estratti dall’ultimo lp di inediti, quel Ritual Zombi risalente ormai al 2013 di cui gradiremmo un successore in tempi non biblici.

“Non siamo molti ma siamo abbastanza”, fa un sorridente Dave, mattatore assoluto che intrattiene il pubblico con lazzi e battutacce (sovente all’indirizzo di Laura Pausini, che pare sia il nostro principale export culturale nei paesi latini) e al termine di ogni brano dà il cinque ai ragazzi della prima fila, che a loro volta si producono in un improvvisato repertorio di bestemmie in spagnolo maccheronico (il premio della giuria va a un notevole CRISTO CHORIZO). Ironico anche l’omaggio ai gruppi di supporto, in particolare ai Bloodtruth dopo i quali il cantante afferma che gli Avulsed non possono certo definirsi brutal. “Noi siamo una via di mezzo, tra gli In Flames e i Bloodtruth“, scherza il frontman, che poi giura di riconoscere tra gli astanti un tizio identico al loro ex batterista Furni. In effetti dal vivo il lato melodico (per gli standard del genere, ovvio) dei madrileni emerge più nitido, anzi, gli Avulsed sono molto meglio sul palco che in studio, dove non sempre hanno suoni adeguati a rendere giustizia a quella vena thrash che dal vivo li rende così coinvolgenti. Ci concedono il bis con Exorcismo Vaginal (altro grande titolo) e li si vorrebbe a pestare là sopra almeno per un’altra ora. Insomma, chi non c’era si è perso qualcosa e, quanto all’affluenza, consentitemi il solito, inevitabile adagio: support your scene or you won’t have one, cabrones. (Ciccio Russo)

Scaletta:

Stabwound Orgasm
Breaking Hymens
Dead Flesh Awakened
Carnivoracity
Devourer of the Dead
Gorespattered Suicide
Horrified by Repulsion
Sick Sick Sex
Daddy Stew
Blessed by Gore
Burnt but not Carbonized
Exorcismo Vaginal

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