TURNED INSIDE OUT: la biografia ufficiale degli OBITUARY
Quando nel 1989 uscì Slowly We Rot il metal estremo era già una realtà. Ma nessuno suonava come gli Obituary. E nessuno aveva la voce disumana di John Tardy.
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Quando nel 1989 uscì Slowly We Rot il metal estremo era già una realtà. Ma nessuno suonava come gli Obituary. E nessuno aveva la voce disumana di John Tardy.
Continua a leggereLa lista degli album papabili per l’avere vent’anni di questo mese era lunghissima, naturale che me ne scordassi qualcuno. La rileggo e noto i Six Feet Under, porca puttana che fatica scrivere qualcosa sui Six Feet Under. Apro due cose: una Pepsi e Spotify, ridiamo quest’ascolto a Maximum Violence, tanto sono quasi vent’anni che non ci ritorno sopra. Il tempo
Continua a leggereOBITUARY – Dead Trainspotting: ALL THE WAY FROM TAMPA, FLORIDA… OBITUARY! Comincia così il canto del cigno degli Obituary, quelli veri, che dopo il capolavoro Back From the Dead entrarono in uno stallo che sboccò poi nel tristissimo scioglimento. Prima dei saluti finali fecero però in tempo a far uscire questo live, registrato a Boston l’anno prima, che li immortala
Continua a leggereInnanzitutto benvenuti alla trentesima portata di quella che è la rubrica più amata dai macellai clandestini con il grembiule degli Archgoat sporco di sangue. Direi di non perderci in chiacchiere e passare subito al sodo, ché le portate saranno anche poche ma cazzo se sono intense. IMMOLATION – Atonement: Con tutto che a me Kingdom Of Conspiracy è piaciuto non poco,
Continua a leggereQuinto e ultimo lavoro degli Obituary prima dello scioglimento, per chi scrive Back From The Dead è anche il loro migliore. Sarà forse per motivi affettivi, dato che l’ho comprato la settimana dopo l’uscita nei negozi, ma negli ultimi vent’anni penso di essere arrivato quasi a consumarlo: Back From The Dead fa parte di quel ristrettissimo insieme di dischi che
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