Un Sabbath italiano, la playlist

E niente, pensavamo fosse una buona idea lasciarvi con un riassunto, o una specie di indice. meglio, una playlist, dei brani, dei tasselli del mosaico de Un Sabbath italiano. Che immagine è venuta fuori componendo il mosaico? Non lo so mica… Però, al netto di qualche cazzeggio e sopratutto di tante, parecchie divagazioni, di musica ne abbiamo raccolta tanta. E ce l’abbiamo fatta a mettere insieme una lista di pezzi che no, nemmeno messi assieme fanno un album dei Grandi Antichi di Birmingham. Ne viene insieme però una specie di Arlecchino (un demone sarebbe l’origine tra l’altro del personaggio della bergamasca). Musicisti diversi, provenienze disparate, stili eterogenei. Ma qualcosa di oscuro l’abbiamo trovato un po’ in tutti. Di più forse non si poteva. Oppure sì, e in fondo vi lasciamo con una sfilza di tracce bonus, per chi ha avesse voglia di approfondire qualche altra pista… Signori, ecco la playlist.

Vol. 1: Il nero sabba

Il brano: Canto delle streghe e del Demonio de Ultima Spiaggia (tratto dall’album Ultima Spiaggia (Disco dell’Angoscia, Ultima Spiaggia, 1975)

Vol. 2: La donna malvagia

Il brano: Io, la strega dei Circus 2000 (tratto dal singolo Io, la strega/Pioggia sottile, Ri-Fi, 1970)

Vol. 3: Il mago

Il brano: Il giardino del mago del Banco del Mutuo Soccorso (tratto dall’album Banco del Mutuo Soccorso, Dischi Ricordi, 1972)

Vol. 4: Sotto al sole

Il brano: Nuvola che copri il sole de I Teoremi (tratto dall’album I Teoremi, Polaris, 1972)

Vol. 5: Insalata di ratti

Il brano: Topi o uomini, dei Flea (tratto dall’album Topi o uomini, Fonit Cetra, 1972)

Vol. 6: Il ballo di San Vito

Il brano: Celebration medley, della Premiata Forneria Marconi (tratto dall’album Live in USA, Numero Uno, 1974

Intervallo

Il brano: Chanson balladée, di Antonino Riccardi Luciani (tratto dall’album Dal Medioevo al Rinascimento, RCA Original Cast, 1975)

Vol. 7: Oltre l’Eternità

Il brano: Invocazione, di Lydia e gli Hellua Xenium (tratto dal singolo Guai a voi!/Invocazione, Rusty Records, 1973)

Vol. 8: Paradiso e inferno

Il brano: Destinazione Infinito, degli Scorpyo (tratto dal singolo Destinazione Infinito/Visioni, Radio Records, 1977)

Vol. 9: L’uomo di ferro

Il brano: Al di là del Bene e del Male, del Museo Rosenbach (tratto dall’album Zarathustra, Dischi Ricordi, 1973)

Vol. 10: Cambiamenti

Il brano: Uomini e illusioni, dei Procession (tratto dall’album Frontiera, Help!, 1972)

Vol. 11: Paranoico

Il brano: L’artista sadico, di Fabio Celi e gli Infermieri (tratto dall’album Follia, Studio 7, 1973)

Vol. 12: Pianeta carovana

Il brano: La Convenzione, di Franco Battiato (versione promo del singolo La Convenzione/Paranoia, Bla Bla, 1972)

Vol. 13: Porci guerrafondai

Il brano: C’è troppa guerra, dei New Trolls (tratto dall’album UT, Fonit Cetra, 1972)

Epilogo

Il brano: Epilogo, del Balletto di Bronzo (tratto dall’album Ys, Polydor, 1972)

E INFINE LE TRACCE BONUS

Frequenze rumorose e potenti:

  • Innocenza, Esperienza, di Nico, Gianni, Frank, Maurizio (Ibis), tratta dall’album Canti d’Innocenza, canti d’Esperienza, Fonit Cetra, 1973. Ovvero: proto-metal epico e zeppeliniano alla ligure;
  • Divine Mountain/Journey of Life (Part 3 – The valley of mists), degli Ibis, tratta dall’album Sun Supreme, Polydor, 1974. Ovvero: cosa succede quando i musicisti pop-rock più popolari del Paese si consacrano all’hard-prog più incompromissorio;
  • Sad story, dei Crystals, tratto dall’album Crystals, Mellow Records, 1992 (registrata nel 1974). Ovvero: breve storia triste, quella del supergruppo hard italiano scioltosi ben prima di pubblicare un disco;
  • Confessione, del Biglietto per l’Inferno, tratta dall’album Biglietto per l’Inferno, Trident, 1974. Ovvero: per molti, i Black Sabbath italiani, o comunque una delle forme hard più selvagge del Belpaese;
  • La Creazione, del Rovescio della Medaglia, tratta dall’album La Bibbia, RCA, 1971. Ovvero: anche la Bibbia ha la sua dose di oscurità e scariche elettriche;
  • Space Dilemma, dei Forum Livii, tratta dal singolo Space Dilemma/Homesick, Mimo, 1972. Ovvero: l’unica traccia di un complesso romagnolo che poteva forse competere nell’agone hard internazionale;
  • Come vorrei essere uguale a te, dei Jumbo, tratta dall’album Vietato ai minori di 18 anni?, Philips, 1973. Ovvero: quando gli strumento a fiato sono più cupi delle chitarre e c’è pure un campanellino beffardo;
  • Sinfonia per un Re, dei J.E.T., tratta dall’album Fede Speranza Carità, Durium, 1972. Ovvero: anche i più devoti avevano il loro hard;
  • Caronte I, dei The Trip, tratta dall’album Caronte, RCA, 1971. Ovvero: l’inizio, forse, della musica hard italica, direttamente dalle sponde dello Stige;
  • Corale, dei Capsicum Red, tratta dall’album Appunti per un’idea fissa, Bla Bla, 1972. Ovvero: l’hard dove non ve lo aspettate, tra le tracce colte del complesso del futuro bassista dei Pooh;
  • Animale senza respiro, degli Osanna, tratta dall’album Palepoli, Fonit Cetra, 1973. Ovvero: scosse elettriche su Napoli, sulle sue danze, sulla sua storia, sui suoi misteri.

Arcane atmosfere misteriose:

  • 1999 Mundi Finis, degli Invisible Force, tratta dal singolo Morti Vident/1999 Mundi Finis, UniFunk, 1971. Ovvero: una delle prime manifestazioni del medium Antonio Bartoccetti e forse la migliore, tanto che la riciclerà spesso e volentieri;
  • Suspiria, dei Goblin, tratta dalla colonna sonora dall’album Suspiria (Musiche Dalla Colonna Sonora Originale Del Film), Cinevox Records, 1977. Ovvero: l’abisso dell’orrore piu profondo;
  • III tempo, del Campo di Marte, tratta dall’album Campo di Marte, United Artists Records, 1973. Ovvero: dramma e atmosfera, un’aria di morte asfissiante;
  • Invasore, dei Pierrot Lunaire, tratta dall’album Pierrot Lunaire, It, 1974. Ovvero: il fantasma di un’intera armata di cavalieri, morti a seguito di un’ultima carica disperata;
  • Danza degli Spettri, di Avos, tratta dal singolo Morte di una mondana/Danza degli spettri, City Records, 1974. Ovvero: lo strano e misterioso rito divinatorio di un piccolo musicista di liscio piacentino;
  • Viecchie, Mugliere, Muorte E Criaturi, dei Napoli Centrale, tratta dall’album Napoli Centrale, Ricordi, 1975. Ovvero: le campagne e i paesini dell’entroterra, cimiteri abbandonati e senza speranza;
  • Lucifero (Politicanti), dei Metamorfosi, tratta dall’album Inferno, Vedette Records, 1973. Ovvero: per lo meno, all’Inferno, chi se lommerita viene ripagato con la stessa moneta;
  • Paradiso di Robots, dei Paradiso di Robots, tratta dal singolo Paradiso di Robots/Non si torna indietro, City Records, 1972. Ovvero: strana e misteriosa testimonianza esoterica che non ebbe seguito;

Follia, esoterismo, visioni o semplici stranezze:

  • Cosa mi succederà?, de Le Streghe, tratta dall’album L’Iniziazione, Spaghetti Records, 1978. Ovvero: non è Dio, ma Satana il Dj.
  • Non sono matto (o la capra Elisabetta), di Lucio Dalla, tratta dall’album Terre di Gabola, RCA, 1970. Ovvero: il signor Dalla, uno che matto forse lo era davvero;
  • Ho un grande vuoto nella testa, di Juri Camisasca, tratta dall’album La finestra dentro, Bla Bla, 1974. Ovvero: disperazione intima, Topi nel cervello e altre devastanti verità;
  • Talismano nero, di Gianni Mocchetti, tratta dall’album Andare, Ricordi, 1978. Ovvero: cupo esoterismo sul palco del Festival dei fiori;
  • Concerto delle menti, dei Pholas Dactylus, Magma, 1973. Ovvero: un insostenibile flusso di (in)coscienza apocalittica.

Bene, il Sabbath italiano è davvero finito, niente più sorprese. Magari ci rivediamo presto per qualche altro speciale o viaggio. Chissà. (Lorenzo Centini)

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Roma, Italia 1973

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