I POWERWOLF continuano a trascinarsi avanti con l’ultimo Wake up the Wicked
Qualche settimana fa è uscito il nuovo dei Powerwolf e io, giuro, l’ho ascoltato subito. Ora sembra strano da dire, ma anni fa ero incredibilmente in fissa con la band dei fratelli Greywolf e nutrivo pure discrete aspettative su di loro, in ottica futura. Il motivo per cui la recensione di questo Wake up the Wicked esce così tardi è che non sapevo cosa scrivere. E non lo so tuttora. Non mi resta che affidarmi al flusso di coscienza, tenendo conto che ho già scritto articoli molto entusiastici sui loro dischi belli e altri articoli molto scoraggiati sugli album più recenti, quando già avevano iniziato a tirare la corda.
Il problema vero è che i Powerwolf ormai si ripetono allo stremo, senza alcuna vergogna. Sono riusciti ad arrivare abbastanza indenni fino a questo punto perché la loro era un’idea originale e ben costruita, con un gran cantante, un’immagine accattivante, l’organo da chiesa eccetera, ma alla fine serve anche qualche idea. Puoi metterci i pirati, le modelle seminude nei video, le collaborazioni con la gente giusta, ma, se finisci per riciclare puntualmente le stesse melodie e le stesse soluzioni, poi la pazienza finisce. L’avevo già detto per il precedente Call of the Wild: il problema non è avere sempre lo stesso stile, ma fare sempre la stessa canzone. O le stesse tre-quattro, che è lo stesso. Quando ho saputo che stava per uscire un nuovo Powerwolf mi sono immaginato esattamente come dovesse suonare. Poi, una volta messo su Wake up the Wicked, avrei potuto canticchiare ciascun pezzo semplicemente ascoltandone i primi dieci secondi. La cosa ha smesso di essere divertente e non ha neanche senso dire che almeno va bene come sottofondo, perché a ‘sto punto in sottofondo mi riascolto Blessed & Possessed o Preachers of the Night, che spaccavano sul serio.
Potrei parlare di qualche singola canzone, ma non saprei quale scegliere perché mostrano tutte un encefalogramma abbastanza piatto. Non nel senso che sono brutte, mi ripeto, ma perché sono identiche ad altre passate, o nella loro interezza o quantomeno come collage di parti prese un po’ qua e un po’ là. Anche i singoli, in questo senso, paiono presi a caso, tanto i pezzi sono equivalenti. Ne sono stati tratti tre: 1589 (il cui ritornello ripete il titolo esattamente nel modo in cui chiunque abbia mai sentito i Powerwolf può immaginare), We don’t Wanna be no Saints (con le ormai usuali suore svestite nel video) e Sinners of the Seven Seas, che parla, pensate un po’? di pirati. Ora del resto vanno di moda i pirati, come un quarto di secolo fa andavano di moda i vampiri, o come qualche anno fa andavano di moda i vichinghi (quest’ultima tendenza a dire il vero rimane ancora abbastanza presente, ma il picco è stato contemporaneo alla messa in onda di varie serie tv sull’argomento). Chissà, magari fra qualche anno inizieranno a parlare tutti di lanzichenecchi, mostri della palude o bidelli assassini, si accettano scommesse. Di sicuro però, di qualsiasi assurdità si tratterà, la Napalm Records riuscirà a spremerla senza alcun pudore. Questo è. Non so quanta parte abbia la suddetta etichetta nella trista china presa dai Powerwolf, ma di sicuro rimanendo sotto contratto con loro non ci sarà mai alcuna speranza di miglioramento. Eppure giuro che a un certo punto ci avevo creduto davvero. (barg)



“il problema non è avere sempre lo stesso stile, ma fare sempre la stessa canzone“
come gli AC/DC per esempio.
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Puttanate. Se secondo te Hells Bells è uguale a Riff Raff, o Shoot to Thrill è uguale a Night Prowler, mi sa che sei sordo.
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Non cominciamo ad offendere per cortesia.
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anche i Motorhead avevano lo stesso stile ma almeno ad ogni album c’era un qualche elemento di novità. Il chitarrista, la formazione a tre, la cover, il pezzo acustico, robe strane alla 1916…l’80% della musica erano i Motorhead, il restante 20% era votato a buttare dentro qualcosa di diverso ma coerente. Questi sono dei cosplayers, l’attitudine poi é prettamente germanica, per cui seriali fino alla morte.
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Due palle tante.
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Che gruppo di merda, ma chi ascolta roba del genere può anche ascoltare i trapper.
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