I Metallica all’Ippodromo di Milano, o di quando Lars Ulrich imparò a suonare

“È facile: chiunque vedi con la maglietta dei Metallica è un coglione”. Si esprime in modo abbastanza tranchant Rosario, vecchia conoscenza trovata quasi per caso prima del concerto, mentre io e Ciccio ci facevamo un paio di giri di birrette in un bar vicino all’Ippodromo. Si parlava del pubblico dei Metallica, delle similitudini tra quest’ultimo e quello di Ligabue e dell’eterno straniamento nel condividere una platea con soggetti per i quali, tendenzialmente, la rotazione abituale di Virgin Radio rappresenta l’essenza del rock trasgressivo, oltre alla quale non c’è necessità di esplorare. Ma ci siamo anche noi al concerto, dicevo a Rosario, così come ci sono anche altri come noi che con i primi Metallica ci sono cresciuti e da lì sono poi finiti nella tana del bianconiglio, eppure mai dimenticandosi quegli immortali album. E quindi come si può riconoscere quelli come noi in mezzo a quella folla? “Dimmi se conosci un metallaro con la maglia dei Metallica”, mi risponde. Beh, io ho una maglietta dei Metallica, ad esempio. “Ma certo. Però oggi non l’hai messa. E se vai a un concerto al Legend, o al Traffic, mica vedi magliette dei Metallica. Dimmi l’ultima volta che hai visto una maglietta dei Metallica a un concerto nostro”. Non so come rispondere. Soprattutto perché il riferimento ai concerti nostri, senza alcuna ragione di essere spiegato, traccia una definitiva linea di demarcazione tra noi e loro. Mi sorride. “Lo vedi? Lasciamo un margine di dubbio, in caso. Ma al 99% chiunque oggi ha la maglia dei Metallica è un normalone con la discografia di Ligabue in casa”.

Che poi, povero Ligabue. È diventato un meme, il riferimento verso il basso sia musicale che soprattutto per il pubblico che ha, una specie di Nickelback coi tortellini e la mortadella. Ma io non ce l’ho con Ligabue, mi sta pure simpatico, e poi i primi dischi non mi pareva fossero così male. Certo, fa vomitare i cani morti da secoli, ma probabilmente un Lulu non l’ha scritto neanche lui. Comunque il pubblico di oggi mi affascina, continuo a guardarmi intorno fin dal viaggio in metropolitana. Come puntualmente in ognuno di questi concerti oceanici la gran parte dell’udienza è composta da gente con cui non riusciresti a parlare di musica neanche per cinque minuti. Anche perché, di solito, i dischi che piacciono a loro all’interno della discografia di una band non sono gli stessi che piacciono a te. Gente per cui un concerto di questo genere è un evento epocale, imperdibile, di cui vantarsi con amici e parenti, al punto che qualcuno indossa magliette personalizzate con la data di oggi e i nomi degli amici della compagnia che è venuta in trasferta. Tipo un addio al nubilato. Al tavolino di fronte al nostro, al bar, c’è anche una tipa con la maglia di Gigi D’Alessio. Potrebbe essere una che abita da quelle parti e non c’entra nulla col concerto, potrebbe essere una con un pessimo senso dell’umorismo, ma potrebbe tranquillamente rientrare nella platea di fan dei Metallica. Non è una battuta o una provocazione, il dubbio me lo sono sinceramente posto e non sono riuscito a darmi una risposta. Vedo di tutto: palestrati zarri con i tatuaggi motivazionali sui bicipiti gonfi, signori azzimati con la maglia dei Pink Floyd (questo sì, un marchio della bestia senza tema di smentita), tizi normalissimi che per l’occasione si sono fatti mettere l’eyeliner dalla moglie e hanno l’espressione dura e massiccia come il riff di Sad but True, altri con un qualche giacchetto di pelle ripescato dal fondo dell’armadio che se si presentassero in un qualche concerto nostro sarebbero scambiati per poliziotti in borghese o nella migliore delle ipotesi per qualche sbiellato in crisi di mezza età che cerca disperatamente di fare il giovane, tipo Steve Buscemi in quel film.

Comunque non ve l’ho detto: ero con Ciccio. E qui arriva anche una necessaria e fondamentale specifica: nessuno di noi due ha pagato il biglietto. Altrimenti, amici e fratelli del purissimo acciaio inox cromato col sangue dei nemici del vero metal, COL CAZZO che spendevo soldi per andare in un posto del genere. Non per i Metallica in sé, per carità, ché risentire One non stanca mai, ma perché – come peraltro avevo specificato nel report dell’altro concerto all’Ippodromo, occasione in cui giurai a me stesso di non spendere mai più soldi per concertoni oceanici simili – queste sono situazioni in cui sei ridotto a vedere il concerto dal megaschermo, a sentire poco e male, a fare mezz’ora di fila per il bagno, a sprofondare nel fango e nella merda e spendi pure l’iradiddio. Praticamente il sogno bagnato di ogni masochista. Oggi c’è una folla immane di gente, dicono settantacinquemila ma a me paiono dieci miliardi, il posto è gigantesco e le distanze sono quasi tipo quelle del Wacken. Il biglietto vulgaris costa 90 euro (qualche centinaio di metri dal palco, a meno di non essere uno di quei soggetti da circo equestre che si piantano con le tende davanti al cancello la sera prima così da potersi godere al meglio i Metallica del 2024 nel tour dell’ottimo massimo 72 Seasons da soli cento-centocinquanta metri) e quello più borghese dove stiamo noi costa se non ho capito male 140 (e c’erano comunque almeno diecimila persone, e non abbiamo visto un cazzo uguale).

LET’S GO BRANDON

Purtroppo ci perdiamo i Five Finger Death Punch, che non ho mai visto e vorrei tanto vedere. Certo, in eventi del genere il concetto di vedere è estremamente relativo, ma magari che so, suonano American Capitalist con fuochi d’artificio, lanciagranate e bombe a mano, mentre Zoltan Bathory spara con un mitra a una sagoma di Joe Biden. O almeno, ho sempre immaginato che i loro concerti siano così. Purtroppo però, dicevo, sbagliamo entrata e siamo costretti a percorrere tutti i 25 chilometri delle mura dell’Ippodromo, e quando riusciamo a entrare ci mettiamo un altro quarto d’ora solo per arrivare vicino al palco (vicino è un termine molto inappropriato, ma ci siamo capiti). Quindi niente FFDP. Andiamo a prendere le birre e per pagare ci sono i token, il cui inventore ha un posto molto speciale all’inferno. Incontriamo anche il possente Pizzarovski, il legend killer della Bassa Padana, oggi accompagnato dalla gentile signora. Lui ad esempio è un’eccezione alla regola, perché è sì un grandissimo fan dei Metallica che in passato è stato capace di uccidere a mani nude uomini che avevano osato muovere critiche contro il furente headbanging di Jason Newsted, ma è anche un metallaro, uno di noi, perfettamente in grado di leggere un pezzo di Griffar senza sentire l’urgenza di chiamare un esorcista o quantomeno la polizia. Quindi diciamo che per lui i Metallica sono un po’ come la coperta di Linus, con una punta di perversione personale; e tutti noi abbiamo qualche perversione personale. Ce n’è altra di gente come il Pizza qui, ne sono sicuro, anche se in linea di massima il cinico teorema di Rosario trova sempre un fondamento: perversione personale o meno, neanche lui ha la maglietta dei Metallica.

Vabbè insomma a una certa salgono sul palco e attaccano con Creeping Death. Il fomento è smorzato dai volumi bassissimi. Io chiacchiero amabilmente coi miei sodali senza alzare troppo la voce, e sto pure vicino agli amplificatori (il termine vicino etc etc). Il problema del volume basso comunque è ormai dilagante e bisognerà affrontare seriamente pure quell’argomento, un giorno. Io sto a lato del palco, loro li intravedo all’orizzonte, diciamo che me li immagino, aiutato dal fatto che sono quattro tipi fisici completamente diversi. L’imperativo categorico è non guardare assolutamente i megaschermi, perché andare a un concerto e guardare gli schermi è un’aberrazione che non ha senso da qualunque parte la si guardi. Comunque dopo fanno For Whom the Bell Tolls, seguita addirittura da Holier than Thou, che non sentivo da secoli, seguita dalla purtroppo ineluttabile Enter Sandman e da un paio di pezzi dall’ultimo disco, quello del miracolo. La cosa mi fa pensare male, perché anche l’altra volta iniziarono con un paio di pezzi belli e poi svaccarono completamente facendo quasi solo pezzi dal 1991 in poi. Invece parte Welcome Home (Sanitarium) e l’emozione è concreta. Non si sente un cazzo, non si vede un cazzo però, oh, Sanitarium mi emoziona pure se la sento alla radiolina della macchina affianco al semaforo. A quel punto la scaletta cambia e diventa addirittura molto prossima alla migliore realisticamente possibile: alla fine faranno sette pezzi belli (cioè anni Ottanta), 4 dal black album e 4 dall’ultimo. Niente Load, Reload, Straload, quello che fa SDENG, quello che esiste e non ci puoi fare un cazzo o quegli altri due del ritorno al thrash. Facendo i calcoli vorrà dire che suoneranno poco, o comunque meno dell’altra volta, ma benissimo così, non avrei onestamente potuto sperare di meglio. Certo i pezzi dall’ultimo non si può dire neanche facciano schifo, ma ti danno soddisfazione più o meno come un bicchiere di acqua naturale a temperatura ambiente a mezzogiorno a luglio, e a sto punto era meglio qualcosa da Load, ma pure da Garage Inc., però, come si dice, il meglio è nemico del bene.

Il che ci porta a un altro punto fondamentale: hanno suonato bene. Intendo letteralmente: sono sembrati un gruppo musicale normodotato in grado di riprodurre i propri pezzi senza psicodrammi. Le altre due volte che li ho visti mi era salito il nervoso, specialmente per Kirk Hammett, che non ne ha azzeccata mezza. Poi sì, certo, Ulrich fa storia a sé, e lo dai per scontato che ti verrà voglia di fare saltare in aria lui e tutta la batteria con il lanciagranate dei Five Finger Death Punch. Invece stasera hanno suonato bene. Hammett ha fatto il suo mestiere senza troppe ansie, e persino Ulrich ha suonato diciamo più che decentemente, considerati i suoi standard. Anche Pizzarovski non li ha mai sentiti suonare così bene, e per lui questa è la sesta volta. Due prove del fuoco: One e Orion, entrambe rese dignitosamente, specie la prima, con Lars che affronta bene le parti veloci in doppio pedale. Giusto per onorare il contraddittorio devo riportare il pensiero di mia moglie, che dopo il mio racconto ha risposto, perentoria: “Non è possibile. È impossibile che Lars Ulrich abbia imparato a suonare”, insinuando registrazioni, intelligenze artificiali, Dave Lombardo travestito da Lars Ulrich e cose del genere. Io riporto senza prendere posizione sull’argomento: come si diceva una volta, RT ≠ endorsement.

Comunque dai, alla fine siamo tutti soddisfatti. Certo, il tipo di situazione non è ottimale, come detto, ma l’esibizione in sé non sarebbe potuta essere meglio di così. Per tornare al discorso delle magliette, credo che ogni dieci magliette “dei gruppi” nove fossero dei Metallica, e chissà che ne pensa Rosario della faccenda. Il degno commiato è quando io e Ciccio andiamo a prendere l’ultima birra e passiamo in mezzo a due tizi, uno con la maglia di Vasco Rossi e uno con la maglia del Jova Beach Party, a guardia del bar tipo gli Argonath a guardia di Gondor.

Immaginate uno con la maglia di Vasco Rossi e l’altro con UNA CAZZO DI MAGLIA DEL JOVA BEACH PARTY

Mentre guadagniamo l’uscita riusciamo finalmente a incontrarci con Enrico, perso da qualche nell’ippodromo ma irrintracciabile perché, essendo in settantacinquemila come allo stadio, i telefoni non prendono. Virili strette di mano e italiche pacche sulle spalle col nostro barbuto pugilatore e ci muoviamo verso la metro, che ovviamente non siamo riusciti a prendere perché ci sono settantacinquemila altri stronzi che vogliono prendere la metro. Ciccio ci saluta perché invece di fermarsi a dormire a Milano ha preferito imbarcarsi su una corriera della speranza, stipata molto probabilmente da ascoltatori di Virgin Radio con la maglia dei Metallica e i capelli ingellati che ascolteranno Enter Sandman a cannone sul cellulare tutta la notte fino a Roma. Io ed Enrico ci allontaniamo il più possibile dalla gente e iniziamo a cercare taxi. Ne fermiamo uno contemporaneamente a due olandesi, che per una botta di fortuna statisticamente quasi impossibile devono andare esattamente dove dovevamo andare noi. Durante il tragitto ci dicono che sono venuti a Milano perché lì in Olanda suonano all’Amsterdam Arena e l’acustica è ributtante. Saranno stati sui cinquant’anni, li avevano già visti una quindicina di volte e anche per loro questa è stata la migliore o giù di lì. Chissà. (barg)

47 commenti

  • Avatar di Bacc0

    mah, da quello che avevo letto in giro pareva di capire che avessero suonato veramente di merda e invece meglio così. L’anno scorso sono stato a vedere (si fa per dire) i Maiden nella stessa orribile location e oltre ai token, all’oceano di stronzi e al caldo demenziale, eravamo letteralmente sommersi da un nugolo di zanzare affamate che ci hanno letteralmente spolpato. Una merda che ho sopportato stoicamente giusto perché avevo piacere a portare mia nipote a vedere (sempre si fa per dire) gli Iron Maiden. I Metallica un sacrificio del genere non se lo meritano

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  • Avatar di nxero

    Capisco subirsi tutto questo ma solo perché non avete pagato. Complimenti, comunque io non credo che ce l’avrei fatta. Del resto ho litigato con i quattro e venduto i loro dischi dopo l’ affaire napster. Non fanno metal, meglio: non sono metal. Un vero gruppo metal non raccatta video bootleg dai fan per fare un, sacrosanto, tributo a un compagno morto guadagnandoci sopra dei bei dollaroni e poi si incazza perché i loro brani vengono piratati. Non ho mai visto nessun gruppo metal avere così poco rispetto per i propri fan. MAI. Da lì in poi il peggio: dischi irrispettosi, atteggiamenti tremendi, prezzi dei concerti alle stelle. Mi spiace anche per il povero Trujillo che con loro si sarà riempito le tasche ma artisticamente si è suicidato. Non mi stupisco più di nulla, anche se è vero che sentire “Master of puppets” in stranger things dopo anni che non la sentivo mi ha ancora messo i birividi.

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    • Avatar di Luigi

      I Metallica sono un po’ come quella ragazza che è stata la tua prima storiella, da giovane era figa, oggi è invecchiata, imbruttita, ha comportamenti discutibili ma ne conservi un bel ricordo di quando ne valeva la pena.

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    • HIRAM GUAZZALOCA
      Avatar di HIRAM GUAZZALOCA

      La location è pessima, il costo troppo elevato ed i gruppi spalla poco appetibili… però un po’ mi dispiace non averli visti per la ventesima volta, i miei amati Metallica! E la storia delle magliette? Una cazzata! Io ho 50 anni (vado per i 51…) e sono metallaro da quando ne ho 8 e mezzo…ma continuo a mettere magliette dei Metallica ad un fottio di live e di serate varie! Ora vi dico una cosa, che non è un giudizio personale…non c’è un gruppo metal più grande dei Metallica! È un dato di fatto, fatevene una ragione.

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      • Avatar di nxero

        Una ragione me la sono fatta nella prima metà degli anni ’90. Temo che il concetto di “grande” sia un po’ troppo generico: se parli di vendite, ascolti in streaming etc… non so, ma siamo senz’altro ai primi posti. Parlando di coerenza, rispetto dei fan, bravura dal vivo, valore artistico etc… (che poi è quello che fa un gruppo realmente grande) temo che la posizione in classifica crolli miseramente e credo che, in tutta onestà, sia sotto gli occhi di tutti. E non è una questione di età: basta chiedere a Judas Priest, Overkill, Accept, AC/DC e compagnia.

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  • Avatar di weareblind

    Tutto oltre ogni accettabilità. Tutto mi dicono che suonano male, il posto è osceno, la birra di merda a 8 euro, i biglietti cari come il fuoco. O mi pagano, e bene, oppure ho mille cose migliori da fare.

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  • Avatar di Bonzo79

    Io posso dire di averli “visti” nel 2011 a Rho al Big4, e al netto di tutto è uno tra i 5 concerti più belli a cui sono stato. Non c’era ancora il flagello dei token, il prezzo del biglietto era alto ma decente, la scaletta fu spettacolare e molto lunga, la prestazione francamente ottima (Lars compreso, mirabile visu). Ora mi pare tutto peggiorato di brutto, costi, durata, prestazioni.
    Lato outfit: dei Metallica possiedo una bellissima allover bianca con la copertina di ..AJFA, però non la porto a concerti “nostri”, ma perché ne ho anche altre 60… quindi potrei essere d’accordo con voi ma calerei la percentuale dal 99 al, che ne so, 70?

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  • Avatar di Luigi

    L’avere un pubblico che non c’entra niente col genere vale per tutte le realtà musicali veramente famose e che riempiono gli stadi, tanti vanno perchè essere presenti “fa figo” ma della musica poco gli interessa.

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  • Avatar di Schnell

    Siamo davvero così sicuri che se sparissero i grandi nomi del metal (‘tallica e maiden principalmente) sarebbe una perdita per il nostro mondo??! Al netto del dovuto tributo per quanto fatto in passato, quale senso ha vedere un concerto di questo tipo, creato solo per farsi spolpare il portafoglio, circondati da un’altissima percentuale di stronzi con cui non si ha mezzo discorso da condividere? Io mi tengo i 90 euro del biglietto e me li spendo questa estate al Malpaga in birra gelata…

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    • Avatar di Luigi

      Dal momento che il periodo storico in cui viviamo è diverso rispetto a quello 70-80 e 90, musicalmente altri prenderanno il posto dei sopracitati, mentre coloro che hanno vissuto quei periodi si riuniranno in concerti più piccoli probabilmente (per poi andare eventualmente in questi mega eventi giusto per curiosità, non trovando più affinità con il contesto).
      Sarà interessante vedere quello che succederà da qui ai prossimi 10 anni.

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    • Simone Amerio
      Avatar di Simone Amerio

      Mah. Un tempo bramavo questi grandi nomi, vederli ai festival in mezzo a migliaia di persone. Ora ritengo che spendere centinaia di euro che io mi guadagno facendomi un discreto mazzo sia assurdo spenderli per dei pensionati che non cagano fuori un disco decente da DECENNI. Piuttosto che foraggiare i Metallica vado in live in location piccole e raccolte dove esco rincoglionito ma felice (Emperor o Merduk a Moncalieri poco tempo fa). Il metal diventerà come il jazz: un genere sempre più estremo e di nicchia e forse è un bene.

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      • Avatar di Luigi

        Piccola parentesi: il Jazz è di nicchia in Italia, nel resto del mondo è pieno di club Jazz enormi sempre pieni.
        Sospetto sempre di più che il metal andrà in due direzioni, quella di ultra nicchia dove i true e gli amanti dell’estremo potranno ascoltare la loro musica preferita davanti a 100-200 persone (un po’ di più in caso di festival) e quella commerciale con band che raccoglieranno sempre più consensi con un pubblico trasversale anche di non appassionati al metal e dove di metal avranno ben poco.
        Forse è giusto così: cose ricercate per pochi e musica massificata per tutto il resto, il problema è chiamare metal la seconda tipologia di musica, chiamatela in altro modo…

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  • Avatar di Federico

    Uno degli articoli migliori mai letti su queste pagine.Sposo ogni singola parola.
    Anche io feci l’errore di andare a “vedere” i Maiden lo scorso anno, per portarci mia moglie.Imbarazzante.

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  • Avatar di Epicmetal

    Condivido il disgusto e il rifiuto totale per quei concerti oceanici di merda. In quell’ippodromo schifoso mi è bastato vedere i Maiden qualche anno fa, tutto come avete detto voi: strapagare per vedere uno schermo di merda da 200 metri e sguazzare nel fango. Vadano a fare in culo questi eventi, vado solo più ai concerti nei localini dove sei attaccato al palco insieme ad altre 100 persone. I Metallica li ho visti quando hanno fatto i big four, contento che abbiano suonato praticamente solo pezzi dei primi 4 (a me il black album fa vomitare) ma il posto era altrettanto vergognoso, un parcheggio di merda sotto al sole da qualche parte fuori Milano.

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  • Avatar di Dire

    Io li ho visti l’anno scorso per 2 date proprio all’Amsterdam Arena e l’acustica era perfetta…

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  • Avatar di Nagash85

    Finalmente un report onesto e con cui mi ci ritrovo in maggior parte, sia nelle cose positive che negative.

    Da incorniciare il primo paragrafo sulle t-shirt! Prima regola dei concerti: mai indossare la maglia dei gruppi che suonano!

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  • Avatar di Mazzulatore

    A giudicare dai video su youtube, francamente, il problema rimane sempre e solo lui, il famigerato tennista danese. L’articolo è molto bello, la riflessione sulle magliette mi ha fatto morire… però…. per quanto un band metal con componenti sui 60 anni chiaramente non può suonare come quando erano ragazzini, a me questi qua sembrano la versione pensionata dei Metallica. Gli Slayer pure senza Lombardo o Hanneman non mi hanno mai dato questa sensazione, ma volendo anche i Judas Priest che hanno perso i due chitarristi. Pure i Megadeth con Dave Mustaine senza voce in decadimento fisico, senza Menza, Senza Friedman, senza Ellefson… da solo, col capo chino da cui si intravede una insidiosa pelata, ma si… li salvo, sarà che Dave non è stato mai un vero cantante (anche se adoro la sua voce da psicopatico) .
    I Metallica, invece, mi fanno cadere le palle a terra, li vidi solo una volta dal vivo, ma forse era già troppo tardi, era il periodo di Load o Reload, tra le altre cose fecero una entrata sul palco da veri buffoni, l’unico decente manco a dirlo…. Jason. Da ragazzino i primi tre dischi li ho divorati, e mi piacciono ancora parecchio. Però, oggi, sentire Seek and Destroy suonata al rallentatore o gli orrendi fill di Lars che rovinano ogni cosa, è francamente insostenibile. Perchè il problerma di Lars non sono tanto le stecche o i fuori tempo, oppure le sue espressioni da cazzo con la lingua di fuori… è come suona, e gli altri ci si devono adeguare, ma chiaramente quando porti folle oceaniche a prescindere, certe cose passano in secondo piano, e lo posso anche capire, ma non condividere.

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    • Corrado Rampulla
      Avatar di Corrado Rampulla

      Sottoscrivo. Già nel 2019 sono tornato a casa chiedendomi se non fosse stato meglio riascoltare per i cavoli propri i primi 4 dischi o rivedere il live di Seattle 89-

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  • Avatar di Fanta

    Non c’è nessuna differenza tra l’essere lì con la maglia o senza maglia. Perché di fatto sei lì. Il resto si chiama “razionalizzare”. Come sul biglietto. È un meccanismo difensivo.
    Sono con nxero e la sua considerazione delle ore 7:56. Totalmente.

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  • Avatar di Mordred

    Condivido in parte. Il discorso maglietta …dipende dall’ album. Se usi 72 Season non conosci Kill’em All(questa ce l’ho), di sicuro. Non comprerei mai una maglietta di 72 season o black album o reloaded. Gusti personali però. Non si può generalizzare e sparare a zero su tutti quelli che vanno ai mega concerti. Fatti loro come spendono i loro soldi! Invidia? Non capisci che il mondo è bello perché è vario oppure hai la verità assoluta in tasca. Mah… sputa sentenze! Comunque prox concerto Megadeth…vedremo! Al momento quello dei Sepultura e’ il migliore che abbia visto.

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  • Avatar di fabio rossi

    Chi ha offerto i biglietti?Ligabue?

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  • alessandro zanella
    Avatar di alessandro zanella

    buongiorno a tutti,
    premetto che ho visto i Metallica nel 1991 e li ho rivisti a Milano in questo 2024 insieme ai miei figli che mi hanno detto “dai papà vieni con noi a vedere i Metallica!!!”. Detto questo posso solo dire che al di là della location un po’ diciamo acusticamente particolare mi sono trovato a condividere con moltissime persone brani hanno fatto la storia di questo genere musicale cantandoli a squarciagola e l’emozione è stata grandissima, specialmente abbracciato ai miei figli. Quindi che dir si voglia un concerto del genere non può che generare emozioni positive. Per ultimo non mi vergogno nel dire che io la maglietta dei Metallica la indosso sempre, non solo ai concerti anche per andare in spiaggia e non sono di certo un fricchettone.

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  • Avatar di Stef

    che due coglioni… non va mai bene nulla. E sempre a fare il paragone con 30 anni fa. Anche voi 30 anni fa eravate meglio e farete sempre più schifo andando avanti. E chissenefrega se al concerto c’è anche l’audiofilo di Virgin Radio con la sua maglietta stirata e profumata. Godetevi il momento e non rompete il cazzo.

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  • Avatar di ignis

    Immersione nel trash, altro che “ritorno al thrash”…
    Attenzione perché dire “ché risentire One non stanca mai” potrebbe avvicinare alla parte sbagliata…

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  • Avatar di Albes

    non mi definisco il classico metallaro, sono fan dei Metallica così come lo sono dei Nirvana, dei Motorhead o dei Green Day. Ma chi se ne frega se Kirk commette qualche errore, è un live, anzi, voglio sentire l’errore altrimenti mi sembra il cd. Il vero problema è che la location è pessima, l’acustica è pessima. Da un concerto voglio andare via sballato di musica, sentire un pugno allo stomaco ad ogni colpo di gran cassa e vedere la gente saltare e cantare a squarciagola. In Italia ormai il concerto è diventata una roba da influencer, il pogo non si sa più cosa sia, i grandi schemi andrebbero aboliti. Voglio sentire un muro di suono esplodere come fosse una bomba!

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    • Avatar di Luigi

      Io la penso diversamente, se pago un biglietto per vedere un concerto questo deve essere perfetto, quindi tu musicista non devi sbagliare (o se sbagli non me ne devo accorgere). Inoltre voglio sentire l’anima, se mi accorgo che stai facendo il compitino è come avere una stecca o suonare male.

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  • LuxiferOnirot
    Avatar di LuxiferOnirot

    Questa inutile gara per chi sia il più True Metal è veramente ridicolo. Il mondo Metal è diventato questo è la dimostrazione è questo articolo. La Musica come l’arte e lo sport dovrebbe unire le persone non dividerle. Ognuno ha I suoi gusti quindi? Vi ostinate a guardare il look delle persone come fossimo ancora negli anni 80, ma perché uno con i capelli corti senza borchie non può ascoltare Metal? Deve apparire per forza Estremo? Infatti questo essere estremi forzatamente sfocia nel ridicolo molte volte vedi i vari Nazi Satanic Skin e tutto il black metal NS. DJ Ringo e Enrico Silvestrin mi stanno sulle palle con il loro atteggiamento snob da Maestri Musicali. No questo articolo e questo sparare merda su tutti non mi è piaciuto.

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  • Dario Molinari
    Avatar di Dario Molinari

    Mi sembra ci sia troppa rabbia ovunque nell’ articolo, nei commenti. Sembra si parli di tifoseria da calcio anche in ambito musicale. Forse il nostro DNA italico ci tradisce. Ho 44 anni sono cresciuto con i METALLICA. Li ho visti 2 volte live, una a Dublino nel 2009 (Death Magnetic Tour) Strepitosi, audio” performance e scaletta fenomanela li (Open track _ BLACKNED). VIsti poi nel 2018 Milano Ippodromo SanSiro, pioggia, fango, e pessima acustica non hanno aiutati i musicisti, che ho ammirato per l avolonta di regalate cmq uno spettacolo, con evidenti problemi. Sono stato combattuto per andarli a vedere il 29 Maggio (abito in zona SanSiro) ma ho poi desistito per impegni personali. Trovo che il problema sia la locazione. I 4 Four Horseman invece li ammiro: per quanto la loro storia artistica sia una strada lastricata anche di sterco oltre he di oro, hanno regalato al mondo musicale “un suono e brani emotivamente leggendari” per quanto piaccia o no sono MITI VIVENTI. Sono dei vecchietti sono uomini di 60,anni é più che affrontano ancora Tour mondiali con stress e difficoltà del caso, e non é uno scherzo, puntare sempre il dito dal proprio pulpito comodo e magari dall` orizzonte delle nostre panzette da birra, quando forse non avremmo la capacità di essere neanche lontanamente fra 2000 anni, quei Performers, mi pare un po scortese. E poi non esite nessuna élite “Metallara” e popolo di eletti che lotta duro e resiste, é tutto nelle nostre teste. Il mondo é libero di approcciarsi agli artisti ed alla musica come vuole, con o senza t-shirt, ascoltando vari artisti e godendosi live finché é un paese libero. Se Lars sbaglia un un fill o Kirck fa un assolo di caccia,credo sia accettabile nell’economia di tanti fattori assieme. Non hanno 20 anni e non sono dei Teenager. Sto amando “72 Seasons” ALBUM dignitoso e con anche abbastanza ispirazione e pezzi che mi ritrovo ad ascoltare con gran gusto. Trovo una voglia ancora di fare in un gruppo che nessuno potrà mai ripetere o scavalcare nel loro storico. LIGABUE invece era fortissimi nei primi tre Album fin anche qualcosa in “Buon compleanno Elvis” oggi é quello che é, ma non dimenti o ciò che ha fatto e riascolto sempre quegli album vecchi. Non conviene mettere troppi paletti alle cose, se no la vita diventa molto complessa e le esperienze deludentu e ciniche. Bye.

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  • Avatar di exo

    Lux eterna totalmente fuori tempo grazie al buon Lars

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  • Simone Amerio
    Avatar di Simone Amerio

    Conosco due persone che sono andate a vederli: un’amica di mia moglie che non credo conosca fight fire with fire e una collega che passa il tempo a farsi i selfie con la bocca a papera. Ecco, credo di non dover aggiungere altro

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