MARDUK – Memento Mori (e mo’ me lo segno)

Io certe cose, certe dinamiche della vita, proprio non le capisco.

Oramai lo sanno tutti, è uscito il quindicesimo album dei Marduk, dal titolo esplicativo ed intimorente Memento Morie mo’ me lo segno, come disse Massimo Troisi in un famosissimo film di parecchio tempo fa. È il solito disco dei Marduk da diciamo Plague Angel in avanti, cioè da quando è entrato Mortuus (nei Funeral Mist è Arioch) per sostituire un demotivatissimo Legion. C’è il pezzo di apertura ultracattivo, c’è il pezzo cadenzato più o meno a metà disco (Shovel Beats Sceptre) collocato tra due brani velocissimi (Blood of the Funeral, uno dei pochi brani “sentiti” anche se trovo che in questo pezzo le voci di Mortuus siano monotone come raramente gli accade, e Charlatan, appena sufficiente), e infine ci sono i consueti riempitivi: Heart of the Funeral porta la bandiera, ma Coffin Carol e Marching Bones son degne scudiere. Insomma, per farla breve c’è tutto quanto può piacere a un fan sfegatato dei Marduk sicché si decida ad estrarre dei soldi dal suo portafoglio e versarli in parte in quello dei blackster svedesi e in una maggior parte nelle tasche della Century Media, che si sta fregando le mani visto che si leggono ovunque recensioni entusiaste, commenti adoranti, conversazioni che esaltano Memento Mori elevandolo a ruoli e livelli artistici che io (che volere volare qualche disco in vita mia l’ho ascoltato) non riesco minimamente a comprendere.

Quando ti chiami Marduk e hai alle spalle 33 anni di storia (33, numero simbolo) devi giocoforza fare i conti con il tuo passato, è inevitabile. La loro carriera è stata tutta un crescendo fino a Panzer Division Marduk, uno dei due dischi che considero degni di essere paragonati a Reign in Blood (l’altro è King of All Kings degli Hate Eternal). C’è stato il tracollo successivo con La Grand Danse Macabre, hanno provato a rimettere assieme i cocci con World Funeral con scarsi risultati, hanno stravolto la formazione per cercare di rifarsi una verginità e da Plague Angel in poi hanno praticamente scritto album in fotocopia scrivendo le canzoni che i loro fan vogliono sentire; se poi il tutto suona artificiale ed artefatto poco importa, l’importante è vendere i dischi. Solo che se hai composto in passato opere come Dark Endless, Those of the Unlight, Opus Nocturne, Heaven Shall Burn, Nightwing e Panzer Division, che sono dischi sentiti, coinvolgenti, straordinariamente maligni, violenti e originali (questi qui hanno contribuito a scrivere la storia del black metal, non dimentichiamocelo. Non sono una band qualunque che magari suona da trent’anni ma non ha mai inventato nulla) ai fan della prima ora come il sottoscritto ascoltare solo ed unicamente il compitino non basta più, manco per il cazzo. Mi è stato detto: “Guarda che tutti i fan storici lo considerano un disco della madonna, è Panzer Division mischiato con Maranatha. Sarà. Io non trovo particolarmente onorevole che un gruppo blasonato come i Marduk si faccia influenzare dai Funeral Mist, che tra l’altro suonano religious black e sono anch’essi in fase calante; ad ogni modo a mio parere in Memento Mori influenze religious non se ne rinvengono, forse solo nella conclusiva (e pallosissima) As We Are.

La prima volta che ho ascoltato Memento Mori la mia reazione è stata “mah”. Qualcosa di valido innegabilmente c’è, Blood of the Funeral credo sia l’unica che manterranno nelle scalette dei concerti per un periodo più lungo di tempo ma ci scommetto l’anima che gran parte degli altri pezzi sarà dimenticata in breve tempo, un po’ come successo per l’ultimo album dei Metallica che ha diviso i metallari del globo tra entusiasti al settimo cielo e scettici che dagli entusiasti di cui sopra sono stati tacciati di non capire un cazzo di musica, come accade sempre quando qualcuno esprime un parere non conforme con quello del Fan Duro e Puro, al quale (è notorio) puoi tranquillamente dire in faccia che sua madre e sua sorella sono tenutarie di un sordido bordello nella più degradata delle periferie ma giammai dirgli che l’ultimo disco della sua band preferita è scadente. Apriti Cielo! Non sia mai. Difatti del nuovo Metallica non si legge più riga in giro, come volevasi dimostrare. È uscito ad aprile, mica dieci anni fa.

Al fan dei Marduk professionista questo disco basta perché gli propone esattamente quello che vuole, senza obiezioni, senza dubbi né perplessità né tantomeno critiche; è un capolavoro di default, tutto il resto non esiste e va bene così. Io lo trovo freddo come il ghiaccio, ma non nel senso che intendo quando recensisco gruppi raw black metal sconosciuti: questi ultimi ci mettono la passione, lo slancio, il vigore, l’impeto che i Marduk hanno avuto in passato in quantità irraggiungibili per chiunque e ora non hanno più, perché sono opachi, sbiaditi, non c’è trasporto, non c’è passione, è tutto troppo perfettamente perfetto e troppo perfettamente asettico.

Già leggo i commenti inviperiti dei Mardukster che mi tacceranno di non capire un cazzo, “ma ‘sto Griffar chi è”, “ma quanti dischi hai inciso tu”, le solite banalità. Ma è frustrante, è demoralizzante e mi fa riflettere su cosa cazzo ci stia ancora io a fare qua e se non sia il caso di farmi da parte. Sentir dire che “quest’anno non è uscito niente, per fortuna sono tornati i Marduk”, dopo che io ho recensito almeno 10 dischi (sono ben di più in effetti) che Memento Mori se lo mangiano vivo, mi fa cadere le braccia.

Naturalmente registrazione e produzione sono perfetti, sarebbe stato incredibile il contrario; il nuovo batterista è una mitragliatrice umana e la sua prova è impressionante, ma non basta per rendere gustoso un piatto di pasta scondita. Mortuus è altalenante, a tratti fa paura e in altri momenti sembra svolgere il compitino. Che potere hanno le royalties, neh? Hakansson scrive riff in stile Marduk come ha sempre fatto, e ancora riesce a scriverne di buoni, ma la maggior parte è average, come dicono gli inglesi. Continuerà a farlo fino a che qualcuno comprerà i suoi dischi, quindi penso ancora per molto tempo, visto che sono tutti uguali. (Griffar)

8 commenti

  • Avatar di Bacc0

    Io l’ho trovato non brutto ma comunque una palla micidiale. Potrebbe averlo inciso qualsivoglia gruppo X black metal, degli autori di those of the unlight e opus nocturne non ci sento praticamente nulla. E la stessa cosa posso dire dell’ultimo cannibal corpse per dire…. Beato chi ci trova il capolavoro in uscite del genere.

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  • Avatar di fabio rossi

    Con trentatré anno di carriera e sei’ famoso’ raggiungi due certezze: venderanno svariate copie di un nuovo disco e non si è più obbligati ,o capaci, di proporre qualcosa che sia diverso e inaspettato.Paragonare i Metallica ai Marduk è una forzatura, i primi riempiono,per i concerti, luoghi ampi ,mentre i secondi suonano nei locali.E’ logico che una recensione negativa ai Metallica possa creare più polemiche.Pero’ recensire negativamente un disco e mettersi nella difensiva è un po’ una paraculata, perché si spera così di ricevere commenti negativi.

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  • Avatar di er_vipera

    Caro Griffar, ricordati che i fan dei Marduk invecchiano con loro, ormai è tutta gente che preferisce “solide certezze”

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  • Avatar di Renny

    Premessa : non so un fan dei Marduk , ho ascoltato solo Nightwing (mi era piaciuto , soprattutto la seconda parte).e Panzer Division ( che invece.mi aveva annoiato , complici le trame.ritmiche non particolarmente memorizzabili..) Ho fatto saltuari passaggi su Those of Unlight e Opus Nocturne , senza però approfondire la discografia , un per mancanza di tempo e un po’ per mancanza di interesse. Ammetto però che tutta l’ iconografia mortuaria della post-Panzer mi ha sempre intrigato…..di questo nuovo capitolo Shovel beats Sceptre è quella che mi è piaciuta di più (merito Anche dell’ testo) il resto mi sembra tutto in stile Marduk , né più ,né meno e dopo 33 anni capisco che Me. Stynmeier Hakanasson non sia in vena di che sa che sperimentazioni…..chi li ama , credo continuerà a farlo….io invece continuo a non aver tempo (e interesse)

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  • Pierre DuLavelle
    Avatar di Pierre DuLavelle

    Seguo i Marduk da Opus Nocturne, cioè da quasi trent’anni (non sono di primissimo pelo, no). Oggettivamente, pretendere che i Marduk tirino fuori – oggi – un disco con la stessa intensità (alla pari degli altri che hai citato) mi pare improbo e anche ingiusto: non sono più la stessa band (per quanto come sottolinei siano stati seminali all’interno del genere, mica un gruppetto qualsiasi), al di là dei componenti. Intendiamoci: anche a me farebbe altrettanto piacere, eh, ma devo tener conto che il calendario segna 2023 e mettere altrettanto in conto che quella passione, quello slancio e quel vigore cui fai riferimento possano anche essere andati perduti. Guarda, Griffar, i tuoi articoli sono i primi che leggo proprio perchè suggeriscono sempre gruppi interessanti e benchè ascolti metal da – vabbè, quarant’anni tutti – sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo o che comunque non ho ancora sentito e in tal senso sei fonte inesauribile, e non è vero che proprio tutti i fan dei Marduk (o se preferisci, del metal in generale) invecchiando preferiscano “solide certezze”, come ha scritto in un commento qui sopra er_vipera. Questo per dire che “Memento Mori” non è (per me, almeno) un capolavoro di default solo perchè c’è il nome Marduk in copertina, affatto: è quello che possono – sanno, o vogliono – offrire oggi, e che ci piaccia o no dobbiamo farcene una ragione.

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  • Avatar di Riff

    Non riesco ad ascoltare gli album dei Marduk da venti anni. Dopo panzer la qualità è decaduta notevolmente.

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  • Avatar di bizuok_x6x

    al primo ascolto ho detto “finalmente”, dal secondo in poi ho iniziato ad alzare il sopracciglio ancelottiano e adesso alcune tracce le skippo tranquillamente. tecnicamente è ineccepibile ma se iniziassimo a chiamarli funeral marduk o marduk mist non sarebbe errato.

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