Avere vent’anni: THUS DEFILED – Weeping Holocaust Tears

Si scrive Thus Defiled e si legge Through the Impure Veils of Dawn, il loro stratosferico esordio del 1995. Ha quasi trent’anni il pargolo, crispa come passa il tempo. Quello è il loro vertice, la vetta più alta che la loro musica abbia raggiunto: il secondo disco Wings of the Nightrealm uscito due anni dopo è molto bello ma non è ai livelli dell’esordio, e io francamente nemmeno mi sarei sognato che lo fosse, sebbene al suo interno contenga brani ben oltre la media. Poi per un bel pezzo del quartetto inglese non si seppe più nulla, fino a quando – abbastanza a sorpresa – uscì questo loro terzo lavoro, iconicamente intitolato Weeping Holocaust Tears, con una certa apocalittica creatività.

Il disco ritorna al passato, riprende le sonorità black/death metal di Throught the Impure Veils of Dawn che a loro volta erano discretamente imparentate con The Principle of Evil Made Flesh, specialmente per quanto riguarda basso e chitarre. I Thus Defiled erano più tecnici di quei Cradle of Filth e in questo nuovo lavoro lo dimostrarono con munificenza, vedasi la cavalcata delle chitarre con tanto di assoli su base 100% death metal di Of Shadow and Storm o la lunghissima, monumentale suite da 17 minuti e mezzo The Angelblood Chronicles che cambia atmosfere in continuazione partendo da un sottofondo malinconico perenne sul quale vengono intarsiate divagazioni death/doom che non avrebbero sfigurato in un disco degli Anathema, stravolgimenti black metal puri, scatti di velocità caustica, tastiere o un pianoforte strappalacrime, voci in screaming vicini al migliore Ihsahn.

I Thus Defiled furono un gruppo ben al di fuori della norma. La loro carriera fu però sempre offuscata dall’ombra delle ali nere dei Cradle of Filth. Non si capisce bene per quale motivo, perché la proposta musicale dei Nostri è del tutto differente da quella della creazione di Dani Filth, fatta eccezione per la scelta di quei suoni di chitarra (che tra l’altro i Filth abbandonarono già dal successivo Dusk and Her Embrace), non sufficienti a farli snobbare come parenti poveri dei Cradle. Ora: nemmeno Weeping Holocaust Tears arriva a pareggiare il loro album d’esordio, ma gli è appena di poco inferiore, e tanto basta per definirlo un disco della madonna.

Dovettero passare altri quattro anni prima che questo episodio avesse un seguito: Daemonspawn uscì nel 2007 e nel frattempo le influenze death/speed metal nel loro metodo compositivo si erano accentuate. Seguì poi nel 2011 uno split con Sigh, Taake ed altra gente e infine un EP di cover di brani di gente famosa come Death, Metallica, Morbid Angel e Wasp prima che su di loro e sulla loro storia calasse il sipario per l’ultima volta. (Griffar)

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