Avere vent’anni: GAMMA RAY – No World Order!

Cesare Carrozzi: No World Order! non è brutto, ma nemmeno bello o carino. Diciamo che risulta passabile se uno si trova ad ascoltarlo a forza, chessò, nella macchina di qualcun altro o laddove non si ha il controllo su quello che passa lo stereo, ma, tolti questi casi, non è di certo uno di quei dischi che lasciano il segno o ti fanno venire voglia di riascoltarli; o almeno non a me, ecco. L’ho sempre trovato sciapo, insipido, molto più derivativo dei Judas Priest rispetto ad altri lavori.

Guardate com’eri…

C’è da dire che, rispetto a quello che faranno dopo i Gamma Ray, questo, se non è proprio oro massiccio, poco ci manca. Cioè, se non altro qui Kai Hansen aveva ancora un parvenza di crine naturale e non si era ancora del tutto convertito a quel cazzo di gatto morto variamente colorato che tiene attualmente sul cranio. Certo che comunque, se fai la rockstar (ma anche se non la fai) ed hai un’immagine di te stesso ben definita in testa, perdere i capelli dev’essere un dramma indicibile: pensate che il vecchio Kai ha combattutto con la calvizie trent’anni e più, tra ritrovati miracolosi anti caduta che ovviamente non funzionano (o fanno poco comunque) e parrucchini vari, salvo poi arrendersi e sistemarsi quella roba incredibile in testa. Che vitaccia deve aver fatto. Però io ogni volta che lo guardo penso che incredibile stronzo e non posso farci nulla, anche se capisco benissimo tutto il dramma interiore dietro (o meglio, sotto) il variopinto toupet. Sono una brutta persona, lo so.

… e guardate come sei

Ma tanto per cambiare sto divagando, quindi torniamo on point: No World Order! ha però due pezzi e mezzo che spaccano di brutto, ovvero The Heart of the Unicorn, Solid e un cinquanta per cento circa di New World Order. Ricordo che la prima fece un po’ di scalpore perché fu la prima in cui i Gamma Ray usarono un’accordatura ribassata (cioè abbassarono di un tono la sesta corda – quella bassa – della chitarra), cosa che vent’anni fa era rarissima per un gruppo power mentre oggi la fa praticamente chiunque, e anzi è diventato più raro il contrario. Dove andremo a finire, mi chiedo. Solid invece è una canzone veloce che è, sostanzialmente, Rapid Fire dei Judas Priest ibridata con i primi Helloween (quelli con lo stesso Kai Hansen alla voce), col risultato di una roba epicissima molto molto figa. L’omonima è carina, ma purtroppo si perde verso metà canzone e cala a picco di mordente, però fino ad un certo punto si salva e vabbè. Il resto è innocuo per non dire trascurabile, e ovviamente non manca la ballata della merda, come da tradizione dei Gamma Ray anche nei dischi migliori. Che altro dire? Se siete proprio dei fan sfegatati dategli una riascoltata per celebrare i vent’anni, gli altri possono tranquillamente girare alla larga.

Barg: Di certo No World Order! non è tra i miei preferiti dei Gamma Ray, ma ne ho comunque un’opinione migliore rispetto all’intransigente Carrozzi. Innanzitutto adoro l’apertura, la spettacolare Dethrone Tyranny compresa di intro, oltre ad altri 3-4 pezzi che trovo decisamente sopra la media. Ma poi mi prende bene questo recupero dei Judas Priest in salsa crucca, qui più a fuoco rispetto a quanto sentito nel precedente Power Plant, che aveva meno pezzi da salvare in una ipotetica playlist. Non sono d’accordo però che questo sia migliore di tutto quello che i Gamma Ray avrebbero fatto successivamente, perché un paio dei loro dischi degli anni ’00 meritano assai. Condivido invece pienamente il discorso sui capelli di Kai Hansen: del resto Metal Skunk vanta una nutrita schiera di pelati che hanno giustamente preferito dare un taglio netto ai problemi tricologici invece di combattere una triste battaglia contro i capelli, ché tanto alla fine saranno sempre loro a vincere. 

 

4 commenti

  • Dai, a parte le battute questo album rimane una gran bella tamarrata allo stesso modo come lo era Power Plant, meno pestone e più verso il Metal classico quando non l’Hard Rock. SOIS è lontanissimo ovviamente però i ritornelli funzionano quasi tutti, ogni tanto c’è qualche riff bello carico, e pur con qualche scivolone lo si ascolta con piacere per tutti e cinquanta i minuti. Non concordo affatto coi pezzi scelti dalla prima recensione, mentre sui dischi successivi non mi esprimo perché davvero li avrò sentiti un paio di volte tot anni fa.

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  • Vogliamo anche spendere due parole su una delle copertine più brutte mai viste? Davvero: Guardandola come fai a voler pubblicare uno scempio del genere?

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  • Tim the Enchanter

    Anni fa – quando ero bello, giovane e lungocrinito – iniziai a prendere delle pillole contro la caduta dei capelli perché dopo ogni shampoo avevo le mani pelose come un licantropo con la sindrome di Andras. Risultato: i capelli continuavano a cadere, ma in compenso le unghie mi crescevano di brutto e iniziai ad avere molti più peli su mani, spalle e schiena. Insomma, peli dappertutto tranne che sulla crapa. Oggi mi tocca radermi la schiena con il rasoio elettrico, sennò faccio schifo anche a me stesso.

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  • Scusa, Cesare, ma nella ballata della merda ci rientra pure “Farewell” di qualche album fa? 😀

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