FALLUJAH – The Flesh Prevails (Unique Leader)

412147Innanzitutto, mi scuso con gli interessati per il ritardo nel pubblicare questa recensione ma, capitemi, per uno non particolarmente abituato a certe sonorità è stato difficile metabolizzare un lavoro che per diversi aspetti richiede molti più ascolti di un disco a caso dei Gorgasm (tanto per dire un nome).

Alcuni di voi ricorderanno i Fallujah per la mini-recensione di -Nomadic-, ep uscito l’anno scorso e, per quanto mi riguarda, tra i platter migliori dell’anno passato, salvo i limiti derivanti dal fatto che conteneva solo tre tracce. In The Flesh Prevails le tracce sono nove e la carne al fuoco è molta, molta di più. Stilisticamente parlando siamo sulle stesse coordinate di -Nomadic-: death metal contaminato dal progressive, tecnicismo a livelli altissimi e attenzione ai dettagli maniacale. Queste poche parole probabilmente basteranno a dissuadere chiunque non sia avvezzo a queste sonorità dall’ascoltare The Flesh Prevails ma, credetemi, vale la pena fare lo sforzo di dedicargli un paio di ascolti impegnati. In principio l’assalto di note e scale aveva provocato anche in me diversi capogiri e non vi nascondo che la prima volta fu veramente difficile arrivare fino in fondo. Poi, sarà il clima che mi ha costretto a casa in un periodo in cui la maggior parte delle altre persone spende le proprie giornate al mare a caccia di fauna locale o si prodiga nella divina arte del barbecue, fatto sta che sono riuscito finalmente a portare a termine un ascolto completo del disco. Da lì in poi è stata tutta discesa: The Flesh Prevails cresce ad ogni approccio e tutt’ora, dopo una decina di ascolti, continuo a scoprire sfaccettature e risvolti che mi erano sfuggiti la volta precedente.

Fino a pochi anni fa non mi sarei mai sognato nemmeno di avvicinarmi ad un lavoro così complesso ma ora, sarà la maturità o salcazzo che altro, mi trovo a dover ammettere di trovarmi di fronte ad uno degli album più completi e soddisfacenti dell’anno. Musicalmente definirei i Fallujah come una versione onirica e a tratti “romantica” degli Ulcerate, ma lì dove i secondi trascinano l’ascoltatore in un abisso soffocante fatto di oscurità ed entropia, i primi lo tirano fuori spedendolo in un mondo sopra le righe, catartico e impregnato di una rabbia precisa, chirurgica e perfettamente indirizzata. Il metal c’è eccome, e se vi aspettate di trovarvi davanti al solito disco pieno di clean vocals siete totalmente fuori strada; l’unico pezzo veramente avulso dal contesto è Alone With You, che è poi un lungo intermezzo sostenuto dai sussurri di una voce femminile angelica. Il resto è un tripudio di growl, blast beat e furia compressi in 40 minuti di musica capace di spararvi in una dimensione dove tutti i problemi della vita vengono spazzati via nel giro di un cazzottone ben assestato. The Flesh Prevails bilancia alla perfezione l’apporto devastante del death metal con atmosfere ultraterrene che non risultano mai stucchevoli né banali, impreziosendo l’album e adornandolo di un alone esoterico e sognante. I Fallujah sono insomma la musica che ascoltano i filosofi mentre siedono davanti al camino sorseggiando un vino d’annata e discutendo se sia meglio Platone o Hegel, o chi abbia il culo più bello tra Megan Fox e Mila Kunis, fate voi.

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