CLUTCH – Earth Rocker (Weathermaker)
Se hanno debuttato al quindicesimo posto della classifica di Billboard, ci sarà un motivo. A ben quattro anni da Strange Cousins From The West, i Clutch sbancano il tavolo con un album così cazzuto che le lettrici dovranno ascoltarlo con il diaframma, altrimenti nascerà un pupo con la faccia di Neil Fallon, barba e tutto, che, appena nato, toccherà il culo all’infermiera e chiederà una birra. Ne parlo tardi, lo so. È che non mi è venuto nulla di troppo profondo e intelligente da scrivere in proposito, se non che pare la colonna sonora delle cose belle della vita. Earth Rocker spacca perché spacca, è una questione di pelle. Se gli Iron Maiden sono un po’ come la mamma, i Clutch sono un po’ come la gnocca. Picchiano sotto la cintura, sono dannatamente fisici, con quel basso che ti rimbomba nella cassa toracica. Sudore, adrenalina e attitudine. Non sono mai stati così diretti e acchiapponi. La dispersività blueseggiante e fattona che li avvicinava al filone stoner, al quale non sono mai stati del tutto accostabili per lo strafottente eclettismo (un po’ lo stesso discorso dei Fatso Jetson), è evaporata. Il funk non è più un ingrediente ma una piccante spezia africana su un succosissimo T-Bone. Quanti gruppi conoscete, in giro da oltre vent’anni con una formazione immutata, dei quali vorreste sentire dal vivo tutto il nuovo cd? Undici canzoni, undici singoli. La title-track è un inno che, se stai troppo sballato, ti fa venire voglia di tatuartene sulla schiena il testo, che è quasi un’autorecensione: So don’t look to me for answers/’Cause I don’t got-a-one/ I just came to have a good time/ And I’m gonna have one. Per l’appunto. Crucial Velocity è fatta apposta per essere sparata a cannone dalle casse dell’autoradio mentre ci si dirige sbronzi in spiaggia con il solo scopo di continuare a devastarsi. Mr. Freedom vi farà sfasciare il cranio contro il soffitto a furia di saltellare come dementi. Oh Isabella l’ho cantata sotto la doccia per un paio di settimane. Gone Cold è un ultimo doppio whisky alla fine di una serata languida e pensierosa con Tom Waits che ti guarda stravolto dall’altro estremo del bancone. È tutto bellissimo, è tutto perfetto. Disco dell’estate 2013.
secondo me sono uno dei gruppi più sottovalutati di sempre, capaci di suonare in maniera retrò senza puzzare di vecchio, in ogni loro canzone senti tonnellate di suoni che ti ricordano qualcosa ma non assomigliano a niente e nessuno in particolare e in fine sono dei musicisti “veri”, capaci di dimostrarlo senza fare puttanate da sboroni. Enormi
"Mi piace""Mi piace"
Figa ottima recensione!:-D il disco l’ho preso il giorno dopo la pubblicazione e a gennaio ero ad Amsterdam a vederli. Pazzeschi. Quanti gruppi conoscete che durante un tour eseguono una scaletta differente? Ancora dietro ai Black Sabbath? Davvero?
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: HELLFEST 2013 – 20/22 giugno, Clisson, Francia | Metal Skunk
Pingback: Ribadire il concetto con i CLUTCH | Metal Skunk
Pingback: Playlist 2013: i dischi dell’anno secondo i tizi di Metal Skunk | Metal Skunk
Pingback: End of the beginning: il 2013 secondo Metal Skunk | Metal Skunk
Pingback: Music to light your joints to #10 | Metal Skunk
Pingback: Hellfest 2014: cartoline da Clisson | Metal Skunk
Pingback: Radio Feccia #4: feet edition | Metal Skunk
Pingback: Radio Feccia #10 | Metal Skunk
Pingback: Avere vent’anni: maggio 1995 | Metal Skunk
Pingback: Sangue e Viagra sapori d’estate – Anticipazioni da Uncle Acid e Clutch | Metal Skunk
Pingback: CLUTCH – Psychic Warfare (Weathermaker) | Metal Skunk