CANNIBAL CORPSE – Violence Unimagined
Tornano i maestri del brutal death con le copertine ignoranti, e questa volta c’è anche Erik Rutan con loro. Ne parliamo in una multipla a tre voci.
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Tornano i maestri del brutal death con le copertine ignoranti, e questa volta c’è anche Erik Rutan con loro. Ne parliamo in una multipla a tre voci.
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Puntatone ricchissimo con Electric Wizard, Napalm Death, Lamb of God, Eyehategod, Einherjer, Porcupine Tree, Månegarm, i live di Cannibal Corpse e Turbonegro e tanto altro.
Continua a leggereTrainspotting: Con Bloodthirst diedi ufficialmente inizio al rituale dei Cannibal Corpse, di cui avevo già accennato qui. Ogni volta che usciva un loro album, io tiravo fuori la mia divisa da metallaro diciottenne, andavo al compianto Disfunzioni Musicali di San Lorenzo a Roma e pronunciavo la seguente frase: “Scusa, c’hai l’ultimo dei Cannibal Corpse?”. Era una cosa stupida e infantile
Continua a leggereIl 1994 è stato un anno abbastanza importante per il metal (specialmente per il black), ma il suddetto anno purtroppo non è presente nella vasta storiografia metalskunkiana, poiché il nostro/vostro amatissimo Avere vent’anni nasce nel 2015, e quindi si hanno notizie dei bei tempi che furono solo dal 1995 in poi. Con tutta la presunzione del mondo e il tipico
Continua a leggerePiero Tola: Diciamocelo, con Vile i Cannibal Corpse godevano ampiamente del credito generato da quattro album dove praticamente non avevano fatto un singolo passo falso. Ognuno con il suo marchio di fabbrica tipico, dal classico sound ancora un po’ thrashy di Eaten Back to Life fino ad arrivare alla piena maturità di The Bleeding. Passando ovviamente per la macchina da riff
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