Quel pomeriggio passato a sfogliare un merchandising da cani
C’è la crisi del disco? Si rimedia col merchandising. Ma chi compra il profumo dei Fear Factory e la coperta di Alissa White-Gluz?
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C’è la crisi del disco? Si rimedia col merchandising. Ma chi compra il profumo dei Fear Factory e la coperta di Alissa White-Gluz?
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Seconda metà del 2007. Ho quasi 17 anni e mastico quotidianamente metallo già da circa un lustro. Non ho ancora l’ADSL a casa e le informazioni su band e dischi le prendo principalmente dalla mia rivista di fiducia (che, guarda caso, era Metal Shock). Che succede? Dov’è Bugo? In quel periodo Metal Shock sparisce dalle edicole. Non c’è più. Di
Continua a leggereForse la maggior parte di voi non li conosce perché anagraficamente troppo giovane. Per vostra fortuna ci siamo qui noi che vi facciamo scoprire, o riscoprire, gemme dimenticate del passato, come questa band di nicchia, gli Arch Enemy. La loro parabola fu così ripida quanto breve. La loro particolarità, che la rese praticamente unica nel panorama metal di quel periodo
Continua a leggereDopo aver pubblicato la recensione per il ventennale di Stigmata, l’anno scorso, mi sono ritrovato gente che mi scriveva messaggi privati infamandomi per aver maltrattato gli attuali Arch Enemy, Alissa White-Gluz compresa, e soprattutto per aver definito “generazione di minchioni perennemente col cazzo in mano” o “metallari all’acqua di rose morti di fregna” tutti questi soggetti che adorano l’attuale formazione
Continua a leggerePrima che gli Arch Enemy si trasformassero in quel campionario di sfiga assortita che sono adesso, prima che Christopher Amott si rendesse conto di avere una dignità e mollasse baracca e burattini uscendo definitivamente da ‘sto gruppo della merda, prima che diventassero una macchina macinasoldi per metallari all’acqua di rose morti di fregna impegnata in infiniti tour con la cantante inguainata
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