Pesca con le reti a strascico #6: CARNAGE INC., SANITY’S RAGE, BASTARD CROSS
Andiamo con ordine. Non aggiorno questa rubrica dal 2023. M sembra doveroso rimetterci mano, un po’ perché non escono soltanto i Coroner, e non escono soltanto i Revocation, ma un sacco di gruppi che meritano un’attenzione, un ascolto, una possibilità; gruppi ai quali fino a qualche tempo fa concedevo un particolare impegno. Che spero francamente di riuscire a ritrovare. L’altro motivo per cui scrivo questo articolo è che ho trovato delle bellissime foto di carpe regina, cuoio ed a specchio, e pertanto, intendo condividerle con voi. Con voi tutti. Non vi biasimerò se, ad un certo punto, della musica di queste tre formazioni non dovesse fregarvi più un cazzo di niente.
CARNAGE INC. – st (EP)
Cominciamo con i Carnage Inc. poiché con il thrash metal sono fatto così. Mi basta sentir nominare una provenienza esotica, una qualsiasi, e cado nella trappola. E lo testimoniano svariati articoli che ho scritto in passato, quando avevo più tempo e Lorenzo Centini non aveva iniziato a rosicchiare l’intero franchising. Sono indiani, suonano da una quindicina di anni. L’ultima pubblicazione risale al periodo pre-pandemico, e ritornano oggi con un EP omonimo che presenta quattro sole canzoni. Le foto promozionali sono degne della tamarraggine che imperversa nel paese: occhiali da sole, magliette di Leprosy dei Death; in linea di massima Varun Panchal è l’unico che ha capito come si deve vestire un thrasher, e gli altri sembrano più i gestori di una sala slot all’arrivo dei finanzieri. Un brano è intitolato Epik, il che lascia presagire bruttissime cose. Eppure questi simpatici indiani sono davvero ben preparati: voce caustica alla Death Angel, un po’ Nuclear Assault, bei riff, Giganaut il mid-tempo che irrompe fra tanta velocità esecutiva; Deathmark il giochino rockettaro stradaiolo conclusivo. C’è anche un batterista con un nome impossibile da digitare e pronunciare, con una attitudine ad azzeccare i fill veramente lodevole. Complimentoni.
SANITY’S RAGE – The Dead don’t Run
Alla lettura del titolo ho ripensato a quel film con Adam Driver e Bill Murray uscito qualche tempo fa, e che non riuscii a portare a termine per tanto che era palloso. I Sanity’s Rage sono degli assoluti veterani: dal Belgio, come i Cyclone e i Target, suonano dal 2002 e, in seguito alla pubblicazione del primo full You Are What You Swallow, datato 2012, si sono praticamente fermati. Tre anni fa hanno cominciato a sputare singoli come noccioli di ciliegia, al che ho capito che un rinnovato fermento compositivo era tornato in essere. Il flyer allegato al promo li paragona a un sacco di gruppi con cui non c’entrano niente, tipo i Testament, ma azzecca Kreator e Angelus Apatrida per la fortissima componente melodica voluta da entrambi. È possibile affermare che i Sanity’s Rage suonano thrash metal melodico. La voce al vetriolo suggerisce anzitempo i Destruction, ma è molto mutevole e apre anch’essa alla melodia, ora al growl. Le chitarre fanno il lavoro maggiormente centrato. La batteria è purtroppo l’esempio pratico di come oggi i musicisti si siano completamente dimenticati del fatto che uno strumento deve suonare come suona uno strumento, senza comprimerlo fino alla morte, senza ricorrere a campionamenti, senza prendere per il culo. Bellissimo, comunque, il groove iniziale di Nothing Sacred Will Hold.

L’affiatato team di CARPologist durante uno degli impegnati briefing esplorativi delle acque infestate dai ciprinidi
BASTARD CROSS – Crossripper
Tutto troppo raffinato e melodico? Non vi preoccupate, ci penso io. Il terzo prodottino venuto alla luce pescando con le reti a strascico sono loro, i Bastard Cross, americani di Philadelphia, chi con indosso occhiali war metal, chi con un etto e mezzo di bianco cerone sulla faccia. Il black metal c’entra il giusto, accosterei piuttosto la loro visione musicale a un blackened thrash molto rockettaro, essenziale in tutto e per tutto, con un gusto melodico delle chitarre che mi ha ricordato Hellripper. Soltanto che, a voler fare paragoni, gli Hellripper sono la fica che in discoteca se la tira e si liscia ossessivamente il ciuffo con la mano, i Bastard Cross sono quella chiusa in gabinetto che si è vomitata e cacata addosso. Non so quali siano le vostre preferenze mentre vi trovate nei locali, ma all’incirca è così che stanno le cose. Brani che partono in doppia cassa come un classicone dei Motorhead che manco sto a nominarvi; voce alla Dissection; Lycan Knights in scia ai primi e primordiali Destroyer 666. Uno di loro, il bassista Beheader of Priests, ha suonato negli Urine in her Wounds. Piscio nella sua ferita. Che cazzo gli vuoi raccontare a uno che è stato nei Piscio nella sua ferita. Infernal Bastard, il batterista, fa la croce rovesciata con le bacchette. E ha l’occhiale alla Gerald “Incubus” Minelli. Fortemente raccomandati per battesimi, cresime e per le feste di compleanno dei vostri figlioli. (Marco Belardi)



Mi verrebbero delle battute becere con queste belle ragazze e il grossi pesci che hanno in mano ma eviterò
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