Avere vent’anni: RAGE – From the Cradle to the Stage
Prima che Peavy Wagner diventasse un imbarazzante incrocio tra Frate Indovino e Umberto Smaila, e quindi prima che i Rage diventassero definitivamente quell’ombra di loro stessi senza capo né coda che purtroppo sono adesso, esisteva un gruppone della Madonna che, nonostante vari cambi di formazione e casini assortiti, da quasi vent’anni – all’epoca di questo disco dal vivo – produceva album di primissima qualità, quando non capolavori assoluti. Di From the Cradle to the Stage presi la versione in doppio DVD il giorno stesso dell’uscita, l’avrò visto tipo un migliaio di volte e l’avrei fatto anche in occasione del suo ventennale, se non fosse che giace dentro qualche cartone chiuso da qualche parte e mi fa fatica andarlo a ritrovare. Comunque è tutto su YouTube, se volete. Insomma rivedere Peavy in forma sia di fisico che di voce mi ha un po’ riconciliato con lui e con i Rage, anche se non gli perdono certo l’ultimo album – pessimo – e la fase calante che hanno intrapreso ormai da qualche anno.
Vero è che Peavy ha sessant’anni, non è giovanissimo ma manco è vecchio e per la pensione manca ancora qualche anno, poraccio dovrà pure campare in qualche modo. Lo so, lo so. Però vedere l’epoca d’oro dei Rage “tecnici”, quelli con Smolski e Terrana, e confrontarla con quello sciapo chitarrista crucco che hanno ora, senza arte né parte, fa malissimo. Quindi concentriamoci sul disco: registrato in un piccolo club tedesco nel 2004, From the Cradle to the Stage fotografa lo stato dell’arte del trio Wagner/Smolski/Terrana, un po’ come successe con il precedente live Power Of Metal di dieci anni prima, che incorniciava la formazione “classica” Wagner/Schmidt/Efthimiadis in una prestazione dal vivo devastante, anche se purtroppo l’ultima, perché quel trio si sciolse poco dopo con l’abbandono di Schmidt. Questo non capiterà con Smolski e Terrana, che andranno avanti ancora per qualche disco, ma, se volete ascoltarli carichi come non mai, allora questo è il disco che vi serve.
La scaletta abbraccia praticamente tutta la discografia dei Rage fino ad allora, ovviamente ci sono parecchi pezzi da Soundchaser ma anche tanti classici tipo Suicide, Prayers of Steel, Firestorm, Refuge, Black in Mind, ecc. Ecco, se non siete d’accordo che una sola tra queste canzoni vale tutto l’ultimo album e di più, allora vuol dire che (s)ragionate come il medio fan dei Maiden per il quale Senjutsu >>> Somewhere in Time, ovvero non ascoltate con le orecchie ma con il cuore, organo più vicino al culo rispetto ai padiglioni auricolari che peraltro a volte può far anche brutti scherzi. Un fan critico è un buon fan, diversamente non servite a un cazzo. In ogni caso From the Cradle to the Stage è un ottimo disco dal vivo come ormai non ne fanno più, se non lo avete è tutto su YouTube ed è pure gratis: che aspettate? (Cesare Carrozzi)



visti live nel 2003, mamma mia che tritasassi!!!
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Carrozzi si sciacqui l’ano prima di bofonchiare sui Rage, che non è degno.
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