I vent’anni di Salvation dei CULT OF LUNA e l’importanza dei Cd masterizzati

Circa venti, venticinque anni fa il masterizzatore era il vero kingmaker della musica. Il kingmaker è quella figura che un tempo con i re, oggi con i governi, fa salire o cadere i regnanti agendo più o meno nell’ombra. Era quell’oggetto, il masterizzatore appunto, a decretare successi e insuccessi nell’industria musicale. Se non lo avevi eri un povero pirla. Se invece lo avevi eri invincibile. Potevi ascoltare qualunque band, a patto che qualcuno comprasse l’originale. Chiunque abbia circa la mia età, cioè intorno ai 40, sono sicuro si sia scambiato una montagna di dischi masterizzati a scuola. Anche noi della classe C del liceo Medi lo facevamo. In prima eravamo tutti d’accordo che i Maiden fossero i migliori e si ascoltava solo loro. Poi, in seconda, ci piombó in classe A.G.

Questi sono i Cult of Luna, non la classe C del liceo Medi

A.G. era un ripetente, ascoltava solo death e black, vestiva solo di nero ed era stato educato al metallo da suo padre. A.G. creò una faglia insanabile tra noi poveri sfigati che ci limitavamo a discutere se fosse più figa Aces High o The Trooper. Si crearono due fazioni. Alcuni, tra cui il sottoscritto, si fecero affascinare dai suddetti generi ascoltati da A.G. mentre altri, schifati dal growl e dalle chitarre a zanzara, scoprirono Luca Turilli e il power. Lo scambio pacifico dei masterizzati inizialmente resistette a questo terremoto, tant’è che io ricordo di aver ascoltato e apprezzato Power of the Dragonflame. Un giorno però scoprimmo che, nonostante glielo avessimo prestato con amore, loro Litany non lo avevano mai ascoltato veramente. Maledetti. Fu la fine del dialogo pacifico. Tuttavia, al buio, sul fondo della crepa, nacque un terreno neutro e fertile per ciò che non era power o black e death. Ci stavano i Katatonia, i Nevermore, ovviamente gli Slipknot e qualche cagata nu metal, e infine gli Isis. Con difficoltà ognuno di noi cercava di portare il suo contributo in quella terra di pace, al fine di ricostruire i buoni rapporti e io, sull’onda di un tiepido ma crescente interesse per la band di Oceanic, portai The Beyond dei Cult of Luna. Non venne preso troppo in considerazione, però. Poi a giugno 2004 arrivò la maturità e in seguito io e i miei compagni di classe ci separammo. Lo scambio di masterizzati era finito.

Come vedete, han fatto questa copertina tutta bianca apposta per dar fastidio a chi ha un sito con lo sfondo dello stesso colore

A ottobre dello stesso anno uscì Salvation. Non era molto invitante quella copertina con quel ghirogoro che mi sembrava un tribale che si facevano le ragazze sui lombari oppure i ragazzi sul braccio. Già avevo l’idea che la loro musica fosse un po’ pacchiana e paraculo, un tipo di musica che cerca di raggiungere picchi emozionali attraverso canzoni dai tempi dilatati e intensi crescendo dove gli ottavi (o sedicesimi, a seconda dei BPM) dritti la facevano da padrone. Bello il muro di suono cosiddetto, ma dopo un po’ che due coglioni. Lo status raggiunto dagli svedesi era però di quelli che non potevi ignorare e quindi fanculo, mi dissi, e lo comprai. A questo punto sarebbe interessante soffermarsi sulla potenza della pubblicità e del marketing: sapevo che questo disco non mi sarebbe piaciuto, e infatti non mi piacque e non mi piace per gli stessi motivi di cui sopra, e, puttana di una miseria, quando è uscita la lista di dischi da recensire questo mese ho tentato di evitarlo, ma poi Bargone ha chiesto se qualcuno poteva scrivere due righe e allora ok, ho pensato, me lo accollo io e me lo sono riascoltato per non scrivere stronzate basandomi solo su dei pregiudizi e perché penso che l’ultimo arrivato debba fare un po’ di gavetta prima di poter evitare le richieste del capo. Non avrei mai pensato di dover scrivere una recensione di questo disco, proprio quello col tribale in copertina. Sono convinto che Salvation faccia la felicità di chi apprezza il genere sludge post-metal. Se siete tra quelli è sicuramente un capolavoro, alcuni momenti sono innegabilmente superbi. Io passo.

Voglio però occupare lo spazio rimanente per ringraziare A.G. Se stai leggendo queste righe, dovunque tu sia, sappi che sei ancora il mio mito, il mio fratello maggiore. Prima di internet, prima di Metal Shock c’eri tu. La (mezza) stroncatura dei Cult of Luna la dedico a te. So che apprezzeresti. (Luca Venturini)

7 commenti

  • Avatar di Squalo

    A sto punto mi sa che Venturini ha perso qualche scommessa e la pena è scrivere svariate amenità per trollare e misurare la temperatura tra gli utenti del sito.

    Spero gli lascerete in mano solamente roba poco interessante perché d’ora in avanti non penso avrò altro tempo da buttare.

    Almeno gente come il Carrozzi qualche risata te la strappa.

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  • Avatar di trainspotting

    UN CD MASTERIZZATO È COME IL VI’ COL BISOLFITO

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  • Avatar di nxero

    Credo che i Cult of luna abbiano avuto un processo di maturazione assai lungo, “The Beyond” era decisamente un tributo svedese ai Neurosis e, fino a “Somewhere long the highway”, erano un gruppo assai derivativo ma da lì in poi è un’altra storia “Mariner” su tutti, ma anche “Vertikal” stanno lì a dimostrare la bravura della band che credo sia indiscutibile. Per fortuna che ancora ci sono gruppi ai quali viene data la possibilità di crescere col tempo. Se non piacciono perché non rientrano nei gusti musicali di una persona è un altro discorso che non so quanto valga la pena fare.

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  • Avatar di Fanta

    Venturì, lassa perde sta roba. Lo sappiamo quello che vale e ciò che invece si può trascurare dei Cult of Luna. Dije de no a Bargone quando te affibbia sta roba de confine che non serve a un cazzo. Sta rubrica è bella che finita, ragazzi, damose una svejata che altrimenti me tocca pure dà ragione a Fuzz Fuzz.
    Ci sono tre dischi tre quest’anno, per dire, nel death metal che avete proprio schivato a buffo. Bona la seconda de Belardi con Skeleton Remains, bona pure la prima con Necrot. Tiè, discreta pure la terza coi Nile di quest’anno strano, sospeso in qualche cazzo di altrove, eterotopico.
    Ma date retta:
    Vile Rites – SenescenceLaceration – I ErodeDefacement – Duality

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    • Avatar di Luca Venturini

      Sì hai ragione, solo che ho un contratto a tempo determinato e non ho la tessera del sindacato. Non posso fare granché per impormi.

      Per quanto riguarda i dischi che hai consigliato penso siano usciti prima che arrivassi. Magari li inserisco in un prossimo recuperone. Adesso attendo Mitochondrion e sto ascoltando i Mother of Graves ma, mah, non so se faccia per me. Magari due righe le scrivo comunque.

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  • Avatar di Fanta

    Riscrivo, così non si capisce nulla. Perché tra l’altro si scompagina in questo modo?

    Vile Rites – Senescence

    Laceration – I Erode

    Defacement – Duality

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