ROTTING CHRIST // BORKNAGAR // SETH @ Audiodrome, Moncalieri (TO) – 06.10.2024

6 novembre all’Audiodrome di Moncalieri, data presa al volo perché il nomi sul cartellone ci solleticano assai; del resto se il primo gruppo della serata sono i Seth, finiti nella nella poll del 2021 dei tizi di metal skunk con il miglior disco dell’anno, cosa può andare storto?

Oggi niente va storto, anzi, migliora, perché, non appena ci incontriamo, il demone Griffar ci rivela che a dieci metri da noi si sta tenendo la sagra della trippa di Moncalieri. Quando sono in trasferta per concerti io non ho orari, quindi se mi metti di fronte alla trippa alle cinque del pomeriggio, conscio del fatto che qualcosa dovrò comunque mangiare e che in genere nei locali dove si tengono i nostri pregiatissimi eventi al limite rimedi un panino con dentro l’equivalente di un Wudy Aia e forse una bustina di ketchup pagato in lingotti d’oro, io mi sparo la trippa in umido alla faccia tua. Morbida, saporita ma gentile, e senza usare l’espediente della mentuccia tipica della preparazione romana (buonissima pure quella). Griffar ci fa assaggiare anche una preparazione della stessa sotto forma di insaccato, cosa che trovate solo in questa zona. È ovviamente una cosa che deve avere un posticino speciale nel Valhalla, posta su un tavolo dedicato agli eroi che hanno compiuto qualche impresa di particolare coraggio ed eroismo, e che noi oggi possiamo accompagnare da birre di pregevole fattura recuperate nei numerosi banchetti dei birrifici locali. Fortunatamente non tutti i rivenditori hanno il Pos e io ho poco contante, perché altrimenti mi sarei fatto seppellire sotto la quantità invereconda di formaggi, tutti lì messi in bella mostra. Amici, segnatevi la festa della trippa a Moncalieri perché spacca a livelli piuttosto alti.

seth

Chiusa la parentesi ristoro ci dirigiamo al locale, piccolino e adatto agli eventi di nicchia, si vede bene e si sente bene, posto che i suoni siano trattati come si deve. Quando si aprono le danze in effetti sembra che buona parte dei potenziometri sia girata verso il basso, chitarre basse e impastate, cassa non amplificata. La cosa penalizzerà ahimè il concerto dei Seth, che comunque si prodigano per rimanere impressi nella memoria degli astanti e per consegnare uno spettacolo degno a coloro che sono venuti per loro. Non solo ci riescono, ma guadagnano sicuramente nuovi adepti, visto che la prestazione è stata comunque impressionante (e il loro banchetto preso d’assalto subito dopo). Saint Vincent, bardato con un piviale rosso, canta incitando il pubblico ogni volta che è possibile, che a sua volta risponde a tono gridando e alzando i pugni mentre le sinistre atmosfere della loro musica impregnano l’aria. Mi domando che casino avrebbero tirato su con i volumi impostati per bene, visto che nonostante tutto i pezzi nuovi hanno reso bene, con il culmine giunto sull’unico estratto da Les blessures de l’âme, primo lavoro della band.

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Sui Borknagar se ne sentono di ogni: chi ne apprezza solo i primi due, chi è legato al periodo di mezzo con quel pazzo geniale folletto di Vintersorg, chi è più legato ai lavori con Vortex, chi si fa due palle tante perché a furia di fare cose strane finisci per tenere i piedi in troppe scarpe e dunque qualcuno, necessariamente, te lo perdi. Sapete, la diatriba musica sticazzi/musica mecojoni. Io ho sempre teso al secondo gruppo, adorando sia il primo periodo che quello con Vintersorg alla voce, il resto tende a piacermi, magari senza stracciarmi le vesti e senza saperne le canzoni a menadito. Però ecco, i Borknagar dal vivo spaccano. Anche qui qualche problemino sui suoni (finalmente impostati su mid) che ha causato qualche smarmello all’inizio. Risolto l’intoppo, il concerto è stato una bomba e ci trasporta nelle atmosfere naturali richiamate dagli ultimi dischi, cui è dedicato il novanta percento della scaletta. Il suono è avvolgente, i riff sono chiari e le tastiere aprono su atmosfere che richiamano montagne, picchi innevati e foreste mentre le poiane che strillano alte sopra le pareti rocciose. Si, lo so che fa male al cuore non sentire niente da The Olden Domain, e non hanno fatto neppure Ocean Rise: i pezzi più vecchi sono stati Dauden e Colossus, tutto il resto da Winter Thrice in su. Il punto è che quello che fanno lo fanno bene, suonano bene e si fanno prendere bene. Lars Nedland è un’entusiasta, suona, si agita mentre canta e contrasta con gli altri membri del gruppo, ognuno con la propria attitudine. Non c’è uniformità, Vortex è un rocchettaro rozzo e casinaro che torreggia sull’ampli mentre declama le sue strofe, mentre Øystein Brun, serio e impassibile, suona i suoi riff come se fosse la cosa più importante del mondo; questa disomogeneità si riflette sulla musica che perde un po’ di quella patina presente sui dischi più recenti. Se siete del gruppo sticazzi forse non avreste cambiato idea, ma, se mi chiedete se vale la pena vederli oggi dal vivo, io vi rispondo con convinzione: sì.

rc

I Rotting Christ sono semplicemente degli ultrá giunti dal Tartaro, e stasera Sakis fa di tutto per far venire giù il cielo. Cosa vuoi chiedergli di più, hanno iniziato da subito compatti e quadrati a martellare pescando prevalentemente pezzi fisici, di cui ben quattro tratti da Aealo e aprendo subito con l’eponima di quest’ultimo. Le pause tra un pezzo e l’altro sono brevissime, Kostas e Kostis (si chiamano così, questa sera rappresentano l’equivalente satanico di Mimí e Cocó) ormai sono integrati perfettamente e contribuiscono non poco nel rievocare lo spirito dei trecento spartiati eroi guerrieri delle Termopili: Sakis è il condottiero e incita la folla che salta e grida UH UH UH mentre i tamburi di Themis battono imperterriti e le chitarre fischiano. Solo due gli estratti dal recente Pro Xristou e una dal precedente, che nel fomento generale hanno reso magnificamente. Non c’è molto altro da dire: se non vi piace ‘sta roba la porta è quella, ché non siete degni. La scaletta è la seguente, mancano ovviamente una marea di pezzi che avremmo voluto sentire per i 35 years of evil existence ma, credetemi, era perfetta così. (Maurizio Diaz)

Aealo
Pretty World Pretty Dies
Demonon Vrosis
Kata Ton Daimona Eautou
Like Father Like Son
Pir threontai
Elthe Kyrie
Sign of Evil Existence
Non Serviam
Societas Sathanas
In Yumen Xibalba
Grandis Spiritus Diavolos
The Raven
Chaos Geneto
Noctis Era

 

7 commenti

  • Avatar di Demona

    “I Rotting Christ sono semplicemente degli ultrà giunti dal Tartaro e stasera Sakis fa di tutto per fare venire giù il cielo” APPLAUSI!!! Sintesi perfetta di cio’ che è stato anche a Bologna (rosico un po’ per il fatto che a Torino hanno suonato Chaos Geneto!)

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  • Avatar di Paola Rinaldi

    Magnifici Rotting Christ a Bologna, lì avrei ascoltati per ore…😍

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  • Avatar di Simone Amerio

    Seth bravi, penalizzati dal suono. Forse in tutto l’Audiodrome saremo stati in dieci a conoscerli.

    Io sono uno dei pochi che ama tutti i dischi dei Borknagar, anche se sono consapevole che i fasti sono lontani e che con questa formazione si concentrino maggiormente sul nuovo corso. Suoni non perfetti però fanculo ero in seconda fila davanti a Vortex che è enorme, sudatissimo e mandava i baci al pubblico e a parte “Grazi mille” ci ha salutato in spagnolo. E mi hanno fatto Up North, una delle loro canzoni più belle secondo me.

    Rotting Christ che dire…se non li avete mai visti correte. E ‘sti cazzi se non hanno fatto molti estratti dai primi dischi, e se dal vivo paiono più hard rock od heavy metal che black. Sakis è un animale da palcoscenico e poi ha subito imparato ad urlare “Porco Dio” e queste sono soddisfazioni.

    Cmq tenete d’occhio gli eventi all’Audiodrome, ci sono spesso eventi interessanti

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  • Avatar di Cpt. Impallo

    Tema: descrivi il paradiso. Svolgimento:

    Rotting Christ, Borknagar e sagra della trippa.

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