Avere vent’anni: MEGADETH – The System has Failed
Quando il primo decennio del terzo millennio si approssimò alla metà, era già diventato chiaro a tutti che il supporto fisico come prodotto di consumo di massa era morto. Tutte le band che avevano azzardato svolte commerciali ardite nella speranza di sbancare avevano cominciato da un pezzo a rientrare nei ranghi, consci che lo zoccolo duro dei metallari sarebbe rimasta l’unica fonte residua di redditi che decrescevano in modo rapidissimo. Dopo il disastro di Risk, che aveva portato allo sfascio della formazione storica, Dave Mustaine cercò di risollevarsi con un album dignitoso e tutto sommato discreto come il, chissà perché, vituperatissimo The World Needs a Hero. L’errore fatale fu reclutare alla batteria Jimmy DeGrasso che, come è noto, porta una sfiga pazzesca. A Dave vennero i calcoli renali e gli furono prescritti oppioidi per limitare il dolore. Ci ricascò, riuscì a ripulirsi abbastanza presto ma al centro di riabilitazione una notte si addormentò su una sedia. Per poi svegliarsi con un nervo radiale schiacciato. Secondo la prima diagnosi, non avrebbe più potuto suonare la chitarra come prima. Ruppe pure con la moglie per un po’. Poi arrivò la conversione al cristianesimo, comprensibile se ti è successa tutta questa roba in poco tempo. I Megadeth non esistevano più.
Nell’aprile del 2003 Mustaine si esibì per la prima volta in pubblico dopo due anni di inattività a un evento di beneficenza suonando quattro pezzi (per la cronaca: Symphony of Destruction, Use the Man, Promises e a A Tout Le Monde). Gli tornò la mano e decise di incidere un album solista. Alla batteria, nota di surrealismo assoluto, venne ingaggiato Vinnie Colaiuta, session ubiquo che ha suonato con Frank Zappa, Jeff Beck, Sting, Joe Cocker, tante stelle del jazz e una lista lunghissima di altri pesi massimi, inclusi Eros Ramazzotti e i Backstreet Boys. Alla chitarra fu richiamato Chris Poland, anch’egli in qualità di session. Al basso l’esperto Jimmy Sloas, attivissimo in campo… Country.
La Emi riuscì a convincere (o costringere) l’irascibile rossocrinito a pubblicare The System Has Failed a nome Megadeth. Del resto era l’album più thrash e aggressivo da parecchio tempo a quella parte. I riff di Blackmail the Universe e Kick the Chair cercano di ricollegarsi, come suoni e struttura, a Rust in Peace. Così come nelle parti meno sparate si sentono i richiami a Countdown to Extinction o a fasi ancora più commerciali, in particolare quando viene azzeccata la linea vocale (Die Dead Enough).
Il disco ebbe vendite soddisfacenti, la critica ne parlò piuttosto bene, e in generale lo ritenne un riuscito ritorno al passato. Io all’epoca lo accolsi con sufficienza, o peggio. The World Needs a Hero aveva più canzoni. Riascoltato oggi, The System Has Failed mi è parso migliore di come lo ricordassi, per quanto continui a reputarlo inferiore al predecessore. Resta un lavoro poco ispirato, ha i suoi momenti ma troppi pezzi non lasciano il segno e, tutto sommato, gli preferisco un prodotto di routine sfigato come Th1rt3en.
Fu nondimeno una resurrezione dopo una morte presunta, una ripartenza che, fallito il tentativo di reunion della formazione di Rust in Peace e reclutati i fratelli Drover, preluse a una nuova epoca della storia della band e fissò le coordinate e il perimetro della formula classica da continuare a portare avanti una volta sfumati del tutto certi sogni di gloria. Da allora Mustaine, pur cambiando membri a ritmi vertiginosi, riuscì a mantenere il gruppo stabile e prolifico, con un solo vero scivolone (l’atroce Super Collider) e guizzi inaspettati come Endgame o l’ultimo, sorprendente, The Sick, The Dying… And the Dead! Con tutti i suoi limiti, The System Has Failed rimane tuttavia una delle più potenti testimonianze della caparbietà incrollabile di un musicista che, superata la sessantina, è creativamente molto più vivo e in salute di quasi tutti i colleghi della sua generazione. A partire da quelli là con cui non ha mai smesso di sentirsi in competizione. (Ciccio Russo)

Jimmy DeGrasso si presenta a un’audizione
Il disco ebbe vendite soddisfacenti, la critica ne parlò piuttosto bene, e in generale lo ritenne un riuscito ritorno al passato. Io all’epoca lo accolsi con sufficienza, o peggio. The World Needs a Hero aveva più canzoni. Riascoltato oggi, The System Has Failed mi è parso migliore di come lo ricordassi, per quanto continui a reputarlo inferiore al predecessore. Resta un lavoro poco ispirato, ha i suoi momenti ma troppi pezzi non lasciano il segno e, tutto sommato, gli preferisco un prodotto di routine sfigato come Th1rt3en.
Fu nondimeno una resurrezione dopo una morte presunta, una ripartenza che, fallito il tentativo di reunion della formazione di Rust in Peace e reclutati i fratelli Drover, preluse a una nuova epoca della storia della band e fissò le coordinate e il perimetro della formula classica da continuare a portare avanti una volta sfumati del tutto certi sogni di gloria. Da allora Mustaine, pur cambiando membri a ritmi vertiginosi, riuscì a mantenere il gruppo stabile e prolifico, con un solo vero scivolone (l’atroce Super Collider) e guizzi inaspettati come Endgame o l’ultimo, sorprendente, The Sick, The Dying… And the Dead! Con tutti i suoi limiti, The System Has Failed rimane tuttavia una delle più potenti testimonianze della caparbietà incrollabile di un musicista che, superata la sessantina, è creativamente molto più vivo e in salute di quasi tutti i colleghi della sua generazione. A partire da quelli là con cui non ha mai smesso di sentirsi in competizione. (Ciccio Russo)

The System Has… What?
A parte la battuta, articoletto carino e condivisibile,Il buon Mustaine, pur con tutti i suoi limiti e difetti, è almeno 2 spanne sopra a quelli lù (e la ù di Lulù non è un refuso).
Certo, a me come credo a moltissimi, la formazione Mustaine, Friedman, Ellefson e Menza resterà sempre quella dei Megadeth di album assoluti (ancora oggi, a quasi 49 anni, mi stupisco di come un Rust In Peace, un Countdown To Extinction o anche molti brani di Youthanasia e Cryptic Writings riescano ad esaltarmi).
Ma credo che il nostro, prima di ritirarsi a vita privata per sempre producendo vini in Toscana come una qualsiasi Megaheidi, ci regalerà ancora qualche soddisfazione!
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Vini nelle Marche*
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in scala temporale il migliore dei Megadeth da Youthanasia ad oggi per quanto mi riguarda
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Mi rricordo il concerto del tour a supporto dell’album. Con i Diamond head a supporto all alcatraz. Ho avuto l’acufene per una settimana 😁😁😁
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La vvoce non mi è mai piaciuta o meglio non è in sincrono con la musica che fa, per il resto un grazie assoluto per essere uno dei tanti che ha contribuito a rendere il thrash la musica migliore del mondo
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