Si fa presto a dire NWOTHM: quello che abbiamo tralasciato nel 2023, in pillole

La NWOTHM, qualsiasi cosa essa sia, è una delle scene più floride in circolazione. Incredibile, se ci pensate. Ma fioriscono in continuazione dozzine di band letteralmente da ogni aprte del globo e tutti vogliono armarsi di spadoni e armature. Noi non possiamo che gioirne. Della scorpacciata fatta l’anno scorso, diversi nomi non abbiamo fatto a tempo o ad inserirli nei nostri rotocalchi, o proprio ad ascoltarli. Gennaio porta con sé buoni propositi. Uno di questi è quello di recuperare quanto di buono avevamo lasciato indietro nel metallo tradizionale. Occhio, alcuni di questi titoli meritavano di essere celebrati. E se altri non ne trovate inclusi, ah-men. Può anche darsi che non ci siano piaciuti.

DESTRUKT (FRA) – The Ascent

Solo un demo, o Ep, boh. Comunque: tre brani. Tirati e pesanti. Heavy metal classico, battagliero, voce femminile, francesi. Pensate ai Meurtrières, magari, ma più che altro i Destrukt seguono gli Smoulder, sul loro campo di battaglia. Freschi freschi, The Ascent è solo un piccolissimo esordio di metal sword & sorcery battagliero, affilato, pesante. Solo un piccolo esordio, ma fa davvero ben sperare per il futuro. La legione francese si rinforza con un gruppo promettente. Aspettiamo la prossima mossa.

CYPHER SIGNALS (MEX) – Transverberation

Genere praticamente lo stesso. Sottoinsieme anche (voce femminile), però i Cypher Signals sono messicani e Transverberation è un album intero. Buono, senza strafare, e noi lo si ascolta, senza stravedere. Meno rozzi, hanno diverse influenze prog e psichedeliche. Roba su cui punterei per distinguermi. La voce invece rimane un po’ troppo anonima. Meglio nell’unico brano cantato in lingua madre. Va da sé che migliorano, in termini di originalità, col cantato in spagnolo. Da qui a dire che potrebbero tirare su un disco intero di hispanidad battagliera, non so. Vedremo. Un po’ ci spero.

LEGENDRY (USA) – Time Immortal Wept

Time Immortal Wept è sicuramente uno dei dischi lasciati indietro l’anno scorso che più di tutti meritano di essere recuperati e goduti. Non so bene cosa ci sia di epico a Pittsburgh, la loro città d’origine. Conisco dell’ottimo r’n’r, semmai, da quelle parti. Invece i Legendry nell’epico ci sguazzano, dal metallo fantasy, al folk, al progressive anni ’70 più sognante. Certi passaggi, cori, organo, tirano in ballo gli Uriah Heep, o quell’hard rock lì. A dispetto delle borchie mostrate in foto, i Legendry sono cortesi e velenti. Stanno dalla parte del Bene e suonano un metallo tradizionale positivo, sognante, tipo i Blazon Rite. Forse meglio, o, almeno, io penso così. Di tutti quelli tirati in ballo oggi, forse quelli più debitori dei Manilla Road e anche quelli che ne rispettano e ne mettono a frutto l’eredità.

TOWER HILL (CAN) – Deathstalker

Belli a manetta i Tower Hill, con la copertina sword & sorcery tettonica e fumettosa. Li avevo adocchiati con l’esordio su Ep nel 2021, ma Deathstalker è l’esordio vero e proprio. Vi deve piacere il versante più pulito, muscoloso e triggerato del filone. Insomma, il lato Visigoth ed Eternal Champion. Nulla da dire, nulla da togliere ai Tower Hill, in quanto a tecnica, in quanto a forma. La scrittura invece va col pilota automatico, pare un esercizio di stile e i brani non si distinguono tra loro. Nemmeno da quelli di decine di altre band. Metallo scintillante, anche se veri guizzi per ora i Tower Hill non ne offrono. Però qualità se ne sente. Aspettiamo la prossima pugna.

BERGFRIED (GER) – Romantik II

Dei Bergfried ci eravamo già occupati. Per la precisione ai tempi del primo Ep. Romantik II, lo dice il nome, è il secondo ed è pure ben più corposo, supera la mezz’ora. E conferma quanto di buono già si pensava dei tedeschi che non amano farsi fotografare. Continuo a spacciarli per i Blondie della NWOTHM e credo con questo di far loro un gran complimento. A questi qui manca davvero poco per tirare fuori il singolo, quello radiofonico, quello che se non fa il botto almeno lo meriterebbe. In altri tempi, May the Devil Pull Me Under sarebbe passata pesantemente alla radio. Bei tempi, sarebbero. Ma c’è pure del metallo romantico medievaleggiante e melodie cinematografiche, No One Saves You. Cavolo volete di più. teneteli sott’occhio, pure voi.

NIGHTBOUND (POL) – Howling of the Night

I polacchi Nightboud in pratica riprendono il discorso da dove l’avevano lasciato gli In Solitude, prima però dell’ultimo disco. Li ricordate, gli In Solitude? Erano fichi. Quindi: metallo ottantiano occulto e orrorifico che senza i Mercyful Fate non sarebbe andato da nessuna parte. Howling of the Night è un Ep di esordio, sgraziato e generoso come era il metallo nel decennio di Craxi e Cernobyl. Quell’atteggiamento occulto, sopra le righe, che a noi garba sempre. Ancora acerbi e ci sta, anche perché è uno stile che si basa anche su un certo approccio naif che non può essere troppo ricercato o rifinito.

RECEIVER (CYP) – Whispers of Lore

Chiudiamo coi Receiver, che confermano il buon momento del metallo tradizionale cipriota (nel senso di suonato da ciprioti, non cge abbia un carattere nazionale davveto). E finiamo cone abbiamo iniziato, con un esordio di metallo epico e maideniano con voce femminile. Nikoketta Kyprianou non ci mette nascosto mezza smanceria. Non potentissima, ma cupa e seria. Anche i Receiver sono ancora acerbi, ci mancherebbe. Ma da seguire. Speriamo il Mediterraneo continui a sfornare gruppi validi, speriamo abbiano tempo e modo per maturare. (Lorenzo Centini)

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