Il futuro che ci attende: il tour mondiale dei KISS nel 2055

Dopo un tour di addio più lungo della carriera di molte band, pochi giorni fa i KISS si sono esibiti in quello che sembra davvero sarà il l’ultimo concerto della loro saga cinquantennale. Il finale col botto li ha visti annunciare l’avvento di una “nuova era” che sa di deificazione e promessa di immortalità alla maniera degli imperatori dell’antica Roma.

Dopo l’ultima canzone (Rock and Roll All Nite, ovviamente), sono apparsi degli avatar virtuali degli stessi a cui verrà affidato di portare avanti la loro leggenda nell’immediato futuro e forse anche post-mortem. Cosa questo possa significare in concreto non è ancora affatto chiaro (un tour classico in cui sono questi spiriti a esibirsi in stadi e palazzetti?) ma credo e temo lo scopriremo abbastanza presto. Eviterei ora di soffermarmi sulle considerazioni relative all’avidità del duo Simmons/Stanley e alla volontà di mungere la vacca oltre i naturali confini di spazio e tempo, poiché le reputo riflessioni superflue, tanto più se applicate a gente che è arrivata a mettere il proprio marchio anche sulla carta igienica e quindi perfettamente in linea con i personaggi in questione.

carta igienicaA prescindere dalla novità in sé, che comunque sembra marcare un salto tecnologico notevole anche rispetto al tour con gli ologrammi di Ronnie James Dio (dietro a questa “New Era” c’è la Industrial Light & Magic di George Lucas), la cosa interessante è che sembra di intravedere uno dei futuri possibili per quando tutte le nostre rockstar preferite saranno morte e sepolte. Che poi forse, fra tutti, quelli che avevano meno bisogno del supporto tecnologico per sopravvivere erano proprio i KISS stessi in quanto già soprannaturali nella loro stessa essenza. Non mi è necessario uno sforzo di fantasia particolare per immaginare una conversazione del 2055 in cui un ragazzino dice “mamma stasera esco che vado a vedere i KISS”: il vampiro, il figlio delle stelle, il gatto e l’uomo dello spazio sono maschere anche più grandi di chi le indossa. Nel lungo periodo i personaggi potrebbero anche far dimenticare gli interpreti originali (sostituzione peraltro in parte già avvenuta).

Come il Napoli o il Milan esistono ed esisteranno anche dopo Maradona o Gianni Rivera, tutto sommato anche i KISS possono sopravvivere a loro stessi. Il discorso però si fa più complesso in relazione a gente senza superpoteri ma con nome e cognome. Siamo oramai piuttosto vicini al momento in cui i nostri beniamini (i pochi rimasti) non saranno più fisicamente in grado di stare neanche in piedi, e credo saremo presto testimoni di cambiamenti epocali nella fruizione e nel concetto stesso di musica dal vivo. Soprattutto in relazione al rock and roll, in quanto genere non ancora storicizzato in senso pieno (nel senso di ancora inscindibile dall’autore/performer), è possibile che si vadano ad aprire scenari completamente nuovi per il music business e in particolare per la dimensione del live. Sono anni ormai che andando ai festival vediamo sempre e solo i soliti nomi scritti in alto ed è da un po’ che ci continuiamo a chiedere chi sarà a far vendere i biglietti una volta che i vari Ozzy, Judas Priest e Iron Maiden non saranno più in grado di fare il loro mestiere (perché puoi fare un festival di quattro giorni con duecento gruppi ma alla fine i biglietti li vendi sempre con gli stessi).

kiss marvel

In generale non è improbabile che tutto il variegato universo di gruppi cover, tribute band, doppelganger, cloni e spettacoli a tema possano diventare una cosa perfettamente accettabile; cosa che peraltro già accade in qualche misura per l’opera, il liscio o la classica, generi che presentano musica esclusivamente “di repertorio” in cui il performer o compositore originale non è mai presente e la cosa non sembra destare la preoccupazione di nessuno. Non ho mai sentito di nessuno indignato perché durante un’esecuzione della Nona Sinfonia non ci sia Beethoven lì presente a dirigere l’orchestra (un esempio cretino, lo so, ma chi vuol capire avrà capito). E se sarebbe difficile accettare una deriva simile, sarebbe ancora più difficile immaginare un mondo in cui l’ascolto venga relegato per sempre alla sola ed esclusiva dimensione casalinga della riproduzione su qualche supporto. La musica trova un suo senso anche nella condivisione con gli altri, cosa che i metallari, se possibile, sanno meglio di tutti.

Per dire, sono abbastanza certo che cose che noi oggi consideriamo obbrobri assoluti come i musical stile Brodaway costruiti intorno a brani e band del passato più o meno remoto, nel lungo periodo possano divenire la normalità. In un futuro non troppo lontano ci saranno persone che considereranno l’andare a vedere il musical di Jagged Little Pill di Alanis Morrissette una cosa perfettamente normale e non degna di biasimo anche solo per l’essere stata concepita. E se noi di sicuro continueremo a rifiutarci di andare a vedere spettacoli del genere non sarà necessariamente lo stesso per chi verrà dopo. Insomma, ci aspettano tempi durissimi. Ma noi per fortuna almeno Lemmy dal vivo l’abbiamo visto. (Stefano Greco)

3 commenti

  • Avatar di TonyLG

    Boh, io spero in futuro di essere sufficientemente curioso da evitare di rivolgermi al passato con simili iniziative necrofile. Posto che, se capita, una cover band me l’ascolto volentieri, qui siamo oltre. È lo sfruttamento dell’Alzheimer di chi non si arrende tanto al tempo che passa , ma ai cambiamenti che ciò inevitabilmente comporta. Cioè, adoro i Maiden, ma ormai sono bolliti e lo accetto serenamente. Non spenderei più soldi per vederli dal vivo, figuriamoci in avatar.

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  • Avatar di weareblind

    Ultima frase perfetta.

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  • Avatar di TheTraitor

    Sicuramente i Kiss sono i primi ( sempre stati un passo avanti per quanto riguarda il business) ma di certo non saranno gli ultimi. Alla fine è una questione di soldi, se un nome vende chi lo possiede farà di tutto per guadagnare il più possibile per più tempo possibile. È più facile vendere una leggenda che la realtà. Chissà, magari continueranno anche a fare dischi, scritti da una IA cui è stata data in pasto l’opera omnia dell’ artista in questione. E tutti correranno ad ascoltare perché non si può mica criticare un gruppo leggendario che suona da cent’anni e un genere l’ha inventato, esattamente come ora.

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