Dieci ragioni per cui non bisogna mai perdersi i NECRODEATH dal vivo
Torno troppo tardi dal recupero di un amico che aveva parcheggiato lontano, dopo aver assistito all’ultima parte dell’esibizione degli Enemynside, rodati veterani della scena romana. E non avevo staccato da lavoro abbastanza presto per gli Hammer dell’illustre Ricchard, che era stato compagno mio e di Charles nella trasferta alle Svalbard per i Manowar. Ci faccio due chiacchiere fuori dal Defrag e mi spiega di averli visti ad Atene con i Rhapsody e i Rotting Christ, cioè il concerto la cui perdita mi fa rosicare di più in assoluto dopo il Gods of Metal con Black Sabbath e Pantera (vabbè, alla fine ero ancora minorenne).
Non rientro quindi in tempo per i primi pezzi, presumo estratti da Singin’ in the Pain, disco che ho apprezzato ma che non ho accolto con l’entusiasmo di Stefano Mazza (il mio preferito del post-Draculea resta The Age of Dead Christ). Sarei stato curioso di ascoltare Gang Fight e Transformer Treatment, magari mi dite voi quali hanno suonato. Arrivo nel pieno di Choose Your Death. Seguono The Triumph of Pain, tra i brani più immediati ed efficaci delle ultime produzioni, e una Red As Blood da sbrocco che mi spinge a lanciarmi in prima fila a cantare. Poi mi abbattono con una tripletta da Mater of All Evil. Andare ai Necrodeath è sempre un’idea eccellente per tantissime ragioni. Ci limitiamo ad elencarne dieci.
- Perché suonano un’ora e qualcosa ma anche se suonassero due ore non ne avresti abbastanza. Che sembra una frase fatta ma non è mica così scontato. Non deludono mai. Mai.
- Perché hanno talmente tanti potenziali singoli in scaletta che stasera possono pure permettersi di lasciare fuori Master of Morphine e recuperare la title-track del loro disco più sottovalutato. Comunque ci fomentiamo tutti come pazzi.
- Perché quando finiscono ti ricanti in testa per ore non solo i pezzi che hanno suonato ma anche quelli che avresti voluto sentire.
- Perché nei giorni successivi al concerto ripassi tutta la discografia, inclusi gli episodi che non ti avevano convinto. E capisci, per esempio, che se Draculea è considerato così male è perché non mantiene le promesse dopo due canzoni pressoché perfette.
- Perché la loro maniera di evocare atmosfere macabre è la stessa del miglior horror italiano.
- Perché Flegias rimane un frontman con pochi pari per come coniuga carisma e giovialità. Come diceva Auriemma a proposito di Marek Hamsik, vorresti Flegias nello stato di famiglia.
- Perché Peso non è il solito batterista thrash. Come scrisse il Belardi, è tra i pochi nel settore che hanno uno stile in grado di essere subito riconoscibile anche tra altri cento, che sembra un’altra frase fatta ma non è scontato. Per trovare altri colleghi della sua generazione in campo estremo che riescono a dare un ruolo così organico ai tom bisogna arrivare a gente come Hellhammer. Ai Necrodeath ho portato più volte amici batteristi che ascoltavano tutt’altro e sono sempre rimasti colpiti.
- Perché il fatto che si siano comunque esibiti a quel famigerato festival diventato meme è un segno di grande signorilità.
- Perché il non essere riusciti a compiere il salto internazionale che avrebbero meritato potrebbe anche essere legato, in parte, a un’italianità così spiccata da essere non del tutto esportabile, come certo cosiddetto dark sound nostrano. Un loro limite è che sono davvero troppo nostri.
- Perché, citando Mater of All Evil, they are the fathers, e, come avviene per tutti i padri, non sappiamo per quanto saranno ancora in giro. Quindi dobbiamo cercare di trascorrere con loro più tempo possibile, finché ne abbiamo l’occasione.

Posso solo sottoscrivere tutto. Il punto 8 è fenomenale.
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Torno pure io al punto 8, visto che a quel festival c’ero (praticamente giocavo in casa): si sono dimostrati dei veri signori, concedendo bis e tris, senza aver beccato nemmeno un euro di rimborso. Non c’è niente da fare, il miglior gruppo metal italiano ancora su piazza.
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Eri lì? Ma facci un 5-6 pagine di resoconto. Io ancora non mi capacito.
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Chi è del posto conosce benissimo il paese dove avrebbero dovuto organizzare il mega festival: ci sono 3 hotel a conduzione familiare nel raggio di 20 km, nessun campeggio e scarsissimi mezzi pubblici. La location è un campo da calcio mezzo abbandonato nel nulla più cosmico della Valle. Quindi, visti i nomi che avevano presentato, era già praticamente impossibile realizzare un festival del genere. Non c’è neppure il posto x parcheggiare più di 3 bus, figurati gruppi di un certo calibro di quanto spazio han bisogno. Cmq, i giorni prima era prevista la PFM (saltata, ho amici che ancora aspettano il rimborso) e un tributo ai Pink Floyd (pure quello saltato). Solo la serata Michael Jackson l’hanno mantenuta… Il giorno del “festival” c’era un punto ristoro con pane e salamella + patatine fritte. Stop. Niente altro da mangiare (e si fottano i vegani e tutte le religioni che non prevedono carne di porco nella dieta). Il personaggio organizzatore di cui non serve fare il nome a una certa si è defilato perché c’era gente dalla Finlandia – venuti appositamente – che volevano menarlo. In tutto questo han suonato 2 gruppetti local e i Necrodeath che praticamente si sono trovati come headliner alle 6 di sera. A seguire il nulla cosmico…
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Grazie. Veramente oltre i confini della realtà.
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Band mai abbastanza considerata.Prima per eccessiva esterofilia dei metallari italiani,poi hanno ricevuto apprezzamenti,grazie ai complimenti dei loro colleghi stranieri.Ora molti li danno per finiti ,forse perché è rimasto solo Peso della formazione originaria. Certo potrebbero fare le copertine dei loro dischi un po’ più decenti.
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Ordinaria amministrazione di ogni band metal italiana
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