La finestra sul porcile: Demeter – Il risveglio di Dracula

Il 10 agosto scorso mi sono recato al cinema per la seconda volta consecutiva alla vecchia maniera. Niente multisala con personale in camicetta e cappellino come in un fast food, ma una persona in biglietteria estremamente competente e una struttura che, fatta eccezione per il giardino con proiettore all’aperto e chiosco di ristorazione annesso, mi ha riportato indietro agli anni Novanta. Non so se riuscirò a tenere duro e continuare a frequentare luoghi del genere a lungo, ma l’impegno da parte mia non mancherà e di certo continuerò ad essere affranto nel vederli scomparire uno ad uno.

Stavolta ero oltretutto obbligato a vedere Demeter – Il risveglio di Dracula, essendo la pellicola stata diffusa in sole trentadue sale cinematografiche italiane. Una delle quali, appunto, a un chilometro dal terrazzo da cui sbraitano i miei cani. Per intenderci, Shark 2 con Jason Statham, che è praticamente ovunque, e Il mio vicino Totoro, con ben 160 sale, hanno ottenuto una superiore visibilità.

Parliamoci chiaro: Demeter non è il Nosferatu di Robert Eggers in arrivo nel 2024. Ma è comunque un film che tratta la figura di Dracula dal punto d’osservazione che preferisco: quello della pellicola del 1922 di Friedrich Murnau con Max Schreck nei panni del conte Orlok, poi riproposto in una veste decadente e romantica nel Nosferatu di Werner Herzog. Adoro entrambi i film, il primo uno dei bianco e nero più terrificanti mai visti in vita mia, il secondo la miglior rappresentazione di malattia e morte che abbia mai osservato sullo schermo. 

demeter_il_risveglio_di_dracula_jpg_1600x900_crop_q85

Per fare un film su Nosferatu, un virus, un mostro, un reietto che si muove in piena notte adoperando all’occorrenza i ratti, devi ragionare come ragionerà Eggers e come ragionò a suo tempo Murnau. Devi fare un film in cui si chiacchiera poco e la fotografia è minimale, in cui non si vede troppo di niente e le apparizioni del mostro sono centellinate. Altrimenti fai 30 giorni di buio, che è un bel film ma non è, e non può essere, Nosferatu. Del resto, se Werner Herzog è riuscito a suscitare terrore solo con un taglio al dito di Bruno Ganz, non possiamo attribuire il fatto alla casualità ma al genio dell’autore. Niente in Demeter mi ha alla lontana spaventato o messo in difficoltà.

Il regista André Ovredal, già dietro alla cinepresa in Troll Hunter e Scary Stories to Tell in the Dark, ha compiuto una via di mezzo perfetta per quest’epoca di filmetti del cazzo che vanno per la maggiore sulle piattaforme streaming, il che mi rassicura sul fatto che le trentadue sale riservategli nello stivale siano state più che sufficienti, se non addirittura generose.

Le premesse sono un po’ paracule e in taluni casi buone: la nave, ad esempio, rappresentata ottimamente nella sporcizia e nell’estetica di tutto quel fatiscente legname eroso dalle infiltrazioni salate. Non tornano le proporzioni, perché il ponte pare quello di un grosso peschereccio e una volta in stiva pare d’essere in un transatlantico, ma chiudiamo un occhio.

La scena del primo avvistamento sul ponte vale da sola il prezzo del biglietto. L’escamotage dei colpi sul legno per comunicare è in un certo senso una simpatica e personale trovata che ci aiuta a immergerci nella vita marinara come in The Terror: curando i dettagli della quotidianità e facendoli risaltare in punti cruciali della storia.

Alla DreamWorks si devono essere messi i pugni in culo dalla contentezza una volta appurato che la sceneggiatura prevedeva una pletora di maschi bianchi ottusi e remissivi, una donna infetta che spara fucilate e che per prima suggerisce di guardare dentro le casse dopo aver cercato il Vampiro anche dentro alla saliera, un sagace bambino e un protagonista di colore che è anche l’unica persona intelligente, astuta, intraprendente e colta di tutto il film, e che nel finale s’improvvisa Van Helsing lasciando le porte spalancate a un sequel che mi auguro caldamente non vedrà mai la luce, se non eclissato dalla proiezione di Shark 3 e Il mio vicino Tatarusanu.

Demeter_02

Demeter è il solito film dell’orrore in cui si vede il mostro in continuazione, e che rinuncia continuamente al crescendo di tensione – che per un qualsiasi Nosferatu vorrebbe esser roba da manuale – in favore dei classici jumpscare col rumorone forte e un faccione brutto in CGI che compare sullo schermo mentre sgranocchiate qualcosa.

A proposito, la CGI è la rovina dell’umanità.

Nosferatu non è una cosa difficile da rifare con il trucco e l’ausilio di qualche apparecchiatura animatronica. È come rifare It. Con la differenza che il Pennywise di Skarsgard è tutto balletti stupidi e gesticolazioni slapstick, mentre il nostro Conte Orlok è talmente foderato di computer grafica che al posto dell’altissimo Javier Botet avrebbero potuto metterci il gastronomo che lavora a cinquanta metri da me senza che il risultato finale variasse di una virgola. E lo inquadrano in continuazione, togliendo ogni sentimento di mezzo.

A contribuire al ridurre al lumicino lo spessore di questo film ci si mettono musiche invadenti e dialoghi insistentemente adoperati al fine di costruire rapporti interpersonali fra i personaggi, di cui quattro soli hanno un senso compiuto nella storia (il bambino, la donna infetta, il dottore di colore e il suo antagonista che recitò ne Il cavaliere oscuro), con buona pace dell’inconsistente Capitano e degli ulteriori trogloditi, incluso un simpatico Bradley Cooper rumeno che finisce vampirizzato e bruciato all’alba. È passabile, è godibile, ma una cosa come Nosferatu lasciamola in mano a un regista d’autore come Robert Eggers. Non all’autore di Scary Stories to Tell in the Dark o qualunque altra robetta destinata a Disney Plus. (Marco Belardi)

11 commenti

  • Avatar di gianni

    Per quanto inutile sottolinearlo “la CGI è la rovina dell’umanità”

    "Mi piace"

  • Avatar di Arnaldo

    Un articolo come questo ravviva in me la speranza che ancora esista chi prende la penna in mano ( me ne frego della tastiera) e la intinge nel sarcasmo (questo sconosciuto) ben conscio di quello che scrive e senza citazioni cut and paste. P.s. le arene dei miei tempi e i pidocchietti ( n.d.r. cinema di infima categoria) mi hanno fatto amare il cinema. Ad maiora

    "Mi piace"

  • Avatar di Bacc0

    Attendo con trepidazione il film di Eggers. Di questo non sapevo neppure l’esistenza, vedrò di buttargli un occhio. Fa piacere che dopo un lungo periodo di eclissi, condito da non morti petalosi che sbarluccicano, il mito del Vampiro stia tornando in auge. Del resto i tempi bui che stiamo vivendo non aspettavano altro.

    "Mi piace"

  • Avatar di Bartolo da Sassoferrato

    il mito dei vampiri non è mai tramontato, lo rileggo ciclicamente in busta paga

    "Mi piace"

  • Avatar di Steffox

    A me il film è piaciuto. Ho trovato molto convincente, ed innovativo per il genere, l’aver dipinto Dracula come un essere disumano dall’aspetto infernale ed averlo fatto agire (o aspettato) nella notte nera di una nave in mezzo al mare. E poi mi è piaciuta la figura del Capitano, incarnazione di un Bene essenziale e senza sbrodolamenti

    "Mi piace"

    • Avatar di Marco

      D’accordo con te, penso che l’ idea di questo film era di gettare le basi per un sequel che forse non ci sarà, peccato perché avrebbero potuto fare sicuramente bene

      "Mi piace"

  • Avatar di Gianluigi

    Concordo con te in linea generale. Purtroppo questa pellicola non si discosta dal livello generale del cinema di oggi che fa abbastanza pena.

    "Mi piace"

  • Avatar di Davide

    Non è un capolavoro ma non è nemmeno da buttare del tutto. In verità mi aspettavo qualcosa in più soprattutto dopo aver visto Autopsia dello stesso regista. Senza infamia e senza lode. Bella la fotografia. Da rivedere le interpretazioni dei vari personaggi ma un gradino sopra gli scadenti film attuali dello stesso genere.

    "Mi piace"

  • Avatar di weareblind

    Film totalmente telefonato ed effetti scarsi. Si guarda, ma si passa oltre.

    "Mi piace"

  • Avatar di streamingcommunity.vc

    Il saggio come astronomo. – Finché sentite le stelle come qualcosa “sopra di voi”, non avete ancora lo sguardo del conoscitore.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a streamingcommunity.vc Cancella risposta