Expedition II: Die Passage, gli ANTRISCH cercano il Passaggio a Nord-Ovest

Nel recensire, o meglio nel cercare di convincervi a comperare Expedition II: Die Passage, secondo lavoro dei tedeschi Antrisch, non è possibile esimersi dal riassumerne l’intero concept. Esso riguarda il tentativo, patrocinato dalla Corona d’Inghilterra e dalla Regina Vittoria in persona, di trovare il famigerato e inviolato Passaggio a Nord-Ovest, situato nella zona canadese dell’Artide. Una volta violato l’inviolabile sarebbe stato possibile circumnavigare il Polo Nord e abbreviare le rotte commerciali di parecchi mesi. Siamo a metà dell’Ottocento, più o meno. Partirono due navi, la HMS Terror e la HMS Erebus (HMS dovrebbe essere la sigla di Her Majesty’s Ship, ma se sbaglio e qualcuno è in grado di correggermi lo prego di farlo), con al timone due eroi della Marina inglese di quei tempi: Sir John Franklin e Sir Francis Crozier, con i rispettivi equipaggi composti prevalentemente da temerari volontari ansiosi di sfidare l’ignoto.

Inutile dirlo, il tentativo fallì miseramente. Il ghiaccio e il freddo ebbero il naturale sopravvento. Capito cosa intendono dire gli Immortal quando in The Sun no Longer Rises cantavano “To the North in the grip of eternal frost”? Con i climi estremi non si scherza. Delle due navi non si è più rinvenuta alcuna traccia fino a pochissimi anni fa, degli equipaggi nessuno sopravvisse ma per alcuni l’agonia fu lenta: abbandonate le navi intrappolate nel ghiaccio, intrapresero un viaggio senza speranza verso il Canada e, leggenda vuole, prima di abdicare alla vita si registrarono anche svariati episodi di cannibalismo. Pare infatti che durante le ricerche dei dispersi siano stati trovati corpi con evidenti segni di macellazione, il che porta a pensare che le parti mancanti siano state utilizzate in altri modi. Nel 1940 fu girato un film intitolato proprio Passaggio a Nord-Ovest che però ha una trama completamente diversa e trascura del tutto l’avventura degli sfortunati – avventati? – inglesi.

Tutto ciò premesso, se venisse girato oggi un film (o una serie TV, ché vanno più di moda) in stile horror su questi avvenimenti e non venisse usata come colonna sonora Expedition II: Die Passage sarebbe una bestemmia (una serie TV è stata fatta, ma purtroppo niente black metal nella colonna sonora, ndbarg). Questo disco va oltre il semplice concetto di atmospheric black metal, è la catastrofe stessa di esseri umani che lottano per non morire in un ambiente ostile messa in musica, ovviamente e per attitudine stessa black metal. Che gli Antrisch fossero un gruppo di gran lunga superiore al normale già lo avevamo intuito con il precedente mini-LP Expedition I : Dissonanzgrat, del quale vi parlai a tempo debito citando come principali fonti d’ispirazione Nocte Obducta e Nagelfar. Cosa che ribadisco anche oggi, solo che la loro musica è diventata molto più tragica, più cinematografica e più evocativa rispetto ai loro illustrissimissimi conterranei. Laddove gli occorre usano dei campionamenti, che in questo caso non sono semplici riempitivi buttati lì a casaccio ma diventano elementi integrati alla perfezione nella struttura del pezzo e in grado di aiutare a calarsi maggiormente nell’atmosfera. Le melodie che troverete nel nuovo disco degli Antrisch sono TUTTE da brividi continui, ripeto TUTTE in maiuscolo anche se so che il Barg stramaledirà chi mi è vivo ma è importante ribadire che non c’è un solo riff, un solo passaggio, una sola nota, un solo arrangiamento fuori posto o al di sotto della pura eccellenza in tutta l’opera. Il cantante Maurice Wilson non si limita a uno screaming classico ma interpreta i testi con il pathos e la sapienza che avrebbe potuto avere un attore di teatro come Vittorio Gassmann. Si percepisce speranza, terrore, disperazione, disillusione, orrore, il tutto mentre i brani si fanno via via più cupi fino alla monumentale 68° 15′ N 98° 45′ W – 68° 54′ N 98° 56′ W, strumentale che chiude l’opera e che, con la sola forza della musica, racconta a chi sa intendere la più tragica delle storie.

Non so quanti dischi comprate all’anno ma perdersi questo sarebbe un errore: Expedition II: Die Passage degli Antrisch è un’opera fuori dal comune, rara ed inestimabile come quelle che hanno fatto la storia dell’heavy metal tutto, non solamente del black. (Griffar)

3 commenti

Lascia un commento