Avere vent’anni: AMORPHIS – Far From the Sun
Chi mi legge da tempo sa della mia adorazione per i dischi degli Amorphis con Pasi Koskinen, che per quanto mi riguarda reputo di un altro pianeta rispetto alla produzione successiva con Tomi Joutsen, cosa che mi ha portato a discutere spesso con amici e anche con qualche lettore di questo pregiato blog. La band di Helsinki infatti, nel periodo che va dal 1996 al 2003, seppe coraggiosamente mettersi in discussione prima con lo straordinario Elegy (che comunque palesava ancora reminiscenze death metal del primo periodo) ma soprattutto con Tuonela e Am Universum, dischi dalle marcate influenze settantiane ma che comunque mantenevano quel riffing e quella malinconia di fondo tipici della band di Helsinki.
Di questi Far From the Sun, l’ultimo disco pubblicato con l’attuale leader degli Ajattara, è sempre stato considerato un po’ la pecora nera, accolto molto freddamente sia dalla critica che dal pubblico, cosa che alla fine convinse Holopainen e soci a dare il benservito a Pasi e iniziare l’ennesimo nuovo capitolo della band con Tomi Joutsen. Il motivo per cui questo lavoro sia stato così poco considerato faccio ancora oggi fatica a comprenderlo. Intendiamoci, dei quattro dischi con Pasi è senza dubbio il meno ispirato, ma parliamo di due capolavori e di un ottimo disco rispetto ai quali era veramente difficile fare meglio. E comunque dire meno ispirato non significa automaticamente parlare di un disco brutto, perché fidatevi, Far From the Sun è un ottimo lavoro che metto appena di una spanna sotto ad Am Universum, anche considerando che le sonorità dei due sono abbastanza simili. Anzi, riascoltandolo adesso dopo svariati anni è molto meglio di come me lo ricordassi: un lavoro che accentua ancora di più l’approccio melodico e le chitarre “liquide” rispetto al precedente, ma in cui comunque è rimasta intatta la tendenza a scrivere pezzi magnifici che restano in testa sin dal primo ascolto, a partire dall’iniziale Day of your Beliefs. Proprio ‘sto pezzo mi da il là per confutare un’altra delle dicerie che accompagnano Far From the Sun, che si riassumono nel “sì, Day of your Beliefs è stupenda ma è anche l’unico brano che ti resta in mente”, che mi pare una stronzata bella e buona. Mourning Soil, la malinconicissima title track che mi ricorda tantissimo Tuonela (il brano), Ethereal Solitude, la straordinaria conclusiva Smithereens (che ebbi la fortuna anche di sentirla dal vivo a Roma nel 2009 tra lo stupore generale) sono tutti pezzi della madonna come solo gli Amorphis di quel periodo sapevano scrivere.
Insomma, Far From The Sun non sarà ricordato tra vent’anni come il miglior disco degli Amorphis, ma di sicuro non è il peggiore come molti dicono. Per quello basta prenderne uno a caso tra quelli composti dal 2010 in poi. (Michele Romani)

Un po’ prolisso forse ma sicuramente molto meglio di qualsiasi cosa abbiano pubblicato in seguito. dal successivo in avanti sono diventati la fiera del discount metal
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Ho sempre adorato GOD OF DECEMPTION. Il trittico TUONELA /AM UNIVERSUM /FAR FROM THE SUN per me non si discutono, sono tutti bellissimi.
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Poi quel brano numero 8 della tracklist potrei sentirlo H24 che non mi stufa mai.
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Cmq si dice ispirato, non inspirato…
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Per quanto la fase successiva con Joutsen a me piaccia, visti pochi mesi fa e sul palco fanno ancora una grande figura, sono gli album con Koskinen che hanno lasciato una traccia nel mio cuore. Certo, sarebbe una baracconata in stile zucche ma un tour con entrambi i cantanti e tutta la produzione mi emozionerebbe non poco..,
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