Avere vent’anni: BROKEN HOPE – Loathing
Ricordo come se fosse ieri l’uscita del disgustoso Loathing. Dopo l’altrettanto disgustoso Repulsive Conception, uscito due anni prima, ci si aspettava un ulteriore salto di qualità dai Broken Hope, et voilà. Laddove Repulsive… era ultra-complicato, ipertecnico, e soprattutto lunghissimo, le cose si semplificarono (per modo di dire) in questo quarto full degli statunitensi. È un disco che va dritto al punto. Il riffing è sempre intricato e vario. Ma la maniera in cui i pezzi sono strutturati è più diretta e chiara. Il compianto Joe Ptacek è un orco come sempre e non ferma mai per un secondo il suo putrido “gorgheggiare” da lavandino intasato. Manco durante gli assoli, per dire.
Ora, senza nulla togliere al mio concittadino acquisito Damian Leski (di americana adozione ma nato e cresciuto nella real capitale di Cracovia), non c’e’ proprio paragone. Sentire Omen of Disease e confrontarlo con Loathing è davvero impietoso. A partire dai testi, spasso autentico. Ce n’è per tutti i gusti. Necrofilia, feticismo, blasfemia, malattie infettive e chi più ne ha più ne metta. Andiamo ad analizzarli nei dettagli, perché meritano davvero. Prendete per esempio l’imprescindibile He was Raped, apice di tutto ciò che di blasfemo può esserci nel death metal.
Signori, qua ci troviamo davanti ad un capolavoro, probabilmente concepito durante un tedioso pomeriggio tra sghignazzi e vari tiri di bong. Antefatto: Gesù Cristo si trova nelle prigioni di Pilato in Galilea, in attesa di giudizio. Ecco cosa accade all’interno della cella, condivisa con altri detenuti:
He supposedly pardons us for every sin
But can Jesus forgive those who desecrated his body?
Incarcerated inside a Roman prison
Jesus would soon find His feminine side
They parted his buttocks like the Red Sea
Poesia pura. E poi:
In lock-up he was unable to spread the holy word
Because irreligious penis’ clogged His immaculate windpipe
E ancora:
A handful of inmates would make the Nazarene their bitch
Sexually frocing Him to open His holiest orifices
Never tell the truth of the Lord’s molestation
The anointed deep throating, anally plundered, and crucified
Did His wounds really heal?
Ricordo con piacere il tempo trascorso immerso nella lettura del booklet del Compact Disc originale e le risate nel leggere le immortali liriche di Reunited (di cui potete intuire il tema):
I had to intimately feel her once again
I dig deep into my mothers sepulcher
Her cold, dead flesh soon stirs my lust
Stiffened legs spread to be fucked
My undying live, a son’s sick obsession
Ma c’e’ di piu’, in un crescendo di erotismo raffinato si arriva finalmente all’acme:
With each stroke of my penis inside
“Mommy, sweet mommy” I scream as I ejaculate
Her flesh, healthy semen conditions her dry, rigid femme canal
Pleasure short lived
For when I pull out of the disinterred fuck
The smell that was created could sicken the dead
Oppure Skin is in, che contiene anche un messaggio per il sociale:
Intact health was only a condom away
But you let your guard down for a fatal fuck
Non so voi, ma ogni volta che sento questo pezzo, mi viene in mente la pubblicità progresso, quella dell’AIDS, che solo noi ultratrentenni probabilmente ricordiamo. Quella con la striscia viola che contorna le persone infette, per intenderci.
L’album comunque è mostruoso. È quanto di meglio sia mai venuto fuori nella seconda metà degli anni novanta per quanto riguarda il brutal, al pari di Cryptopsy e Krabathor. Bowels of Repugnance era un pugno in pieno volto: trenta minuti di sconvolgente brutalità, ma qua ci troviamo davanti ad una macchina perfettamente programmata per distruggere. Un apice che non fu mai più raggiunto e che davvero, per quanto mi riguarda, è l’ultimo vagito di un’era irripetibile per il death metal. (Piero Tola)


Qualche anno fa uscì un cofanetto dei primi quattro album a prezzo umano (sui 20 euro), una chicca!
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Ma l’ultimo dei Vader ve lo siete perso, sono distratto io o piace solo a me?
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Non l’ho ancora ascoltato.
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Ok, grazie! Mi piace confrontare le mie opinioni sui dischi con le vostre, sono un vecchio lettore di Metal Shock.
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Avendo la cassettina non mi rendevo conto dei testi esilaranti, però resta un gran disco.
da recuperare!
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Li vidi per caso di spalla agli Immolation senza avere la piú pallida idea di chi fossero. Mi piacquero parecchio e mi ripromisi che li avrei recuperati in seguito, ma non l’ho mai fatto. Direi che é giunto il momento.
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Ricordate quel video di una band di musica italiana per la loro canzone “Il colore viola”? Non ricordo più il nome della band.
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