MOONSTRUCK – First Light (Dragonheart, 1999)
Praticamente, è da quando scrivo per MS che desidero parlarvi di questo gruppo, solo che ogni volta mi assale la malsana idea di inserirli in un mega speciale sul death svedese. Visto che la cosa è ufficialmente al di sopra delle mie capacità e competenze, ho deciso di lasciar perdere anche questa volta e lanciarmi in un panegirico sui Moonstruck che, se non li conoscete, non sapete veramente cosa vi siete persi.
Anno 1999: l’italiana Dragonheart Records, nata pochi anni prima, ha già pubblicato dischi importantissimi per la scena nostrana, uno su tutti Champion Eternal dei Domine, e si appresta a uscire dai confini italici (avrà dalla sua, come ha tutt’ora, anche i DoomSword) per fare due salti in USA insieme ai The Lord Weird Slough Feg, band di classic HM dal retrogusto epic di cui abbiamo avuto recentemente modo di parlare. Nel frattempo la label toscana pubblica il dischetto di un giovane e mai sentito prima gruppetto svedese che segue il filone, allora estremamente fiorente, del death melodico di scuola gothemburghese.
Gli In Flames erano ancora annoverabili tra i miei gruppi preferiti ed erano vicini a pubblicare Colony, l’ultimo loro album che mi è veramente piaciuto. Dunque, comprato a scatola chiusa, come allora si aveva l’abitudine a fare (non essendovi praticamente alternative), e divorato letteralmente, First Light appartiene a quella fortunata e sparuta schiera di dischi che ancora oggi, a distanza di oltre quindici anni, ascolto regolarmente con grandissima soddisfazione dell’apparato uditivo e salivale.
Ebbene, vi ho inquadrato il periodo e vi ho definito lo stile, so che siete persone di cultura quindi potrei anche fermarmi qui. Anzi, lo faccio. Aggiungo solo che, se avete amato Subterranean, non potrete che amare questo gruppo che, nell’unico album della propria carriera, è riuscito a rappresentare perfettamente il concetto di equilibrio melodico tra growls e chitarre maideniane e che ha fatto suo lo stile svedese basato sulla varietà dei riff, sul drumming efficacissimo e sui cambi di tempo perfetti, condensando tutto ciò in una quarantina di meravigliosi minuti che, se amate il genere e desiderate ricordare quelle sensazioni lì, saranno i migliori spesi della vostra vita recente di metallari. (Charles)


Il gruppo mi è nuovo ma è proprio nelle mie coordinate, grazie e procedo al recupero!
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Bella segnalazione, il gruppo non l’ho mai sentito nominare. Ultimamente ho scoperto i Gates of Ishtar e mi piacciono parecchio.
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Spotify ne sa.
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sei un grande. io quel disco lo presi come te a scatola chiusa e ogni tanto lo faccio girare ancora molto volentieri. più o meno in quel periodo uscivano ancora gran bei dischi di death melodico… e venivano considerati seconde scelte! gente appunto tipo i gates of ishtar, gli ebony tears, without grief…
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mi sa che al prossimo giro tocca proprio a Tortura Insomniae, che gran disco
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at dusk and forever dei gates of ishtar per me è un capolavoro
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I Gates of Ishtar, che avete tirato fuori!
Di gruppi di death svedese oscuri se ne può parlare all’infinito. Se ti sei vissuto il periodo, li cercavi tutti. Proprio oggi mi sono riascoltato i Decameron per caso.
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ok, ascoltati anche questi moonstruck. proprio niente male. decameron prossimi in lista.
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