Vorrei incontrarti fra cent’anni: THERION – Les Fleurs Du Mal (End of the Light)

In casa Therion c’è una vera e propria rivoluzione francese in atto. Per festeggiare il primo quarto di secolo di vita del gruppo mr. Johnsson ha messo in moto un circo che prevede l’uscita di un disco, Les Fleurs Du Mal, ed una serie di spettacoli in giro per l’Europa (verranno pure a Trezzo d’Adda) nei quali predomineranno non ben specificate arti visive piuttosto che musicali. Che cosa si intenda con questo non mi è affatto chiaro. L’esperienza insegna che quando la comunicazione è laconica c’è sempre qualcosa da temere. In questi spettacoli, dice Christofer sul sito del gruppo, egli stesso sarà presente di persona al banchetto del merchandise per raccogliere dai fan complimenti (qualche soldino?) o eventualmente insulti all’indirizzo di sua madre (aggiungo io). Dopo che avrete subìto QUESTO, probabilmente anche a voi verrà una gran voglia di muovere accuse di infedeltà alla sua genitrice. Ma andiamo con ordine. Punto primo: Christof preannuncia che ha intenzione di erigere una pantagruelica metal opera, dando così finalmente vita ad un suo sogno atavico e mai realizzato. Si capisce che questa metal opera dovrà essere qualcosa di megatherico per davvero se, sempre a detta sua, impedirà al gruppo di incidere altri dischi o fare tour per i prossimi 5 o 10 anni, o forse più. Chi può saperlo? Il sempre più draconiano e preoccupante Christof ci tiene anche a precisare che già ai tempi di Theli ci fu una mezza rivoluzione nel gruppo poiché la quasi maggior parte dei sui componenti si rifiutava di imboccare quel tipo di sentiero musicale. Il capolavoro che ne venne fuori diede ragione al caro lìder. Per questo motivo non me la sento di mettere in dubbio la parola data. Ma… C’è sempre un ma.  Ma resto decisamente sul chi va là perché la laconicità non è l’unico indizio che mi insospettisce (della foto ne vogliamo parlare?). La Nuclear Blast si è rifiutata di finanziare questa ciofeca testé pubblicata perché giudicata ‘troppo spettacolare’. È evidente che quelli della Nuclear Blast sono dotati di forte sense of humor. Punto secondo: Les Fleurs Du Mal vorrebbe essere un modo, oltre che per festeggiare i bei tempi andati, di anticipare ai die-hard fan (direbbero i recensori che ne sanno un casino -cit.) cosa sarà del futuro dei Therion e cosa accadrà quando questa metal opera verrà finalmente svelata in pompa magna con grande spreco di luci, abiti, cavalli, nani, tenori con tre gonadi e ballerine. Punto terzo: la signorina Lori Lewis, soprano di comprovata qualità e già guest musician nel poco convincente Sitra Ahra, è entrata a far parte della line-up ufficiale. È americana e la sua provenienza si spiega col fatto che in Svezia non c’era più nessuno da assumere o da licenziare (chi volesse approfondire il delicato capitolo del turnover nei Therion vada pure qui). Ma allora, se la label se n’è tirata fuori chi è che paga il conto? Certo non io, perché a pagare i conti degli altri qui nel Lazio s’è già dato. Ovviamente lo farà il buon Christof il quale però, palesando una assoluta mancanza di tatto, si pregia di farci sapere che ha già speso ben 75.000 €. È come se un amico ti compra un orribile e costosissimo regalo di compleanno e poi se ne va in giro a far vedere a tutti lo scontrino, dopo qualche tempo torna da te, che stai già aspettando il primo matrimonio utile per riciclarlo,  e ti chiede se gli puoi prestare qualche euro perché sai, con quello che ho speso… Così si capisce anche il senso della sua ‘scesa in campo’ dietro agli stand delle magliette. Ora voglio dire una cosa: a Christof voglio un gran bene perché lo so che nonostante sia uno scoppiato che parla solo di draghi e congiunzioni astrali alla fine è un bravo guaglione che sta persino tentando di superare questa sua ossessione monomaniacale, ma da qui a pagargli i debiti ne passa. Per questa raccolta di tarantelle anche no! Pur volendo entrare nel merito e vi assicuro che non voglio affatto, bisogna ammettere che la parte strumentale a tratti è buona, alcune parti di chitarra addirittura ottime, ma sembrano talmente fuori contesto rispetto allo schifo che le circonda che fai finta di non averle percepite. Comunque, attenderò con ansia il momento in cui potrò finalmente fare mia questa metal opera. Fra dieci anni. Fino a quel momento fate finta che non esisto. (Charles)

Il brano qui su mi ricorda la sigla di un cartone animato giapponese, ma proprio non mi viene a mente quale.

Ma perché il francese, perché?

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