Medici e infermieri di tutto il mondo tremate: sono ritornati gli HAEMORRHAGE

Gli Haemorrhage, l’unica band il cui sarto è il rifornitore di camici ospedalieri della provincia di Madrid e il cui estetista è il macellaio sotto casa loro che ogni mattina li rifornisce di secchi di sangue di mucca da buttarsi addosso, sono ritornati a cinque anni di distanza da Apology For Pathology con Hospital Carnage, di cui vi ha già parlato Ciccio. Da oggi possiamo godere tutti insieme del singolo Traumageddon:

Come se nulla fosse cambiato. La canzone è al livello della storia della band, e stilisticamente non sono cambiati di una virgola. Anche il video non tradisce: una successione di loro primi piani mentre suonano ricoperti di sangue bovino inframmezzati da scene splatter a caso, esattamente come nei due capisaldi della storia della musica rock Virulent Mass Necropsy e Mortuary Riot. A proposito di quest’ultima, c’è qualcosa che penso sia giunto il momento di svelare. 

Qualche anno fa io, Ciccio e Giordano Simoncini avevamo messo in piedi un gruppo grindcore. Il nome della band che avrebbe potuto cambiare per sempre i destini dell’umanità era proprio Mortuary Riot, sia per omaggiare il pezzo sia per le molteplici simbologie che queste due parole potevano nascondere -quantomeno nelle nostre testoline, e vi assicuro che se qualcuno sapesse cosa passa in queste testoline non ci sarebbe permesso di girare a piede libero. In realtà se fosse stato per gli altri due avremmo usato un nome dalla derivazione più nobile, tipo qualche citazione da Necroticism, ma io avevo insistito fino a che loro per togliermi di torno mi hanno accontentato. Avevamo anche qualche pezzo pronto e non era manco male; poi però, un po’ per pigrizia un po’ per lauree in arrivo un po’ per cazzi nostri un po’ perchè i batteristi sono merce piuttosto rara, il tutto è andato a puttane. Però il fatto che gli Haemorrhage siano tornati dopo tanti anni mi ha fatto risalire il ricordo.

perchè voi valete

E alziamo i nostri calici anche per Ana Belen de Lopez, la bassista, ora passata alla chitarra ritmica, negli Haemorrhage sin dal 1995. Sedici lunghi anni passati a suonare goregrind con indosso un camice da infermiere inzuppato di sangue bovino, praticamente una eroina ottocentesca dei romanzi di Jane Austen, che ti riesce facile immaginare in un salotto aristocratico a discorrere delle frivolezze mondane sorbendo una buona tazza di tè mentre i mariti sono fuori a cacciare pernici. A tutto questo aggiungete un alcolismo reso probabile dalla sua provenienza madrilena, e il fatto che ormai avrà quantomeno 35 anni. Se James Cameron l’ avesse conosciuta avrebbe potuto usarla per il personaggio della soldatessa maschiaccio coi muscoli che sputa più lontano di tutti. Da ciò si può dedurre che neanche James Cameron sa che si perde a non essere metallari. (barg)

ps: esplicativo retroscena, visto che siamo in vena di rivelazioni: all’inizio del pezzo avevo scritto che a breve sarebbe arrivata la recensione del disco. Il dott. Francesco Russo (che può leggere le mie bozze anche mentre le sto scrivendo), mi ha mandato il seguente sms: Drogato, il nuovo Haemorrhage lo ho recensito due mesi fa. Mi scordo le cose, mannaggia. Però posso addossare l’onere della chiusura del pezzo allo stesso Ciccio, che in quella recensione mirabilmente scrisse, dopo aver spiegato le differenze col il disco precedente:

Certo, va anche detto che al vostro posto non mi fiderei troppo di qualcuno che riesce a pontificare sulle differenze tra gli album degli Haemorrhage in quanto ciò è un chiaro sintomo di profondo disagio mentale. 

So say we all.

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