HELLOWEEN – Giants & Monsters
Giants & Monsters non si apre benissimo, visto che la traccia d’apertura Giants on the Sun si può dividere in due parti: la prima parte è la classica canzoncina all’acqua di rose col DNA di Andi Deris, mentre la seconda, interpretata da Kai Hansen, ne risulta slegata, rendendo il pezzo schizofrenico e non esattamente il migliore del lotto. Stesso discorso per la seguente Savior of the World, una delle due del disco a portare la firma di Weikath, che potrei anche qui definire il classico pezzo “alla Weikath”, cioè con Kiske alla voce impegnato in svolazzi vocali su ottave che cominciano a non appartenergli più e con il ritornello rigorosamente in maggiore. Ampiamente dimenticabile. Però, ecco, anche le canzoncine all’acqua di rose di Deris a volte centrano il bersaglio, e infatti A Little is a Little too Much è un riuscito pezzettino scemo scemo ma con quel ritornello acchiappone che ti si piazza in testa e non si fa mollare. Mi rendo conto mentre scrivo di star facendo un involontario traccia per traccia e ormai ve lo sorbite così, ché mi fa fatica ricominciare.
Comunque: We Can Be Gods è una canzone dei Gamma Ray su un disco degli Helloween, così come lo è Majestic e un po’ tutto quello che ha dato Kai Hansen al disco. Non è male, anzi tutto sommato è piacevole, come pure, appunto, Majestic, ma il fatto che questo Giants & Monsters sia un disco così poco coeso in ultima analisi è più un difetto che un pregio, soprattutto quando arrivano i pezzi meno riusciti, che sembra quasi che provengano da un altro gruppo. Per dire, tutto bene con Into the Sun, poi però con This is Tokyo ti viene voglia di spegnere tutto, anche perché con questa storia dei due (tre a volte) cantanti aumenta pure l’effetto “altro gruppo” a cui accennavo. Tant’è vero che in Universe, che invece ho trovato carina e tutto sommato quella che suona un po’ più classicamente Helloween ad ampio spettro, Kiske offre la prestazione migliore del disco senza tentare di andarsene su altezze vocali improbabili, con il risultato di far sembrare This is Tokyo, o anche la successiva Hand of God, canzoni composte da un gruppo di decerebrati che scimmiottano gli Helloween con un altro cantante. Under the Moonlight alla fine è gradevole: non so perché, ma mi ricorda Dr. Stein, giusto peggio.
Insomma, alla fine che si può trarre da Giants & Monsters? Tutto sommato non è male, a tratti si lascia ascoltare bene, ed è pure vero che, ridi e scherza, questi vanno per i sessanta, non è che gli si possa chiedere molto di più. E comunque i dischi della rimpatriata con Kai Hansen e Michael Kiske sono molto, molto meglio degli ultimi lavori con il solo Deris alla voce. Nota di merito per la copertina, che trovo molto bella, e di demerito per la produzione, sempre opera di quello stordito di Charlie Bauerfeind, che rappresenta il termine “crucco” in tutta la sua essenza più negativa, a cui è riuscito parzialmente a porre rimedio Dennis Ward, tedesco pure lui ma almeno con le orecchie funzionanti ed evidentemente più sveglio. Consigliato giusto se non vi è dispiaciuto il precedente. (Cesare Carrozzi)



“questi vanno per i sessanta“
Purtroppo sono già tutti over 60 a parte Kiske (ho omesso Gerstner e il batterista perché. pur essendo da vent’anni in formazione, non hanno mai fatto parte degli Helloween “storici”).
"Mi piace""Mi piace"
preciso che il mio commento qui sotto non riguarda quanto da te scritto, naturalmente. Un saluto.
"Mi piace""Mi piace"
Boh…non capisco.
Da quando è tornato Hansen si parla un po’ troppo spesso, e a sproposito, di questa eterogeneità che da sempre (o meglio dai Keeper e l’ingresso di Kiske) contraddistingue gli Helloween.
Non è questione di poca coesione, ma di tratto distintivo nella discografia delle zucche.
Keeper I: I’m Alive, Twilight of the Gods vs. A Little Time, Future World vs. Helloween
Keeper II: Eagle Fly Free, March of Time vs. Rise and Fall, Dr. Stein vs. titletrack
Pink Bubbles Go Ape: Mankind, The Chance vs. Kids of the Century, Heavy Metal Hamster
Chameleon: First Time, Giants, Music vs. Crazy Cat, When the Sinner
E le cose non cambiano con gli album successivi.
Questa eterogeneità se la porterà dietro persino Hansen, fin da subito, con Heading for Tomorrow.
Carrozzi, me lo lasci dire…o c’è malafede oppure non hai mai capito un cazzo di Weikath e soci.
"Mi piace""Mi piace"
Quando Cesare ha annunciato, nella supersegretissima chat di redazione, di aver ultimato la recensione del nuovo Helloween io ho pronosticato che, a prescindere che fosse positiva o meno, sarebbero comparsi commenti che lo accusano di non capirci un cazzo. Proprio “non capirci un cazzo”, non un’altra locuzione, no no: quella.
Sono bastati due commenti per darmi ragione, siete diventati prevedibili, gente.
"Mi piace""Mi piace"
Prevedibili oramai sono le opinioni del Carrozzi.
Ma al di là delle prevedibilità o meno, come si fa a basare una recensione su un assunto palesemente cannato, fraintendendo una peculiarità degli Helloween…quasi non si conoscessero gli album che hanno inciso nel tempo?
Non parlo di gusti personali. Sicuramente ci saranno persone che amano I’m Alive e odiano A Little Time, o viceversa, così come chi apprezza Giants on the Run e cestinerebbe Under the Moonlight.
Potrei anche non conoscere Giants & Monsters e il mio commento sarebbe altrettanto valido, perché presume la conoscenza del resto della discografia degli Helloween.
Dubito che Carrozzi non la conosca, quindi rimangono altrettanto valide le mie due ipotesi precedentemente esposte.
"Mi piace""Mi piace"
Nel mio commento ho solo scritto che c’hanno più 60 anni. Mi indichi dove ho scritto che l’autore “non capisce un cazzo”?
"Mi piace""Mi piace"
@Griffar abbiamo risposto in contemporanea, chiedo venia!
"Mi piace""Mi piace"
ti chiedo scusa ancora, mi sono espresso male io
"Mi piace""Mi piace"
Il primo periodo con Deris solista ottimo, l’ultimo noioso. Questo album è intrinsecamente slegato, il coacervo non riesce.
"Mi piace""Mi piace"
quoto Squalo su tutto, e aggiungo che per me è il miglior disco delle zucche da un bel po’ di anni a questa parte
"Mi piace""Mi piace"