ALESTORM – The Thunderfist Chronicles

Rieccoci qui con un nuovo album di uno dei gruppi feticcio della redazione di Metàl Skunk (sì, una dozzina d’anni fa, ndbarg). Tornano gli Alestorm e con loro il consueto carrozzone di birra, rum, alcol, pirati, piscio e madonne varie. Devo dire che partivo un po’ prevenuto nell’ascolto di questa nuova fatica, d’altronde quando vedo Napalm o Scarlet inizio ad avere prurito anche alle unghie dei piedi.

Sarò breve: pensavo peggio. Dopo i primi tre album, capito il giochino, avevo perso totalmente interesse per la proposta che aveva perso a mio parere un po’ di mordente. Voglio dire: bella la cover di Hangover, sembra scritta proprio da loro invece che da un rapper milionario che vive in California. Bella la canzone di Spongebob, tutti amano Spongebob! Bella anche la canzone cantata dai cani, mi ha fatto spaccare; l’ho ascoltata almeno tre volte e condivisa in moltissime chat, grasse risate, però dopo un po’ anche basta.

Non c’è bisogno di pubblicare un album intero cantato dai cani, non fa più ridere, è passato il momento: questo è un po’ il discorso che gira attorno agli Alestorm degli ultimi anni. Non siete dei comici, siete dei musicisti. Dovreste prima di tutto comporre delle musica il più bella possibile, e tramite quella, magari riuscire a farci divertire, ridere, svagare o quel che si voglia.

Siamo cresciuti con i Manowar che tentavano di prendersi il più seriamente possibile, talmente tanto da risultare ridicoli e farci ridere di cose che solo tra di noi capiamo, però quelli hanno scritto Hail and Kill, porca puttana. Abbath è uno dei pagliacci più incredibili del metal tutto, lo vorrei con me in tutte le serate della mia vita, gli voglio sinceramente bene, però non c’è bisogno che vi dica io le cose che ha fatto e quelle che ha scritto, o quello che rappresenta.

Fare le cose sul serio senza prendersi sul serio, questo è il segreto.

Patty Gurdy, che va forte su Tik Tok

E qui vorrei tanto partire con un ragionamento sulla brutta piega che sta prendendo un certo tipo di metal e del perché sta succedendo, ed è tutto, davvero tutto troppo sbagliato, ma diventerebbe non tanto una recensione dell’album quanto più un delirio di un pazzo che urla contro la folla che Dio sta arrivando ed è la fine per tutti (se vi interessa potete sempre scrivere MASTICATORE nei commenti e il vostro volere sarà fatto).

Insomma, parlando dell’album, mi sembra che qui i nostri stiano cercando di ritrovare la fase: ci sono elementi power, cori faciloni, le solite stupidate tipo Frozen Piss, la birra, il rum, un po’ di blast beat di qua, un po’ di screaming di là, una tizia che va forte su Tik Tok che suona uno strumento tradizionale, l’ospite autorevole (in questo caso Russell Allen). Non il loro migliore lavoro, ma qualcosa che si fa ascoltare tutto sommato volentieri mentre si fanno le faccende di casa o si guida verso il lavoro.

Se è questo quello che cercate, accomodatevi. (Alessandro Colombini)

9 commenti

  • Avatar di Cpt. Impallo

    Un tempo erano anche un mio gruppo feticcio, poi dopo Sunset of the golden age li ho lasciati perdere senza astio perché, giustamente, il troppo stroppia e loro hanno deciso di diventare buffoni a tutto tondo. Il fatto è che nei primi album riuscivano a mantenere un equilibrio miracoloso fra cialtroneria ed epicità, fra cazzonaggine e cazzutaggine, fra i pirati dei cartoni animati e i pirati veri: erano dei cazzoni, ma fomentavano abbestia.

    Ora questa peculiarità si è completamente persa e sono diventati un meme ambulante. Li ho rivisti a marzo al Paganfest, li aspettavo pure con ansia perché era dodici anni che non li vedevo live, e vi giuro che mi hanno fatto salire un nervoso indicibile, mi hanno rovinato la serata, davvero. Le paperelle giganti, il chitarrista culturista (aridateme il nano barbuto, vaffanculo), la strappona con la ghironda più inutile di Gers, i pezzi tamarri con la cassa dritta, il pubblico che voga, ma che è sta cafonata da bimbiminkia? Va bene essere cazzoni, accetto pure che Chris abbia smesso di bere, ma qua abbiamo quello che a modo loro era un gran gruppo trasformato in una barzelletta per 12enni su tiktok, vaffanculo.

    Piace a 1 persona

  • Avatar di Cattivone

    Son sempre gradevoli ma sì, gli Alestorm degli esordi erano un’altra cosa.

    Da amante delle sonorità Folk, ricordo Patty Gurdy ai suoi inizi in cui faceva cover di pezzi Metal, roba non fondamentale ma piacevole. Poi fece delle canzoni sue che per i miei gusti sono imbarazzanti e qualche ospitata in altri dischi. Diciamo che in un disco degli Alestorm ci sta. Non avevo idea si fosse data a TikTok, sto sempre bene alla larga da quel social.

    "Mi piace"

  • Avatar di Tommy

    Si sono messi a giocare nel campo da gioco dei Nanowar sfruttando i meme di internet ma senza avere le caratteristiche dei nani. Gli Alestorm devono stare giustamente nel mezzo altrimenti non funzionano ed infatti sono in caduta libera da tempo.

    "Mi piace"

  • Avatar di mark

    La tipa ritratta nella foto al lago non impugna una banale spada, bensì un coltello da kebab, se vedo bene. Se cosi fosse sarebbe un grande elemento di comicità involontaria, secondo solo a certi flyer di gruppi black metal italiani che giravano negli anni ’90 in cui il corpsepaint era aggiunto a penna nelle foto di alcuni componenti del gruppo.

    "Mi piace"

  • Avatar di Tankard

    Non posso che concordare tanto con l’articolo, quanto con i commenti.
    Hanno indubbiamente perso quell’equilibrio che li ha contraddistinti fino a un certo punto. Ora, magari non dico che nei primi album ogni singolo brano era una figata o era perfettamente azzeccato, però bene o male si ascoltava tutto con piacere, tra brani più riusciti e altri meno, poi in mezzo trovavi quella nota divertente/sopra le righe, che in mezzo al resto ci poteva stare. Ora è il contrario, ovvero devi cercare il brano “giusto” in mezzo a tanta roba di cui non si sente il bisogno, spesso anche un po’ forzata. Perché poi anche nel materiale recente qualcosa di salvabile c’è, ma appunto va cercato in mezzo a troppe pagliacciate.
    E credo che il tutto si riassuma bene con una loro strofa del 2020: “Now we’ve come to your city, with nothing more to say, Let’s drink and party the Alestorm way”.

    p.s. riguardo Patty Gurdy, è già un po’ che la si vede/sente nei brani degli Alestorm (credo ci siano almeno 3 precedenti se non 4) così come Bowes ha partecipato a un brano di lei come solista. Personalmente credo che la sua partecipazione (che devo dire, di solito funziona anche) sia l’ultimo dei problemi, anche perché al di là di TikTok (che non seguo) credo siano 10 anni che lei fa video, cover, ecc, quindi se non altro non è una spuntata dal nulla e finita lì per un paio di video su TikTok. Poi che piaccia o meno, che sia utile o meno nell’economia degli Alestorm ecc, è tutto un altro discorso, però appunto non credo che la sua presenza in qualche brano sia il principale problema della band e del materiale che fa uscire.

    "Mi piace"

  • Avatar di Tommy

    Aggiungo, sempre per citare un altro lavoro di Bowes, i Gloryhammer mantengono questa posizione nel mezzo tra serietà fantasy e ironia e infatti vanno da Dio (nonostante abbiano sostituito un cantante ultra carismatico di ottima presenza con un altro che sarà anche preparato ma non vale la metà del predecessore)

    "Mi piace"

Lascia un commento