La lista della spesa di Griffar: il Carnevale del Male
Sono usciti un po’ di dischi sui quali vale la pena scrivere qualche riga, nel bene o nel male. Diciamo “meno bene”, suvvia, che è preferibile. Ad esempio, sicuramente avrete sentito dire del ritorno degli MGŁA, a distanza di 5 anni dall’ultimo album Age of Excuse. Si tratta tuttavia di una raccolta di pezzi suonati dal vivo, perché all’altezza del 2012 (dopo With Hearts Towards None) il gruppo cominciò a suonare concerti in ogni dove, e il problema di questo disco è proprio questo: 25 pezzi ognuno risalente ad un concerto diverso. Onestamente non è così che io concepisco un disco dal vivo, che secondo me dovrebbe immortalare un concerto particolarmente riuscito più o meno per intero, o comunque con poche variazioni sul tema… e poi effetti del pubblico, magari un po’ di casino fatto dalla band giusto per aizzare ulteriormente la platea, che so: un medley… Espedienti che rendono però più genuino il prodotto. Io i Mgła li ho visti due volte live e sono sempre stati impeccabili, precisi, i brani suonati in modo fedele e perfetto, quindi non esattamente l’ideale per un doppio dal vivo, dal mio punto di vista. Di conseguenza, l’operazione Torn Aether – Live Recordings 2013-2022 altro non è che un sontuoso greatest hits nel quale a malapena in due-tre occasioni si sente qualche effetto del pubblico e per il resto c’è solo il gruppo che suona ineccepibilmente i brani della loro pregiata discografia in modo non differente da come li abbiamo potuti apprezzare in studio. Poi ci sono anche scelte che lasciano perplessi: due dei loro 3 EP, Mdłości e Further Down the Nest vengono riproposti per intero, Presence totalmente ignorato invece. Exercises in Futility c’è tutto, Age of Excuse 5 brani su 6, With Hearts Toward None 4 su 7 e solamente un pezzo di Groza, che è l’album che li ha lanciati sul serio. Due ore circa di Mgła dal vivo vanno anche bene ma, tanto per dire, il triplo vinile presuppone una spesa considerevole ed è sostanzialmente solo un prodotto da collezione per completisti. Mi chiedo anche il perché di un’operazione simile oggi, visto che cose del genere di solito le pianificano band a fine carriera. Non indispensabile, ascoltatelo prima, ché tanto su Bandcamp c’è.
Dopo la grande scorpacciata del 2023, quando in pratica usciva un suo disco nuovo ogni due settimane, Thét Älëf ovverossia mister TRHÄ s’è dato una calmata e nel 2024 ha pubblicato solo 5 nuovi titoli. Un full, tre EP e uno split, che per i suoi standard sono praticamente niente; poi due dei tre EP sono usciti entrambi il 26 dicembre, tanto per gradire. Non ci sono molte parole da spendere: lo stile proposto è il suo, oramai glielo stanno già copiando in diversi ma, visto che è lui quello che se lo è inventato, riesce ancora ad essere un passo avanti agli altri. Se già lo conoscete vi piacerà tutto di sicuro, se non lo sopportate non cambierete idea, se volete conoscerlo meglio vi basta seguire il link Bandcamp qui sotto.
Anche Homvnkvlus, il tipo dei MYSTERIVM XARXES ha già tirato fuori un nuovo disco. Si tratta di In Resonance with the Carnalized Manifestations, circa 31 minuti di raw black metal con qualche divagazione ambient e influenze Abigor/Amestigon/Summoning sempre soffuse ma ben riconoscibili. Dei cinque pezzi uno è un’intro e un altro è un breve strumentale ambient, gli altri sono tre brani articolati che portano avanti senza eccessivi cambiamenti o evoluzioni quanto abbiamo potuto apprezzare nei due anni di presenza del progetto nella scena. Vale lo stesso discorso fatto sopra: se vi piace andate a colpo sicuro, se no… eccetera eccetera.
Per alcuni che pubblicano dischi a raffica, altri si eclissano per molti anni e poi a volte ritornano. Parlo dei PESTNEBEL, gruppo tedesco di fast raw black metal in stile Endstille ed Ewiges Reich. Sono in attività dai primi anni 2000 e hanno pubblicato 6 full e tre demo tra il 2003 e il 2016, tra questi il grandioso Necro (2011, un titolo, una garanzia). Se però si scava un pochettino più a fondo si scopre che Pestilential Curses, il titolo di questo split che li vede protagonisti insieme agli esordienti assoluti CURSE OF BELIAL, per ciò che li riguarda altro non è che la ristampa di brani usciti in un vecchio demo/EP intitolato At My Funeral uscito nel 2008. Nulla di nuovo sotto il sole, e il loro nome ordunque serve probabilmente come gancio di traino per il neonato progetto solista di tal Agaris, il quale suona chitarra e tastiere anche in un gruppo di nome Daemon Temple, nel quale Tairach dei Pestnebel si occupa di basso e voce. Fossimo in Italia si parlerebbe di nepotismo, in Germania magari va bene così. Ci interessano questi pettegolezzi? Non saprei, comunque anche i Curse of Belial suonano un raw/war black metal assai simile a quello dei loro compagni di disco. Prodotto non malvagio ma nemmeno indispensabile, in attesa di qualcosa di più consistente; dato il fatto però che i membri dei Pestnebel hanno in piedi anche i ben più recenti e meno spaccatutto Aphelium Aeternum, è più probabile che, se ascolteremo nuova musica creata da questi artisti, sarà sotto quest’egida, perché secondo me i Pestnebel sono morti e sepolti da lungo tempo e sono stati resuscitati unicamente per quest’occasione. Oh, magari mi sbaglio, eh! (Griffar)

‘Ka la vH
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Concordo con griffar: ha poco senso proporre pezzi live da vari concerti.
Ricordo di averlo capito bene con un disco dei 99 Posse… Questo lo dico a beneficio del caro Roberthor!
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Aggiungo che trovo molto interessanti e puntuali tutti gli interventi di griffar… Riflessioni precise e acute, che rivelano una grande competenza.
Non hai mai pensato di scrivere un testo sul black metal underground? Bisegnerebbe calibrarlo bene, ma potresti fare davvero un ottimo lavoro.
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