Trent’anni di Youthanasia, ultimo capolavoro dei MEGADETH

Michele Romani: Nonostante siano passati trent’anni, del periodo dell’uscita di Youthanasia ricordo tutto benissimo ancora oggi: la campagna promozionale immensa, anche in Italia, con tanto d’intervista doppia dell’ottima Paola Maugeri a Mustaine ed Ellefson da una parte e i Massive Attack (avete capito bene, i Massive Attack) dall’altra, la trasmissione era Segnali di Fumo; poi l’intervista della discordia su Metal Shock condotta dal Fuzz e Francesca Fabi con un Mustaine tanto per cambiare scazzatissimo, che se la prese coi due malcapitati per una domanda relativa al tenore di vita italiano rispetto a quello american e, dulcis in fundo, il tragicomico concerto al Palaeur con quel laconico goodbye di Mustaine dopo neanche 50 minuti dovuto ad una bottiglietta presa in piena faccia. Concerto che tra l’altro scatenò un putiferio per l’esoso prezzo di 40.000 lire, roba che a pensarci oggi ti viene da scompisciarti dal ridere. Tutto questo di contorno all’uscita di Youthanasia, il disco che sarebbe dovuto essere quello della consacrazione dei Megadeth, che per certi versi ci fu davvero, visto che vendette benissimo, seppure sempre a distanze siderali dai rivali di sempre. Ha una delle copertine più belle mai concepite, che però provocò un certo sconcerto tra i miei compagni di scuola, a cui rispondevo puntualmente “Vabbè, ma alla fine è solo una povera vecchia che appende dei neonati a testa in giù”, per non parlare di mia madre che, il giorno che mi vide portare la cassetta a casa, mi chiese se stessi bene e non avessi per caso bisogno di uno psicologo. megadeth_youthanasia Passando alla musica, è innegabile che Youthanasia sia per certi versi molto distante da suo predecessore, sia stilisticamente che per tematiche trattate, e non nego che all’inizio sentire Mustaine cantare Let me show you how I love you avesse un po’ stranito anche me, prima che scoprissi il contenuto di quel testo. In consolle c’è sempre Max Norman e si sente eccome, la produzione è clamorosa anche considerando che per questo disco i Megadeth si costruirono uno studio da zero a Phoenix in Arizona, dove Dave si era trasferito da poco. Per i particolari vi invito a riguardare il celebre documentario Evolver: Making of Youthanasia, che racconta tutta la gestazione del disco. Per il resto, inutile ribadire cose dette e ridette, con Youthanasia Mustaine a soci provarono a sfondare in territori melodici fino ad allora inesplorati. I brani per quanto mi riguarda sono una hit dietro l’altra (Blood of Heroes, Addicted to Chaos e Family Tree un gradino sopra le altre) escludendo forse Black Curtains che non è proprio il massimo. Su A Tout le Monde aprirei un capitolo a parte, brano odiato e amato in egual misura su cui, confesso, dopo trent’anni non riesco a farmi un’idea precisa. Per quanto mi riguarda l’ultimo disco veramente bello dei Megadeth, ancora oggi inspiegabilmente sottovalutato e, cosa ancora più grave, quasi totalmente ignorato in sede live. Cesare Carrozzi: Youthanasia rientra in quel pugno di anni in cui Dave Mustaine ha dato il meglio come compositore; anzi, secondo me è proprio con questo album che si chiude quel decennio dorato della carriera dei Megadeth fatto di dischi (quasi) senza un riempitivo che fosse uno. Non che dopo non ci saranno bei pezzi, con qualche picco, ma niente, nel 1994 i Megadeth avrebbero potuto pure chiudere baracca e burattini e sarebbe stato un successo su tutti i fronti, perché, amici lettori, Youthanasia un successo lo è eccome, non tanto o non solo a livello di vendite (andate bene ma ovviamente non quanto quelle di Countdown To Exctintion), piuttosto perché, nonostante sia molto più morbido rispetto ai dischi precedenti, comunque non sfigura in un confronto. In altre parole non sembra il parto di un altro gruppo, come può esserlo, chessò, il Black Album rispetto a Master of Puppets, che in comune hanno solo la voce di Hetfield e il wah wah di Kirk Hammett: qui al contrario le melodie sono sempre riconoscibili come Megadeth, prima ancora della voce di Mustaine. Anche i suoni sono sempre i loro, certo declinati in modo più commerciale ma sempre riconoscibili. È un album semplice ma a suo modo stratificato, e, anche se continuerò sempre a preferire Rust in Peace, dopo Peace Sells è Youthanasia il lavoro dei Megadeth che apprezzo di più. youthanasia-alternate-cover-art-v0-q4u2hrlh6irb1 copia Ciccio Russo: Durante il tour di Countdown iniziano a esplodere le tensioni e gli scazzi sui soldi, soprattutto con Nick Menza, ormai alcolizzato oltre il livello di guardia. Anche Mustaine ricasca nella bottiglia, poi passa al Valium, quindi si disintossica da entrambi tornando a cocaina ed eroina, manco una scelta troppo irrazionale a dirla tutta. Le date in Giappone saltano e qua si rompe qualcosa anche con Marty Friedman, che ci teneva tantissimo. Vengono cacciati dal tour con gli Aerosmith. Dave, posseduto da chissà quali sostanze, aveva dichiarato a una radio texana che i Megadeth suonavano un set ridotto perché a Tyler non restava molto da vivere. Vengono sostituiti dagli Jackyl. Nel frattempo il gruppo lancia un pioneristico sito web che consente di interagire in chat con i membri. È il 1994, attenzione, l’alba di internet. Poi esce il disco. La svolta commerciale è esplicita e la band si assume le relative responsabilità: quasi ogni pezzo è un potenziale singolo. I Megadeth non perderanno mai davvero questa facilità di scrittura, questa capacità di azzeccare ritornelli e rendere funzionali anche riff non ispiratissimi, quel quid che esalta i momenti più riusciti dei loro dischi medi e salva almeno un paio di pezzi di quelli brutti. Le vendite saranno addirittura superiori alle attese. La più grande scommessa mai vinta da Dave Mustaine. Concordo con i colleghi, dopo Peace Sells e Rust In Peace il migliore è questo.

10 commenti

  • Avatar di SHOW

    “…perchè a Tyler non restava molto da vivere”. Che idolo Dave.

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  • Avatar di Fanta

    Sono stati la mia band preferita da ragazzino. Sempre avuto un debole per loro e continuo a pensare che Mustaine sia un genio assoluto, probabilmente il miglior riff-maker della storia del metal, dopo Tony Iommi.

    È una testa di cazzo, un arrogante, un lunatico coglione, chi più ne ha più ne metta. Ma gli si vuole bene lo stesso, contrariamente a un Lars Ulrich o un Yngwie Malmsteen. E non credo sia necessario spiegarne il motivo.

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  • Avatar di Zairap

    Comprai all’epoca il cd, ma devo dire di non averlo consumato come Countdown to extinction (mio disco preferito e parer mio apice di Mustaine), Rust in Peace, Peace Sells o So Far…. e a dire il vero non ci ritorno molto sopra, un bel disco comunque, ho sempre avuto un debole per Victory, gran pezzo, un autoincensamento notevole, ma meritato.
    Per quel che vale, anche se i rivali di sempre riempiono gli stadi, e i loro primi tre dischi penso di averli ascoltati fino alla sfinimento, Dave… hai vinto te alla fine.

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  • Avatar di Hieiolo

    @ciccio russo : ” Concordo con i colleghi, dopo Peace Sells e Rust In Peace il migliore è questo ” forse volevi dire ” dopo Peace Sells, Rust in peace, So Far so good…so what, killing is my business e Countdown to extinction il migliore è questo.

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  • Avatar di Ciccio Russo

    So Far non mi piace granché, c’è davvero troppa eroina e in questo caso non è un pregio. Per Killing e Countdown tanto amore ma hanno qualche pezzo che salto, Youthanasia no.

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  • Avatar di Fabio Frau

    Breve aneddoto: Bus per il Gods Of Metal 2001, durante il viaggio l’autista chiese se qualcuno aveva una cassetta da ascoltare, non so perchè ma io avevo la mia selezione di canzoni dei Megadeth in ordine cronologico di uscita degli album; passano KIMB, Peace Sells ecc.. e fino a CTE nessuno protesta.. arrivati a Youthanasia, a gran voce la cassetta venne fatta togliere. Questo per dire che secondo me, pur essendo un buon album (ed essendo io d’accordissimo con i recensori), per certa gente invece era troppo “leggero”..

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    • Avatar di Hieiolo

      non è nemmeno per la leggerezza… è che si macchia del peggior peccato per un disco dei megadeth; è NOIOSO.

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      • Avatar di Zairap

        Io penso che per molti ascoltatori duri e puri, (io ovviamente non sono duro e non sono puro) sia veramente risultato troppo leggero, insomma…. pare la loro risposta al Black Album, c’è pure il super lento polpettone con ritornello in francese. Molti di questi ascoltatori non hanno digerito tantissimo neanche il precedente CTE. Accidentalmente è anche noioso? Può darsi, non è un brutto album, però in pratica non lo riascolto mai, secondo me la colpa di questo album è che voleva essere molto paraculo.

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  • Avatar di The Outsider

    Devo ringraziare questo disco per avermi aperto le porte del metal ma per me la perfezione suprema è Countdown to Extinction, uno dei dischi che considero privo di difetti e quindi inattaccabile da qualsiasi parametro lo si volesse considerare. Youthanasia bellino, un po’ rufianotto, probabilmente figlio dell’epoca in cui il metal si apriva al mainstream ma devo dire che ho sempre avuto un debole per Black Curtains.

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