Metallo per mostri giganti: OXYGEN DESTROYER – Guardian of the Universe

Per scrivere questa recensione ci ho messo un po’: come si poteva tirar fuori qualcosa che non sia già stato detto su questa band? Questa era la domanda che mi assillava dopo un’intera giornata, quella dell’ uscita dell’album, spesa ad ascoltare solo ed esclusivamente Guardian of the Universe. Già si sa che gli Oxygen Destroyer sono un quartetto dedito a un death/thrash veloce e brutale. Pure i nomi delle band alle quali si ispirano sono già noti (anche se io aggiungerei gli Absu). Che siano degli impallinati dei kaiju, i mostroni giganti della cultura cinematografica e fumettistica giapponese, ormai lo sanno anche i pastori nomadi della Mongolia. Potrei rispolverare un bel vecchio track by track ma penso che verrei licenziato seduta stante dal Cda di Metal Skunk. Mannaggia, la situazione si fa difficile. Eppure è un disco di 33 minuti degli Oxygen Destroyer, non un doppio live dei King Crimson.

Mi devo spremere le meningi. In fase di colloquio con i due amministratori delegati di questo sito mi è stata promessa l’auto aziendale, e io la voglio! Se avessi quella macchina allora sì che potrei fare il tamarro girando col finestrino abbassato ascoltando a volumi illegali questa bomba di disco. Batterei le mani a ritmo fino a farmi sanguinare i palmi. Lo farei ascoltare ai miei amici che non ascoltano metal ma che sono sempre molto divertiti quando elenco i nomi improbabili delle band che ascolto: e volete mettere un moniker tipo Oxygen Destroyer? A questo punto però mi rendo conto: sto sbagliando approccio a questa recensione. Non bisogna spendere paroloni o inventarsi cose originali. Devo essere esattamente come questo disco: diretto, senza orpelli, che va dritto al punto.

OXYGEN-DESTROYER-BAND-2024

Qui non troverete musica che rimarrà nella storia del metal, ma vi divertirete tantissimo. C’è materiale che fa godere le orecchie con un sacco di riff accattivanti, hammer blast sparatissimi e una ferocia che dura dal primo all’ultimo minuto. D’altronde questo disco vuole fungere da colonna sonora a un film dove una tartaruga gigante che vola a propulsione deve combattere contro dei pipistrelli (o pterosauri?) fotofobici che si nutrono di sangue umano e che sparano laser dalla bocca. Il concept dell’album e la trama del film a cui si ispira prevedono ad un certo punto che Gamera, la tartaruga, debba battersi contro i Gaos, i pipistrelli, tra le strade di Tokyo. Ho fatto qualche ricerca, e la pellicola che dà il titolo all’album dovrebbe essere del 1995 e non mi pare si trovi su nessuna piattaforma di streaming, al momento. Ci sono però diverse parti in lingua originale e pure una versione integrale di Gamera contro Gaos del 1967 su YouTube. Gli stessi Oxygen Destroyer riprendono gli spezzoni originali dei film per farne i video delle loro canzoni. Provate a dire che la loro musica non sia perfetta per quelle scene.

Tornando al disco, non fatevi ingannare dall’alone di nerdismo che circonda questo gruppo, perché i quattro musicisti di Seattle ci sanno fare eccome. L’album è certamente violentissimo, ma la band sa quando cambiare tempo e intensità, alternando momenti di pura furia a passaggi più lenti e opprimenti. La produzione è veramente lodevole in un genere in cui l’assalto sonoro e le dinamiche sempre sparate al massimo, alle volte, fanno perdere alcuni dettagli, rischiando di rendere un po’ tutto impastato. Il mio collega Stefano Mazza ne aveva anticipato l’uscita in un precedente articolo; mi accodo al suo consiglio, insistendo su un punto. Se siete amanti di certe sonorità non dovete solo dedicargli un po’ del vostro tempo ma dovete fare vostro questo disco, non ve ne pentirete. Io intanto lo riascolto per la ventesima volta in due giorni e magari stasera mi guardo il film del ’67. (Luca Venturini)

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