Avere vent’anni: MASTODON – Leviathan
Luca Venturini: I Mastodon prima del 2004 avevano all’ attivo un solo Lp, Remission, e avevano attirato buonissimi responsi sia dal pubblico che dalla critica. Il suono di quell’ album era piuttosto duro e ciò che risaltava di più era la tentacolarità del batterista Brann Dailor; suonava tantissimi fill a colpi singoli, tempi sincopati e allo stesso tempo era estremamente melodico, quasi come un batterista jazz o funk. Le ritmiche avevano un ruolo primario, gli spunti melodici c’ erano ma la band puntava sulle prime.
Nell’ agosto di quell’anno uscì Leviathan. Incredibilmente, invece di spingere su un indurimento del suono come mi sarei aspettato, avevano scelto di sviluppare la parte melodica e rendere il tutto un po’ più accessibile. In più aveva iniziato a cantare anche Hinds, chitarrista, oltre a Sanders, bassista. Rimasi basito per qualche giorno ma non riuscivo a non ascoltarlo. La copertina e i testi, in parte ispirati a Moby Dick, mi piacevano tantissimo visto che era uno dei miei libri preferiti.

Alcune tracce mi presero subito, come Blood and Thunder e Aqua Dementia. La batteria e le ritmiche avevano perso il loro ruolo centrale anche se Dailor manteneva comunque una spiccata personalità sullo strumento. In pochissimi giorni riuscii ad assimilare il disco e conclusi che, sì, era veramente figo. Vi dirò di più: pensai addirittura che quella fosse la matrice per un nuovo approccio al metal. Forse esageravo col senno di poi. Era un capolavoro? Alle volte lo pensavo, altre volte no, ma non importava. Ad ogni ascolto non riuscivo a star fermo. Come potevo resistere alla rullata che apre Iron Tusk? E al cantato trascinato di I Am Ahab? E alla partenza psichedelica di Seabeast cantata da Hinds e Sanders con un drammatico quanto teatrale botta e risposta? Come resistere alla ruvidità in terzine di Island? Per me era impossibile. Non c’è bisogno che continui elencandovi le peculiarità di ciascun brano perchè penso che questo disco sia stato largamente ascoltato. Di pochissimi album ho poi acquistato anche la versione digitale e Leviathan è uno di quelli. Se proprio, oggi, devo trovargli un difetto, io avrei messo la sequenza dei brani in un altro ordine.

In seguito i Mastodon avrebbero continuato sulla strada presa con Leviathan spostandosi lentamente dal metal a un suono più rock, pur mantenendo sempre una certa cattiveria hardcore di fondo. A vent’anni di distanza non hanno fatto i proseliti che mi sarei aspettato e non hanno mai sfondato in maniera eclatante ma mantengono un certo status all’interno del panorama musicale, non solo metal.
Io li amo, conosco ogni minuto di ogni loro album, ogni passaggio di batteria, ogni assolo. Qualche anno fa mi sono addirittura conteso con un tizio la bacchetta lanciata da Dailor. Entrambi mettiamo le mani prendendo al volo una 5B con sopra il logo dei Mastodon. Peccato che l’altro sia il doppio di me e possa farmi finire nella provincia accanto con uno spintone ma provo lo stesso a chiedergli di lasciarmela. Lui mi guarda. Io lo guardo. Non mi risponde. Non un gesto, non una smorfia. È serio. C’è caldo, si suda. In lontananza mi pare di scorgere Clint Eastwood ma non mi posso distrarre. Non so cosa fare. Lui respira pesantemente. Devo dire qualcosa di persuasivo, penso, è chiaro che non posso vincere sul piano fisico. Lui sorride e dice: “Va bene, tienila tu amico” e mi abbraccia.

Stefano Mazza: Dunque vi piacciono i Mastodon, eh? A me no. Sono più di vent’anni che ogni tanto provo a riascoltarli, ma proprio non ci riesco. Prendetemi a schiaffi, provate ad ammazzarmi, ma io non ce la farò mai, per me non hanno un senso. Ma andiamo per ordine: me ne parlò per la prima volta un conoscente che era un patito dei Dream Theater, cosa che vent’anni abbondanti fa era ancora accettabile, il quale un giorno mi disse: “Ma te li conosci i Mastodon? Oh, io da un mese non riesco ad ascoltare altro!”. Io risposi di no, non avevo mai sentito nulla, ma ci avrei provato. Penso di aver cominciato con Remission (2002) e ne rimasi esterrefatto, ma non positivamente, piuttosto pensai: “Ma che cazzo dice?!?! Cos’è sta roba?!”. Intendiamoci, capivo che era musica suonata bene, ma che a me suonava male, anzi malissimo… Poi, siccome so bene che a volte la musica geniale non la si coglie al primo ascolto, ma occorre concedersi tempo e analizzare, assimilare, ripensare, me lo riascoltai varie volte, ci tornai sopra, per poi dover ammettere che, semplicemente ma inequivocabilmente, NON mi piaceva.
Guardate, per questa occasione ho voluto provarci un’altra ennesima volta: mi sono sottoposto ad una sessione di concentrazione e di ascolto di Leviathan, ma niente da fare: i brani mi passano ancora attraverso senza lasciarmi nulla, perfino i velleitari Hearts Alive, o Joseph Merrick, che potrebbero essere i due maggiormente nelle mie corde. Non lo so, non lo so… Sarà questo susseguirsi falsamente prog di riff, sarà questo metal che si tinge nervosamente di stoner e di grunge, che poi si concretizza in un suono saturo e medio, sarà quella voce, sarà che sono insensibile, ma io ve li lascio. Dopo avermi insultato, sia nel pensiero che per iscritto, almeno apprezzate il mio impegno e la mia onestà intellettuale, perché a ragion veduta, dopo anni di tentativi, dico che per me i Mastodon restano un gruppo inascoltabile, a parte la batteria che è oggettivamente interessante, e mai capirò perché piacciano a così tanta gente. Insomma, un’altra fantozziana cagata pazzesca. Adesso devo mettermi recensire i Nile, per cui non fatemi perdere altro tempo. Ciao e let the metal flow.

Concordo col fatto che pensavo avrebbero fatto il botto prima o poi.
Però questo album l’ho consumato anche se ancora oggi non saprei come definire il loro stile musicale.
In ogni caso scoperti nel 2005 al Gods e dal vivo fecero un grande show!
"Mi piace""Mi piace"
l’ultima grande band metal? questo sicuramente il loro apice
"Mi piace""Mi piace"
Concordo con Mazza.
"Mi piace"Piace a 1 persona
MASTODON GESUALDO
"Mi piace"Piace a 4 people
Mazza non dà un solo spunto critico, mentre è davvero poco rilevante il fatto che a lui non piacciano. Un po’ come dire che Ammazza che Mazza! fosse il peggior gioco di golf di sempre senza spiegare perché.
"Mi piace""Mi piace"
Mazza..mai cognome fu più azzeccato per descrivere la quantità della non comprensione di una delle poche band che negli ultimi 20 anni ha lasciato un segno in mezzo ad una landa di desolazione
"Mi piace""Mi piace"