Avere vent’anni: DISARMONIA MUNDI – Fragments of D-generation

Fossero stati, non lo so, dei gelati, i piemontesi Disarmonia Mundi nel 2004 si sarebbero potuti pubblicizzare così: COME i Soilwork, CON i Soilwork, MEGLIO dei Soilwork; con una malfrequentata casa in costruzione alle porte di Torino sulla confezione anziché un logo brutto e sbrilluccicante affianco a uno stecchino di legno incastonato in una corazza di vaniglia e cioccolato.

Come i Soilwork perché se i Disarmonia Mundi non si sono ispirati alla band di Helsingborg allora Nicolò Barella non si ispira a Nainggolan, Alessio Cerci non si ispira a Robben (scusate, era Robben che si ispirava a Cerci, Pistocchi docet), i primi Hecate Enthroned non si ispirano ai Cradle of Filth e via discorrendo.

Con i Soilwork perché i growl e gli screaming presenti in questo album sono proprio dell’illustre ospite internazionale Björn “Speed” Strid, uno che i Soilwork ha addirittura contribuito a fondarli.

E meglio dei Soilwork perché i Soilwork, almeno a me, hanno sempre lasciato tra l’indifferente e il contrariato.  Sia nella loro prima fase più atthegatesiana che in quella più accessibile dei lavori da Natural Born Chaos in avanti. Per me non hanno quasi mai azzeccato un riff, un ritornello, una strofa. Tutto fatto a regola d’arte eh, ma senza mai brillare, senza scintille, senza lampi di genio. E soprattutto non hanno pezzi memorabili.

Fragments of D-generation invece i pezzi ce li ha, eccome. È pieno di pezzi.

Ognuno di essi non sarebbe mai esistito senza i Soilwork, ogni molecola di riff sembra gridare: “Grazie di esistere, Soilwork! Non posso vivere senza i Soilwork, ho cominciato a tifa Helsingborg (e i miei amici interisti mi hanno menato), ho chiamato mio figlio Predator’s il primo e Portrait il secondo!”,  hanno addirittura convocato il cantante dei Soilwork a cantarci su, ma invece del classico disco tributo e di maniera da fanboys ossessivi e talebani, è uscito fuori un prodotto addirittura migliore, ispirato e pieno di pezzoni; melodici, ritornellosi, easy listening alcuni (Red Clouds ad esempio, singolone da classifica, quasi da boy band) ma tutti ideali per dare alle fiamme le macchine delle professoresse di matematica di Helsingborg mentre vanno a comprare il pescato del giorno o a portare la figlia a lezione di pattinaggio sul ghiaccio il pomeriggio.

Ma poi che riff, ragazzi! Il riffone d’apertura di Come Forth my Dreadful One è una di quelle cose che passano una volta ogni vent’anni: entra a gamba tesa, butta giù le pareti, si contorce su sé stesso, ti acchiappa lo stomaco e te lo rivolta, facendoti tornare su pure il panettone della vigilia di Natale del ’95, insomma, una figata.

Ovviamente se quel deathino melodichino non ancora metalcore (ma orientato in quella direzione) di marca svedese che andava forte i primissimi anni del 2000 per voi è fumo negli occhi, statene alla larga e anzi denunciate i Disarmonia Mundi per disturbo della quiete pubblica. Se invece ne siete fan, avete voglia di mangiare salmone all’eroina in scatola chiusi in uno scantinato di qualche museo di Stoccolma o volete semplicemente rievocare l’eliminazione dell’Inter dai preliminari di Champions League del 2000, accomodatevi, signori, da questa parte! (Gabriele Traversa)

5 commenti

  • Avatar di weareblind

    Grazie della segnalazione, che provvedo a recuperare subito.

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    • Jean Marc Valente
      Avatar di Jean Marc Valente

      Per carità, i gusti non si discutono, su questo non ci piove. Ma l’assolutismo del “mai” usato nei confronti dei Soilwork da parte del recensore equivale a dire che la Coca Cola nel mondo ogni anno guadagna non più di 500.000€ (o dollari, fate voi): dunque, una cavolata atomica.
      Negli anni di riferimento, la band di Strid è stata quasi irraggiungibile per chiunque (primi 4 album minimo) ed è un dato di fatto. Mentre così non si può dire dei pur ottimi Disarmonia.
      Quindi va bene la provocazione, va bene l’esagerazione, ma qui si è andato ben oltre, al di là dei gusti personali

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  • Avatar di hieiolo

    tra l’altro una canzone come “Come Forth my Dreadful One ” hanno avuto il coraggio di piazzarla quasi a fine scaletta…

    Cmq i soilwork con a predator’s portrait sono stati immensi, @gabriele traversa tutti i gusti son gusti e le opinioni personali vanno rispettate, pero’ non puoi dire che in quel disco non ci sia un riff che non sia valido; le sole prime 4 canzoni scartavetrano i muri come dai tempi di Fabuolus disaster non mi capitava di sentire… poi si son persi alla grande, ma c’è di milioni di volte peggio a giro allora ed adesso..

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  • Avatar di Fredrik DZ0

    Rigotti è un cazzo di genio dei riff. Ho tutti i dischi dei Disarmonia Mundi e sono uno meglio dell’altro.

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  • Avatar di Fredrik DZ0

    a proposito:

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