Avere vent’anni: DEATHSPELL OMEGA – Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice

È strano come, quando si parla di assoluti capolavori, esistano sempre soggetti che ne contestano il valore e sentano il bisogno di sminuirli inventandosi le motivazioni più assurde. Vanno bene i gusti personali, ma fino a un certo punto: un conto è dire non mi piace/non lo capisco/non fa per me e via discorrendo, un altro è scrivere un’accozzaglia di cretinate tanto per discostarsi dalla massa. Di sicuro ci sarà al mondo qualche fenomeno che disprezza la Cappella Sistina, come se mai fosse possibile criticare Michelangelo e il suo incommensurabile capolavoro; fa riflettere, se non altro perché non si riesce a comprendere come opere d’arte del tutto al di sopra di ogni possibile critica trovino comunque il detrattore.

Se leggete le recensioni di Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice su Metal Archives ne troverete di positive, di ottime, di eccellenti affiancate da due (casi umani) che hanno elargito 0/100 e 3/100 dilungandosi in sproloqui che ti fanno sospettare che il disco non l’abbiano mai nemmeno ascoltato. Perché questo album questo è: un capolavoro inarrivabile, inattaccabile, incontestabile. È il disco che ha portato il black metal negli anni Duemila, modernizzandolo e modificandolo profondamente sin dalle sue basi. Ironicamente sono stati i Deathspell Omega a concepire cotanta magnificenza; il gruppo di Hasjarl – nato dalle ceneri degli Hirilorn, che già di loro suonavano un black metal personale e non standardizzato – nei due album precedenti Infernal Battles e Inquisitors of Satan si era assestato su un fast black metal rude e scarno di tipica espressione darkthroniana. Notevoli per cattiveria, tuttavia nulla d’imperdibile e nulla che giustifichi i demenziali prezzi che i due vinili originali prima stampa hanno acquisito nel tempo.

Il religious black metal nasce con questo disco, dal momento che i testi sono fondamentali per manifestare il più autentico disgusto per la religione cattolica, glorificandone la parte più empia e sordida. La musica avrebbe dovuto accompagnare queste tematiche dovendo esprimere essa stessa il medesimo disgusto, e le composizioni riescono – tutte, nessuna esclusa – in modo mirabile in questo intento. I canti gregoriani della strumentale First Prayer sono una sorta di lunghissima intro che catapulta l’ascoltatore negli anni più bui del Medioevo, dove i preti avevano un potere smisurato e la chiesa opprimeva qualsiasi voce non allineata, poi è l’apoteosi con due dei pezzi più stupefacenti mai scritti nella storia del black metal: Sola Fide I e II; specialmente il primo ha il riff sul cambio di tempo che mi fa mordere il volante della macchina ogni santa volta che il random dello stereo ci capita sopra. Dalla più lenta Second Prayer in avanti il disco risulta essere una concatenazione di capitoli tutti concepiti come lo scatenarsi della furia degli elementi governati dal Maligno, alternando sapientemente sezioni più meditate a sfuriate con il blast beat più puro concepibile, mentre oscure e arcane melodie serpeggiano come vipere dagli occhiali, volteggiano come fumo di Stramonio in oscuri rituali tenuti in segreto per celebrare la potenza del Suddetto. Si avvitano in dissonanze come nella title track, uno dei pezzi più disturbanti di tutto il lavoro e uno dei primi a proporre in partiture black metal soluzioni simili, si spezzano oppure sorprendono per le armonie complicate ma memorizzabili anche a distanza di vent’anni.

Il fatto è che la pura essenza del black metal è esattamente questa, e a metterla in musica ci sono riusciti solo i Deathspell Omega in questo disco. Gli Scandinavi hanno aperto la via dichiarandosi apertamente satanisti, ma il black metal settentrionale risente comunque dell’influenza del gelo e degli inverni di quelle aspre terre. Potrà sembrare un luogo comune ma non lo è, quando si ascolta Freezing Moon non viene in mente Satana o i suoi derivati, viene in mente una gelida notte nevosa oltre il circolo polare artico. È una concezione molto più pagana del black metal di quanto si sia sempre pensato, ossia sono state bruciate delle chiese perché sono tutti satanisti. No, sono state bruciate delle chiese per ripudiare il cristianesimo introdotto in Scandinavia a forza e ribadire che i loro dèi sono altri. Anche Dark Funeral e Setherial, prima di darsi delle pose da megasatanisti per le quali oggi sono idolatrati, hanno scritto musica intenta a replicare gli estremismi atmosferici propri della loro terra d’origine.

Per la Francia il discorso è diverso: laddove la religione cattolica ha fatto danni in tempi passati come nemmeno in Italia, è comprensibile che un’opera così malefica di repulsione del Bene e celebrazione del Nale sia nata proprio lì. L’antagonismo verso lo strapotere della chiesa in Francia ha avuto nel medioevo esempi che si ricordano tutt’oggi, dai Catari ai Dolciniani, per non parlare dei Templari, tutti vittime di persecuzioni e massacri. Ritengo normale che qualcosa di tutta quell’avversione sia rimasta anche al giorno d’oggi, l’unica cosa è che fa meno notizia. Hasjarl poi è un personaggio che qui in Piemonte definiremmo “montato sulle biglie quadre”, convintissimo ai confini dell’esaltazione, intransigente oltre l’immaginabile (al punto da sciogliere gli Hirilorn perché due componenti avevano suonato in un progettino punk ed erano dunque dei traditori), in questo ben assecondato da Mikko Aspa (Clandestine Blaze) che in quanto ad intransigenza penso sia secondo a nessuno, sia per le idee religiose che quelle politiche (entrambe riverberate nella sua musica). Il suo screaming strano, impostato basso e ringhiato dall’inizio alla fine, aggiunge al tutto il classico surplus senza il quale i pezzi probabilmente non avrebbero avuto la stessa efficacia.

Il disco, va da sé, si deve ascoltare per intero seguendo la sequenza dei brani così come sono messi in scaletta. È una liturgia di sbeffeggiante disprezzo dall’inizio alla fine, un’invocazione così convintamente anticristiana che non ha mai avuto pari né, sebbene tentativamente imitata innumerevoli volte, mai ne potrà avere. Dimenticavo: se non vi vengono i brividi ascoltando Carnal Malfactor siete morti dentro. (Griffar)

Inter spem et metum
Let everything that hath breath praise the Lord, praise ye the Lord.

12 commenti

  • Avatar di Squalo

    Giusto per sproloquiare perché pur avendo provato ad ascoltare black metal non sono mai riuscito ad apprezzarlo, pur rispettandone l’evidente importanza musicale.
    Questi gruppi esplicitamente anti cristiani mi hanno sempre fatto venire un dubbio, oltre a tanta tenerezza derivata dalla loro ingenuità e solo apparente pericolosità o carica eversiva…come se davvero negli anni ’90/2000 si possa essere eversivi nell’inneggiare al demonio e sputare su Cristo.
    Mi sono sempre chiesto se questi qui non credono nel Dio cristiano ma al tempo stesso credono nella sua figura antitetica ideata dalle stesse persone che hanno ideato il Dio cristiano, oppure credono nel Dio cristiano ma hanno scelto di stare all’opposizione.

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    • Satanic bullshit
      Avatar di Satanic bullshit

      Euronymous era profondamente religioso e stava decisamente all’opposizione mentre Varg è pagano… ad ognuno il suo. Raramente sta gente è atea, altrimenti scriverebbero roba tipo Disrupt o Ratos de Porao

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  • Avatar di Fabio Rossi

    Bruciare le chiese scandinave,indipendentemente da quello che rappresentano,l’ho trovato una assurdità.Una sorte di cancel colture fai da te.Non differente dalla distruzione di secolari statue buddiste operata da Al Quaida,prima del noto undici settembre.Quindi una pericolosità, forse non apparente, fermata in tempo oppure una totale idiozia che ha portato gli autori di tali atti a “contribuire” alla ricostruzione,tramite tasse, delle chiese distrutte.

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  • Avatar di Fanta

    Nel caso dei Deathspell Omega il terreno concettuale che orienta quello lirico è complesso. Non stiamo parlando dei Dark Funeral, dei Marduk o compagnia bestemmiante. Non è una posizione di blasfemia adolescenziale (o tardi adolescenziale) la loro. Credo che il punto di partenza sia il rifiuto della religione ideologicamente dominante. Il loro è un approccio che ha a che vedere con influenze filosofiche, dal lato di un plurimo omicidio preliminare: quello delle credenze derivate dal senso comune che interpreta Dio.
    Si passa da Eraclito, Hegel per certi versi, Milton e Bataille.

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  • Avatar di El Baluba

    Purtroppo io e i Deathspell Omega (ma un po tutto il filone religious) non siamo mai andati d’accordo. Per carità innovativo quanto vi pare, ma a me han sempre annoiato a morte e per anni mi son anche sentito un po un cretino per non riuscire ad apprezzare cotanta bellezza. Mah…

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  • Avatar di Lord F L

    Come dicono gli anglosassoni, sono stati e sono tuttora dei game changers. C’è poco da fare.
    Ricordo ancora l’impatto che ebbe questo disco.
    Giusto celebrarlo per quel che è, un capolavoro che ha aperto letteralmente tutto un filone nuovo, e spianato la strada a decine di emulatori.

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  • Avatar di ignis

    A mio avviso, il capolavoro è “Paracletus”… Band immensa: Deathspell Omega per mille anni.

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  • Avatar di ignis

    Griffar, tu che hai conosciuto di persona il leader, che impressione hai avuto? Ti è sembrato animato dallo stesso fanatismo di cui parli? Studia il pensiero di Georges Bataille? Grazie.

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    • Avatar di griffar

      Non è mai sceso in particolari sulla sua formazione, anche perché io ho sempre messo ben chiaro che NON sono mai stato un satanista neanche per un misero secondo. Forse nasce proprio da questo il rispetto reciproco tra noi. Però sì, è una persona decisamente convinta in ciò che fa e che dice. Fin troppo decisamente, io gli dissi che secondo me avrebbe potuto andare avanti con gli Hirilorn ma lui non voleva tra i coglioni (parole sue, in francese) gente che non fosse totalmente devota al progetto.

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  • Avatar di ignis

    Molte grazie, caro Griffar. Avevo scritto anche a loro, ma non ho mai ottenuto risposta (capisco pienamente l’idea dell’anonimato, ma non condivido molto la scelta di sottrarsi a una pacata discussione filosofica). Un altro aspetto che mi ha molto colpito e ispirato (per motivi di lavoro) è la citazione del progetto olivettiano della città di Ivrea, in una loro recente intervista. Sarei curioso di sapere se hanno visitato il sito di Ivrea e di conoscere il senso preciso di quello che dicono su Adriano Olivetti (il passaggio dell’intervista è troppo sintetico).

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