Gli EXIT EDEN vincono il Sanremetal 2024

Anche quest’anno, come da sette anni a questa parte, mentre Amadeus ballava Il Ballo del Qua Qua con Fiorello e John Travolta, scrivendo con l’inchiostro indelebile una pagina importante nella storia del trash italiano e internazionale, noi (io e miei umili amici giurati sulla nostra decennale chat Whatsapp delle meraviglie) abbiamo fatto scontrare, come gladiatori in un’arena, i videoclip delle band più melodiche, facilone, pop, diabetiche, strappastorialacrime dell’intero circuito metal.

Quest’anno la coppa dalle grandi orecchie (ma foderate col piombo) se la sono portata a casa a mani bassissime, in finale contro i discutibili Metalite, gli Exit Eden; supergruppo symphonic (sanre)metal, scuderia Napalm e limitrofi (come te sbagli), composto da un meraviglioso trio, tutto al femminile, di assolute protagoniste del genere: Clémentine Delauney dei Visions of Atlantis, Anna Brunner dei League of Distorsion e Marina La Torraca dei Phantom Elite. Eh già, “Il potere del trio coincide col mio” diceva un vecchio telefilm. Ma per non farsi mancare nulla, le nostre tre sanremetal princesses per l’occasione si sono portate dietro, a far da quota maschile, quella matassa informe di barba e capelli di Marko Hietala; ex bassista dei Nightwish, Mago Merlino in fieri, che da un po’ di tempo vaga come un nomade (o un clochard, fate voi) tra le innevate foreste del Sanremetal alla ricerca di collaborazioni e, con ogni probabilità, due spicci per un caffè.

Nonostante sia stata etichettata fin da subito da uno dei giurati come un’autentica porcheria, il loro brano vincitore (Run!) è già una hit, una stella luminosa nel cielo della notte buia del Sanremetal, da guardare e riguardare senza nemmeno l’ausilio del cannocchiale. Folkeggiante, ispirata, un bel ritornello orecchiabile, le tre Madonne che ondeggiano con grazia i loro abitini svolazzanti in aria, Marko Hietala che scappa dalle bollette sulla spiaggia; in poche parole, un manifesto della Napalm Records di oggi.

Se gli Exit Eden fossero un film sarebbe una specie di versione fantasy de Le ragazze del Coyote Ugly, con le streghe della foresta che ballano sul bancone della Taverna del Viandante, rovesciando di tanto in tanto con un colpo di tacco i boccali di idromele dei mezzelfi guardoni e segaioli lì riuniti. E questa descrizione è applicabile al 99% dei gruppi appartenenti al genere che iniziò più o meno con Ever Dream dei Nightwish e che noi, per comodità, chiamiamo Sanremetal, anziché symphonic epic power female pussy doggystyle metal.

Tra i caduti in battaglia di questo Sanremetal 2024, schiacciati dalle ruote del carrarmato Exit Eden, una nota di merito va ai miei pupilli, veterani e vincitori dell’edizione 2021, Temperance (freschi di una nuova cantante con una vociona da contralto bella rotonda) ma soprattutto al progetto solista di Marc Hudson dei Dragonforce.

La sua videoludica Dracula X! (tutti col punto esclamativo quest’anno, ma perché?) a me, che non sono assolutamente un fan dei Dragonforce e delle loro galoppate supersoniche ed esibizioniste, ha divertito tantissimo. La classica eccezione che conferma la regola. Il ritornello poi è un missile (molto più di quello degli Exit Eden, ma la lobby del Sanremetal mi si è rivoltata contro – ancora una volta, aggiungerei).

Detto questo, che dire, appuntamento all’anno prossimo e se avete bollette da pagare e state senza na lira datevela a gambe come Marko Hietala nel video di Run!, il brano vincitore del Sanremetal 2024. (Gabriele Traversa)

16 commenti

  • Avatar di Luigi

    Ormai il metal dovrebbe andare in pensione.
    Chiamassero le proposte moderne “pop aggressivo” per distinguerlo dal pop smieloso radiofonico e facciamola finita, ma purtroppo oggi di metallari veri c’è ne sono pochi (come di altre categorie del passato): sono tempi diversi rispetto ai 70-80 (includiamo pure i 90), il grosso del pubblico attuale non è metallaro ma ascolta metal e c’è differenza (per questo motivo chiamano la stragrande maggioranza delle proposte moderne “metal”, per fini esclusivamente commerciali).

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    • Pierre DuLavelle
      Avatar di Pierre DuLavelle

      Sarebbe possibile avere una definizione più precisa di “metallaro vero”? E’ dagli anni ’80 che sento vaneggiare di questa figura mitologica, quasi si parlasse di una setta, una loggia, una società segreta che è sempre stata in fissa con velleità e pretese elitarie, bastava che il gruppo preferito vendesse una copia in più al di fuori di ‘sto circolo di carbonari che subito – ravvisato l’orrendo ed infamante spettro di una ‘commercialità’ – si levavano, altissime, accusatorie urla di sdegno e scattava l’imperitura abiura.
      E forse è già questa una prima indicazione a svelarne i sinistri contorni.

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      • Avatar di weareblind

        Il “metallaro vero” è comprensibile solo a chi è sovraesposto ai Manowar da almeno 30 anni. AmmorrteDDAI!

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      • Avatar di TonyLG

        Lasciatemi pogare/ con le corna al cielo/ sono un metallaro/ un metallaro vero

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      • Avatar di Luigi

        Ogni genere musicale nasce in un periodo specifico, le condizioni che c’erano negli anni in cui è nato il metal non sono quelle del nuovo millennio.
        Non mi riferisco alle proposte o alla qualità che anche oggi è molto alta, ma è impossibile essere veramente metallari se non si è vissuto quei periodi, la nostra è un epoca diversa: se hai meno di 40 anni per quanto tu possa amare il genere non potrai mai essere metallaro fino in fondo.
        Per questo secondo me sarebbe molto più logico che le proposte moderne fino a quelle degli ultimi anni abbiano un nome diverso, anche per dare giustizia alla musica di questo periodo e soprattutto che possa staccarsi da quello che c’era prima (da cui impara ovviamente ma va oltre).

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      • Avatar di Peril

        Questa merda è “metal”, suona “metal” (anche se moscio, c’è musica country molto più “pesante” di questa roba qua’).
        L’ heavy metal, per come lo interpreto io almeno, deve essere “grezzo”, non necessariamente da un punto di vista sonoro, lirico o visivo, devi sentirlo con le orecchie, la testa, la pancia e le palle (o le ovaie, siamo inclusivi noi) e ognuno lo percepisce in maniera personale slayer, behemoth, manowar o la roba “core” (che ci piacciano o meno) sono tutte “gradazioni ” di heavy metal.
        Tutto sto pippone per rispondere alla tua domanda se esiste il metallaro vero, non lo so, sicuramente un buon in(d)zio per avvicinarsi a una risposta sarebbe non considerare questa musica da carrefour o da ascensore heavy metal.

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    • Avatar di griffar

      Non sono d’accordo e non userei termini così drastici, ma non credo che come la penso io t’interessi.

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  • Avatar di mark

    discutere se siano o non siano metal fa già ridere come cosa…Boh, se fanno dei dischi si vede che a qualcuno piacciono, immagino siano per roba per adolescenti mentre qui in gran parte siamo tutti dei vecchiacci.
    Poi, a parte la brunetta col vestito rosso e il tatuaggio da ergastolano dell’Ucciardone, non mi pare che siano proprio ‘ste gran fighe.

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  • Avatar di enzo saponara

    Nightwish

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  • Pierre DuLavelle
    Avatar di Pierre DuLavelle

    @ Luigi: riguardo alla figura del vero metallaro, del considerarsi o del poter essere considerati tali, credo di aver capito – almeno per quanto mi riguarda – l’inghippo. Per quanto ami praticamente da sempre il metal (di giri intorno al Sole ne conto ormai 56), non mi sono mai preoccupato – o per meglio dire non mi è neanche mai passato per la testa – di ‘identificarmi’ o trovare una validazione in quello così come allo stesso modo, e su questo ho posto invece un’attenzione diversa, mai ho voluto né permesso che un certo tipo di musica (qualsiasi essa fosse) arrivasse a ‘definire’ me o potesse farlo. Amo il metal? Direi, ormai, di poterlo affermare con una certa sicurezza. Se poi io sia veramente metallaro, anche solo per la mia lunga militanza che mi certifica d’ufficio come tale fino in fondo, è un quesito che in tutta sincerità non mi sono proprio mai posto perché, a differenza della musica, non mi hai davvero interessato e a cui non ho mai dato alcun peso. E nel pieno è più totale rispetto di quanto hai poi scritto, elucubrazioni a livello quasi sociologico o semplicemente mediatico su cosa sia (il) metal oggi e come debba venir chiamato non hanno mai turbato i miei sonni. Sarò superficiale io. Pazienza.

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  • Avatar di Fabio Rossi

    Il metallaro ha smesso di essere tale,da quando , vittima del pregiudizio, è passato da pregiudicante. E se ne è uscito con termini idioti come falso metallaro.

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  • Avatar di Rob Jordan

    Sarebbe meglio fare solo con gruppi italiani per Sanremetal, altrimenti è EurovisionMetal!

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  • Avatar di tommasoscappini

    Il metal ha tanti generi, tipo folk o power melodico, non vedo perché non possa essere metal quello degli exit eden… non sarà “heavy” puro, ma nessuno è perfetto! viva il metal

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    • Avatar di gian64

      È veloce? Ti piace? E’ metal! Anche se i miei coetanei Metallica rimangono i massimi, se le caratteristiche sono velocità, durezza di suoni e piacevolezza all’ascolto beh, per me E’ METAL!
      Poi naturalmente ognuno di noi ha il suo concetto di “piacevolezza all’ascolto”…
      PS
      Ho quasi 60 anni, ci sono cresciuto col metal…

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  • Avatar di Sam

    Per come la vedo io, dopo 48 anni da quel giorno che dovrebbe essere festa nazionale che era quello della mia nascita e dopo 34 anni da ascoltatore e, per un periodo, musicista metal, capisco benissimo cosa si intende con “vero metallaro”. L’intenzione con cui si usa il termine fa la differenza. Come per quasi ogni termine.
    Il “vero metallaro”, nell’accezione in cui mi è capitato di usare o di sentire usare il termine, non è tanto legata alle band che ascolti o al sottogenere che preferisci, quanto all’attitudine.
    C’è stato un periodo in cui essere metallaro significava essere contro le convenzioni, significava vivere la musica come fosse un rito o una sorta di preghiera oltre che una valvola di sfogo, significava mostrare al mondo la propria incazzatura verso certe storture dei tempi, verso ciò che si riteneva ingiusto anche del proprio vissuto personale
    Era anche il mezzo, almeno per me, di esprimere una personalità e un carattere e anche dei giusti, dei punti di vista e una sensibilità divergente – e spesso contrastante – con ciò che invece era imposto o popolarmente accettato o ritenuto “inevitabile” nel passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta dei tempi.
    Quindi, la musica e una certa attitudine sono stati qualcosa di serio per qualcuno. La musica metal non è un sommesso accompagnamento musicale alle vicissitudini della vita. La musica metal era parte della vita, era ciò che dava spinta, carica emotiva e che, all’occorrenza, permetteva di evadere per isolarsi da un mondo che talvolta andava stretto da essere soffocante e talvolta sembrava tanto largo da perdercisi.
    Nel brano di questi scappati di casa io, di rabbia, di emozione alcuna o di evasione, non vedo. Vedo solo 3 tizie dalle movenze identiche a quelle di altre 30 colleghe e un Hietala a suo agio come un kiwi su una pizza alle acciughe che secondo me non fugge solo dalle bollette ma anche dagli animali autoctoni che si annidano nei sui suoi testicoli e nel solco tergale: come fai a startene in spiaggia con dei pantaloni della pastorino!?!? Immagino i foruncoli, le piaghe, le amebe, i batteri e chi più ne ha, più ne metta (come disse la prostituta saggia)…

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