Black metal zumpettone: MOONLIGHT SORCERY – Horned Lord of the Thorned Castle

Partiamo da un presupposto che reputo fondamentale al fine di inquadrare il disco di debutto dei finlandesi Moonlight Sorcery: musica come la loro, in qualche momento nel tempo, è già stata suonata, almeno per quanto riguarda la struttura delle canzoni e il tipo di riffing. Faccio qualche nome: Alghazanth, Funeris Nocturnum, Catamenia solo per rimanere in Finlandia e per citare i primi che mi vengono in mente; se andiamo altrove Mystic Circle, Misteltein, Dark Fortress e chissà quanti altri. Loro definiscono la propria musica majestic black metal, solo che il termine fu coniato da Steffen della No Colours records nel 1995 per classificare la musica dei Summoning, e i Moonlight Sorcery con i Summoning non c’azzeccano una mazza di niente. Questo è melodic/symphonic black metal purissimo, ma non tirate in ballo i Dimmu Borgir, perché nemmeno loro c’entrano nulla: la musica di questi finlandesi è completamente diversa. Può piacere a chi vive a pane e Dimmu Borgir, ma non ha alcun punto in comune con il gruppo di Shagrath.

Tutto ciò premesso, Horned Lord of the Thorned Castle è un disco divertentissimo. Farà sicuramente venire l’orticaria a chi considera il black metal come uno stile musicale nero caligine, privo di melodia (ma quando mai? Però l’ho sentito dire parecchie volte e altrettante volte ho perso del tempo dilungandomi in discussioni che non portano da nessuna parte, perché come dice il proverbio non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire), parossisticamente violento punto e basta – in pratica il raw black metal che io propongo all’attenzione ogni tanto qui sul blog – e tutto il resto è solo merda. Figuriamoci. Nessuno dei gruppi succitati, a ogni buon conto, ha mai messo così tanta melodia negli assoli, né nelle ritmiche saltellanti e armonizzate sulle due chitarre come si possono trovare in tanti dischi power/speed, né nei bridge strumentali che sono presi pari pari dal power metal senza alcun tema di smentita: senza lo screaming una Viha Verhon Takaa di black non avrebbe assolutamente niente, è power melodico fatto benissimo e suonato ancora meglio. Divagazioni compositive come queste sono presenti in ogni brano, sia esso concepito per essere suonato ad alta velocità o viceversa, e sono tutte godibili all’ennesima potenza, perché gratificano il disco di una fluidità e un’immediatezza di ascolto raramente riscontrabili in album che si pregiano di appartenere alla sterminata famiglia del black metal.

I nove brani volano via tra svisate tecniche, intrecci di chitarre uno più grintoso dell’altro, tastiere che reclamano a gran voce la loro parte, una sezione ritmica precisa ed affidabile. Nessun brano è particolarmente lungo, e anche questo contribuisce al dinamismo dell’opera: l’unico più articolato è il conclusivo Suden tie (Wolven Hour part II), in cui i Nostri danno libero sfogo alla fantasia e, in otto minuti e mezzo, una ne inventano e cento ne pensano. Tutto questo fa sì che sia quasi inevitabile ricominciare l’ascolto daccapo per scoprire nuove sfumature meno evidenti in un primo approccio.

Il classico disco che a furia di ascoltare si impara a memoria, tanto è adrenalinico e non stanca mai. Naturalmente registrazione e produzione sono perfette, scevre di ogni difetto, ogni strumento ha il suo spazio ed è perfettamente amalgamato col tutto, e anche la voce non è relegata in sottofondo come spesso capita nelle produzioni recenti. Per chi ascolta black melodico credo che Horned Lord of the Thorned Castle sarà il disco dell’anno o quantomeno sul podio, per chi non ascolta black potrebbe essere una piacevole sorpresa, mentre chi ascolta solamente true raw ultranekro black metal si astenga pure perché questa musica non fa assolutamente per lui. (Griffar)

4 commenti

  • Faccio mia, perché la condivido, un’affermazione letta da qualche parte. Non ricordo dove.
    Sono un po’ i Children of Bodom del black metal.
    Disco molto divertente, si ascolta che è un piacere.

    "Mi piace"

  • Grazie di questa recensione. Li sto curando e seguendo, ho “Piercing through the frozen”, e vi ho trovato quelle stesse sensazioni ed emozioni descritte così bene nell’articolo. La loro esistenza rafforza il motivo per cui vale la pena ascoltare musica metal attuale e futura

    "Mi piace"

  • Molto gradevoli, verissimo che in certe parti sembra power metal.

    "Mi piace"

  • Non vorrei dire amenità, ma con questo stile a me vengono in mente anche i nostri compatrioti Stormlord.

    "Mi piace"

Lascia un commento