Dieci cose che (forse) non sapevate su Wolverine Blues

Settembre, si sa, è il mese dei cambiamenti, reali o percepiti. E il settembre del 1993 fu un mese di cambiamenti radicali per la scena death metal. Negli Stati Uniti si continuò ancora per un po’ a cercare di spingere l’asticella dell’abbrutimento sempre più in alto. Un paio di mesi prima i Morbid Angel avevano pubblicato Covenant, il loro lavoro più cruento e maligno di sempre, nonché un successo commerciale ancora robusto. In Europa le spinte verso l’evoluzione erano apparse invece più pressanti, anche per la maggiore prossimità geografica con una scena black metal intenta a prendersi tutto e determinata a spodestare gli alfieri del death dal trono dell’estremo. Tanto valeva muoversi in anticipo e provare a competere in un altro campionato.

Accolti dalle reazioni indignate della frangia dura e pura del pubblico, gli Entombed furono i primi a modificare il loro stile in modo drastico e in chiave più commerciale. Le strutture complesse di Clandestine lasciarono spazio a influenze hard rock, punk e hardcore. Chissà chi fu il primo a coniare il termine death’n’roll. Difficile, però, parlare di nascita di un nuovo genere. Gli epigoni, di fatto, sarebbero stati pochi e di limitate fortune. Molto più dirompente e duraturo sarebbe stato l’impatto di Heartwork, pubblicato un paio di settimane dopo dai Carcass. Ma questa è un’altra storia, che approfondiremo presto. Oggi celebriamo i trent’anni di Wolverine Blues raccontandolo tramite aneddoti e curiosità tratte da interviste con i membri del gruppo e con il boss della Earache, Digby Pearson, nell’auspicio che anche l’appassionato più coriaceo vi trovi qualcosa che non sapeva.

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  1. Il titolo non ha nulla a che fare con l’unghiuto membro degli X-Men ma è ispirato al serial killer al centro di Il Grande Nulla, secondo romanzo della quadrilogia dedicata a Los Angeles dallo scrittore americano James Ellroy. Gli istinti omicidi dell’assassino di omosessuali su cui indaga il vicesceriffo Danny Upshaw vengono paragonati a quelli del ghiottone (in inglese, appunto, wolverine), mustelide carnivoro dal formidabile appetito. 
  2. Nonostante ciò, la Earache firmò un accordo con la Marvel all’insaputa del gruppo per pubblicare un’edizione Usa con il supereroe in copertina, nella speranza di allargare il bacino d’utenza. Tale versione include un fumetto inedito con protagonista Wolverine ed elimina dalla scaletta Out of Hand, il cui furore, non solo anticristiano ma anche antiamericano (To protect and serve a nation under God/ A nation in which no one is free), non sarebbe stato proprio un gran biglietto da visita negli Stati Uniti.
  3. La svolta death’n’roll non fu apprezzata da Beavis & Butthead, che espressero tutto il loro disappunto in un episodio dell’allora celeberrimo cartone animato, dando voce alla delusione di legioni di fan integralisti.
  4. Le chitarre sono accordate in Do, “ovvero un semitono sotto i Black Sabbath”, spiegò il chitarrista Alex Hellid. Il riferimento è allo “Iommi tuning” in Do diesis adottato da Master of Reality a Sabotage.
  5. Come già su Clandestine, il produttore Tomas Skogsberg impose a Lars Rosenberg di suonare senza effetti perché, a suo giudizio, un basso distorto avrebbe smorzato l’impatto delle chitarre invece di rafforzarlo.
  6. Le prime tremila copie dell’edizione inglese contenevano tre estratti da film horror, inseriti senza autorizzazione, che vennero poi rimossi dalle stampe successive per timori di guai con i diritti d’autore. Se ci si può fare una ragione della rinuncia alle intro di Eyemaster e Out of Hand (prelevate rispettivamente da Hellraiser III e La guerra di Strynker), il ritornello di Rotten Soil senza quel Wake up, you little shit, you got company! (da Linea Mortale) non è francamente la stessa cosa.
  7. Il riff di Speedball dei Timoria è preso pari pari da Demon. Ditemi se mi sbaglio.
  8. L’anno sabbatico di Lars Goran Petrov, qua di nuovo dietro il microfono, non fu dovuto a divergenze creative o a frizioni personali con i colleghi ma al periodo di depressione attraversato dall’allora ventenne cantante dopo essere stato lasciato dalla fidanzata.
  9. Dopo Wolverine Blues, nonostante avessero firmato con la Earache per un quarto disco, gli Entombed furono convinti dal loro manager a lasciare la storica etichetta inglese per tentare l’avventura su major. Finì malissimo. Gli obblighi contrattuali furono soddisfatti con un’inutile compilation omonima e To Ride, Shoot Straight and Speak the Truth sarebbe uscito solo quattro anni dopo, uno iato che sarebbe costato al gruppo la carriera o, quantomeno, impedì quel salto nel quale speravano e che si sarebbero meritati. Nel frattempo Rosenberg aveva mollato e il batterista Nicke Andersson, vera mente del gruppo, aveva perso progressivamente interesse per la faccenda, fino a decidere di lasciare per concentrarsi sugli Hellacopters. I membri del gruppo in futuro avrebbero fatto più volte mea culpa, riconoscendo l’addio alla Earache, che aveva fatto un eccellente lavoro di promozione e stretto un accordo con la Columbia per la distribuzione all’estero, come il clamoroso errore che fu.
  10. Nel 2013 i Converge pubblicarono un Ep, Pound for Pound, composto da cinque cover del brano Wolverine Blues, ognuna con un cantante diverso, nell’ordine: Aaron Turner, Jacob Bannon, Kevin Baker, Nate Newton e Tompa. Il gruppo hardcore ha eseguito spesso questo pezzo dal vivo, nel 2012 con un ospite d’eccezione. (Ciccio Russo) 

 

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