Avere vent’anni: AMORPHIS – Am Universum

Michele Romani: Verrò subito al punto. Per me Am Universum è l’ultimo grandissimo disco degli Amorphis, la cui sfiga principale fu l’essere venuto dopo quel capolavoro assoluto di Tuonela, ed è proprio per questo che parliamo di un lavoro per troppo tempo messo in secondo piano all’interno della sterminata discografia della band di Helsinki. Non che i lavori col “nuovo” cantante siano brutti per carità (Silent Waters me lo riascolto sempre con piacere), ma è evidente come gli Amorphis con Tomi Joutsen abbiano trovato una forma stilistica più facilona e un po’ ruffiana atta a cercare il favore del grande pubblico, perdendo però in parte quella voglia di sperimentare tipica degli album del “periodo di mezzo” decantati dalla straordinaria voce di Pasi Koskinen. Perché gli Amorphis fino a questo punto avevano sempre guardato avanti, protagonisti di un’ evoluzione continua che li ha portati dai vagiti death metal del primo disco, passando per quella splendida creatura di Tales from the Thousand Lakes (uno dei 10 dischi che mi porterei in un’ isola deserta), fino agli influssi orientaleggianti di Elegy e la svolta simil pinkfloydiana di Tuonela, con chitarre sempre più liquide e quell’amore per i seventies dei due chitarristi Kouvasari ed Holopainen.

Am Universum, ad un primo ascolto distratto, potrebbe essere catalogato come la naturale continuazione di Tuonela, ed è innegabile come i due album abbiano più di un punto in comune. Ma ci sono comunque delle differenze, a cominciare da ritmiche leggermente più sostenute ed un suono di chitarra più potente e marcato, grazie anche ad una produzione molto più avvolgente rispetto al suo predecessore. Per il resto ci troviamo di fronte alla classiche atmosfere cupe e malinconiche ma allo stesso tempo sognanti tipiche degli Amorphis, e soprattutto ad una serie di brani che ancora una volta (se mai ce ne vosse bisogno) denotano la straordinaria verve compositiva di Esa Holopainen, senza dubbio uno dei songwriter più sottovalutati nell’intero ambito rock/metal. Perché, come ripetuto più volte, gli Amorphis hanno una tremenda difficoltà a scrivere pezzi brutti, e qui sono semplicemente uno più bello dell’altro, dalla traccia di apertura Alone all’incredibile Shatters Within, fino al sassofono di Crimson Wave Grieve Stricken Hart (due pezzi il cui ritornello di trovi a canticchiare da solo come uno scemo) e alla tristezza di Veil of Sin (che ricorda molto la title track di Tuonela).

Questo periodo d’oro degli Amorphis finirà col successivo Far from the Sun, un lavoro sulla falsariga dei due precedenti ma molto meno ispirato, quasi un disco da fare per contratto e che porterà infatti alla fuoriuscita di Pasi Koskinen e l’inizio di una nuova era per i finlandesi. Am Universum resta un lavoro assolutamente da riscoprire, non solo dai fan degli Amorphis ma probabilmente anche dagli Amorphis stessi, dato che da una quindicina d’anni non suonano dal vivo niente né di questo né di Tuonela, forse semplicemente perché Joutsen non è in grado. Un vero peccato.

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L’Azzeccagarbugli: Partiamo da un dato di fatto: gli Amorphis, fino a Tuonela compreso, sono stati uno dei gruppi della vita. Penso che ci siano poche band capaci di tirare fuori dischi come Elegy e Tales from The Thousand Lakes, due pietre miliari del metal scandinavo, ed uscirsene (a testa altissima) con un lavoro come Tuonela, tra Pink Floyd e rock anni ’70. Un disco lontanissimo dal proprio passato, eppur capace di mantenere il mood malinconico che caratterizzava quei dischi.

Am Universum è il punto di rottura definitivo con il passato e, per certi aspetti, lo spartiacque ulteriore nella carriera della band, essendo probabilmente l’ultimo disco davvero riuscito degli Amorphis.

So che questa opinione è abbastanza netta e poco condivisa, sia perché Am Universum è generalmente considerato (a torto) come una brutta copia di Tuonela, sia perché alcuni dischi della recente produzione del gruppo sono molto amati e hanno riscosso un grande successo. E intendiamoci, alcuni pezzi da Eclipse Far From the Sun sono buoni e, nel complesso, Skyforger è un album riuscito, ma per me sono figli di un altro gruppo, che nulla ha che spartire con la band che ho tanto amato nel corso degli anni.

Perché se Am Universum è un disco che sta a distanza siderale da Elegy, spostandosi ancor di più al di là dei confini del metal, diventando quasi un manifesto dell’amore dei finlandesi per un certo rock anni ’70, è pur sempre un album che mantiene, anche solo a livello di “spirito”, quel marchio di fabbrica presente anche nel predecessore. E soprattutto, perché pur non essendo del tutto a fuoco e contenendo qualche passaggio a vuoto, è un disco che contiene alcune delle migliori composizioni degli Amoprhis, a partire da Alone e da quella chitarra gilmouriana che è il migliore biglietto da visita possibile per l’album. Un disco estremamente coeso, ma assolutamente non monotono, valorizzato da una produzione finalmente di livello e che ha la capacità, non indifferente, di stamparsi in testa fin dal primo ascolto, dagli echi doorsiani della splendida Crimson Wave, alle ritmiche serrate di Goddes (of the Sad Man), fino alla struggente conclusione (fin dal titolo) di Grieve Stricken Heart.

Am Universum è un disco sicuramente imperfetto, che ha l’incolpevole difetto di essere il successore di Tuonela e di inserirsi nel contesto di allontanamento dal metal che ha contraddistinto la carriera di molte band (con risultati molto alterni) a cavallo tra la fine dei ’90 e i primi 2000, ma non ha perso un briciolo della sua forza, riuscendo persino a guadagnare qualche punto sulla lunga distanza.

3 commenti

  • All’epoca non mi aveva convinto del tutto, l’ho rivalutato nel corso del tempo. Forse rispetto a Tuonela suona meno immediato e coeso, come se non fossero più molto convinti di dove andare a parare, non lo so. Certo, ai tempi li si poteva anche considerare lavori interlocutori o poco riusciti, data la qualità altissima a cui alcune band ci avevano abituati. Ma ne uscissero ora dischi del genere..

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  • Non mi è mai piaciuto, ma non lo riascolto da almeno 15 anni. Comunque grandissima band

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  • Dopo Elegy, il loro capolavoro, non sono riuscito piu’ a sentire per intero un loro disco.

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