GRAVEYARD – The Sea Grave (War Anthem)
Cthulhu che emerge da un oceano in tempesta con tanto di Maelstrom, pronto a risucchiare il futile mondo degli uomini, così indegni da essersi affidati a falsi déi invece di spaccarsi le ginocchia sui ceci adorando i Grandi Antichi. Quindi, a ben vedere, il sommo sacerdote fa bene a romperci il culo, e fa bene anche nell’affidare il compito di scrivere la colonna sonora dell’imminente apocalisse agli spagnoli Graveyard.
The Sea Grave esce a quattro anni di distanza dal precedente One With The Dead e, chevvelodicoaffare, ne ricalca pari pari le orme: death metal di matrice svedesissima alla Dismember con sprazzi più doomish e atmosferici presi pari pari dagli Incantation (ma va?). Nonostante quindi lo stile sia quanto di più spaventosamente inflazionato ci sia nel panorama attuale, il disco scorre innegabilmente liscio, raggiungendo qua e là picchi di eccellenza come in Blood Of Vengeance e The Nurturing Of The Cadaver. La produzione del platter è ovviamente ridotta all’osso, arricchendo le atmosfere opprimenti costruite dalla band e sposandosi perfettamente con un growl cavernoso al punto giusto intento a tessere le lodi del già citato polipone e della sua allegra combriccola. L’inserimento di alcuni brani strumentali si rivela poi azzeccato, spezzando nei punti giusti la tensione e donando momenti di respiro mai superflui. The Sea Grave è dunque un disco mirato ad un audience ben definita, inquadrata nei fanatici del death metal vecchio stampo, e proprio a costoro sono certo che saprà dedicare momenti di autentica goduria. Sconsigliatissimo invece a chi cerca innovazioni di sorta o anche semplicemente una produzione curata, qui la parola d’ordine è old school. (Luca Bonetta)
Mi piacciono un sacco, anche il precedente non era affatto male…
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Dove c’è Cthulhu c’è casa.
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grazie per il sottotitolo
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Quale onore!
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Bello per carità, old school / no compromise, ecc. Però io davvero non ne posso più dei dischi fotocopia, oltre oceano continuano a perdere tempo con il metalcore attuale o fanno finta che gli Immolation non siano mai esistiti, continuando a copiarne pedissequamente i dischi. In Finlandia pare che ora abbiano scoperto gli Incantation, mentre la Svezia è divisa tra i reazionari (fermi tipo ai Nihilist) e i separatisti, che comunque concludono poco visto che oramai la gloriosa nazione è monopolizzata dalla Comune di hippie che fa capo agli altri Graveyard, che con questi spagnoli non c’entrano niente.
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