Provenienti dalla sempre ottima scuderia Prophecy con un progressive rock sperimentale (con le trombe e tutto il corredo avant-garde) reso interessante da inconsuete tinte dark. L’album non è affatto immediato, soprattutto in quelle parti dichiaratamente di avanguardia, al punto da risultare in alcuni brani ostico anche ad un orecchio abituato alle più svariate stramberie prog settantiane. Orange è un progetto vario e complesso, apparentemente discordante, e merita molta attenzione, sicuramente più di quella che gli sto dedicando. Purtroppo siamo a fine anno e la roba accumulata ancora da ascoltare è tanta. Non merita invece uno skip veloce delle tracce quindi, se non avete troppo tempo e pazienza, andate direttemente all’ultima, Antipole la mia preferita, lunga suite di 14′ nella quale spicca un bellissimo pianoforte e atmosferiche sfumature al limite del darwave. (Charles)