ABORYM – Psychogrotesque (Season Of Mist)
Va riconosciuta agli Aborym di Malfeitor Fabban (ex-Metal Shock) una dimensione internazionale che poche band del nostro paese possono vantare. Non è un caso se sono riusciti ad avere in line-up Attila Csihar e Bard Faust (quest’ultimo tuttora nella band) e loro membri sono finiti a suonare con mostri sacri come Dissection e Unanimated (Set Teitan) . Del resto, già nell’esordio “Kali Yuga Bizarre” non si limitarono a svolgere il compitino e il loro black industrial-melodico mostrava notevole personalità. Nonostante li abbia sempre apprezzati, “Psychogrotesque” mi ha sorpreso in positivo, anche perché il precedente “Generator”, seppur discreto, sembrava mostrare una band che andava perdendo il proprio smalto. Oggi ci troviamo di fronte ad un brano di una cinquantina di minuti diviso in vari movimenti, in cui si fondono black industriale e metal d’avanguardia in un modo veramente notevole. Innanzitutto va detto che l’album mantiene una inquietudine e un senso di macabro che è sorprendente ottenere da una musica così elaborata: la componente avant-schizoide, negli altri dischi comunque di contorno alle sonorità black/industrial, qui prende decisamente il sopravvento sul resto. In ‘Psychogrotesque’ sembrano unirsi quindi alla perfezione due mondi diversi come la vecchia scuola avantgarde-metal a là primi Solefald con la sua irregolarità e schizofrenia (con tutto il contorno di uscite dagli schemi come stacchi di sax, passaggi drum’n’bass e via dicendo) e l’industrial-horror tipico di dischi come ‘Deleted Scenes From the Transition Hospital’ dei The Axis Of Perdition. Il lavoro di sintesi può dirsi riuscito: la follia compositiva non va a sminuire l’atmosfera da thriller-horror malsano che regna, anzi a tratti la esalta, risultato di certo difficile da ottenere. Anche se la band è formalmente ridotta a terzetto per l’uscita di Nysrok e Prime Evil, il disco non sembra risentirne affatto, aiutato da a una girandoli di ospiti (tra cui Davide Tiso e Karyn Crisis) che apportano un ottimo contributo. Insomma, dopo oltre 15 anni dalla formazione gli Aborym hanno saputo rimettersi in gioco e dimostrano di meritare il successo che hanno e le attenzioni di una label in crescita come la Season of Mist. (Fabrizio “Er Doom” Socci)
se a socci piace veramente questo disco vuol dore che i servizi l’hanno drogato ben bene. maledetti, la pagheranno!
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Claustroerotico! Da usare nelle notti equivoche e orgiastriche…let the sabbath begin!!!
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