BLIND GUARDIAN live@Atlantico, Roma – 12.10.2010

Ero convinto che ci fosse il tutto esaurito. Ne ero talmente convinto che mi ero pure dimenticato dell’evento, e giravo tranquillo per Roma pensando a come impegnare la serata con Ciccio, se vedere Survival Of The Dead o meno, ste cose qua. Devo ringraziare il sempre prode ed epico Acey Arioli che all’ora di pranzo mi ha comunicato che c’erano ancora biglietti: a quel punto se non fossi andato a vedere i Blind Guardian che suonavano sarei stato iscritto proprio ufficialmente nel registro delle persone VECCHIE e questo non andava bene. Rispetto allo Shepherd’s Bush di Londra, l’Atlantico –ex Palacisalfa– è molto più grande e capiente, ma è umidissimo e favorisce la formazione di una cappa di calore puzzolente e asfissiante, da stare male. Prevedibile la marea di gente: il palazzetto sarebbe pieno come un uovo ma molti rimangono fuori, pregiudicandosi così un’ottimale visione e ascolto del concerto ma anche preservandosi un po’ la salute e l’apparato olfattivo, diciamo.

Molta gente si è risentita non tanto del fatto che il concerto sia iniziato poco dopo le sette con l’esibizione degli Steelwing, e neanche tanto che gli Enforcer non ci fossero, ma che questi due elementi combinati abbiano portato a fare iniziare i Blind Guardian alle otto di sera. Io sono arrivato dieci minuti prima dell’inizio. L’apertura con Sacred worlds è magnifica. È la seconda volta in due settimane che vedo un loro concerto aprirsi con questo pezzo e ci sta benissimo, è davvero perfetto per iniziare. La canzone stessa è splendida: dopo innumerevoli ascolti è l’unica di At the edge of time che ti viene davvero voglia di riascoltare, l’unica che riporti in vita l’antica magia. Non so se è un caso, ma è anche stata composta e registrata un anno prima di tutte le altre. Se così fosse, magari il problema dell’ultimo potrebbe essere solo questione di approccio compositivo. La scaletta è comunque sempre orientata sui vecchi classici: uguale a quella di Londra, con una canzone in più: senza Traveler in time ma con Bright eyes, Mordred’s song e A past and future secret. Da A night at the opera non era previsto nulla, ma un impedimento tecnico rende impossibile l’esecuzione di Lord of the rings, rimpiazzata sul momento da Punishment Divine

epici e maligni all’epoca di ‘Nightfall in Middle-Earth’

Il suono non è ottimo. L’atmosfera da giungla equatoriale con ascelle di metallari sudati al posto delle palme non favorisce Hansi Kursch, che non ce la fa più proprio, è ufficiale. L’ho visto cantare forse nove volte dal tour di Nightfall in poi; non è stato mai un virtuoso o un grande cantante nel senso stretto del termine, ma dall’incidente all’orecchio ha iniziato a perdere colpi tanto che ormai ha preso pienamente coscienza della situazione, usa tutti i trucchetti e gli stratagemmi ma non ci prova neanche più. Il resto della band è come sempre precisa e puntuale, Ehmke mostra discreta personalità negli ultimissimi pezzi ma lascia praticamente intatte tutte le linee di batteria di Thomen. Andre dà spettacolo, sorride, si diverte, interagisce con le prime file, insomma il solito.

Fuori c’erano dei furgoncini che facevano i panini con la salsiccia, la porchetta, il salame etc, e sono abbastanza sicuro che Hansi Kursch sia andato a rifornirsi abbondantemente prima di suonare. È andata sicuramente così. Sarà andato con i suoi amici teteschi a mangiare alle cinque di pomeriggio un paninazzo con insaccati random e tanta birra, ridendo moltissimo con la bocca piena e divertendosi molto in generale. Poi è salito sul palco, interagendo col pubblico con cose tipo PUONCIORNO ROMA e scatenando in risposta gli inevitabili improperi di Luca Arioli contro la Lazio. Hansi dice sempre che questo è il pubblico migliore del tour, che questa è la città dove loro preferiscono suonare in assoluto perché noi siamo tanto caldi, eccetera. Io sinceramente se fossi un cantante me le eviterei però ste puttanate, perché come si suol dire accà nisciuno è fesso ma soprattutto stai in giro da vent’anni, può capitare che ti si veda più volte in città diverse. Oppure magari lo dice perché ha appena finito di mangiare nella trattoria tipica locale e ogni volta il cibo gli piace talmente tanto che gli fa venire l’entusiasmo, ma questo in fondo lo escluderei perché è incompatibile col fatto che l’abbia detto anche a Londra.

In conclusione chi è di Roma o dintorni e non è venuto, come detto nell’altro report, è una spia o non è figlio di Maria. Questa sera suoneranno a Milano quindi siete ancora in tempo. Un giorno si scioglieranno e sarà molto triste non poter più andare a un concerto dei Blind Guardian. Non c’è molto altro da dire. (barg)

Tracklist:

1-Sacred worlds

2-Welcome to dying

3-Born in a mourning hall

4-Nightfall

5-Fly

6-Time stands still (at the iron hill)

7-Mordred’s song

8-Valhalla

9-A past and future secret

10-This will never end

11-Bright eyes

12-A voice in the dark

13-Mirror mirror

14-Wheel of time

15-The bard’s song (in the forest)

16-Punishment divine

17-Imaginations from the other side

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