Per colpa dei nerd e del consumismo il Diavolo non è più un problema

Nell’epoca della cancel o meglio ancora cancer culture e del politically correct, qualche anno fa, mi sono soffermato a riflettere su una figura che per vent’anni ha lavorato sotto traccia sino a diventare predominante. In giro per il web individuo svariate definizioni di nerd. Una fra queste la copio e la incollo:

“Giovane di modesta prestanza fisica e dall’aspetto insignificante, che compensa la scarsa avvenenza e le frustrazioni che ne derivano con una passione ossessiva e una notevole inclinazione per le nuove tecnologie.” (Oxford Languages)

La più positiva ce la riporta Wikipedia, forse per pararsi il culo in vista di una possibile class action per discriminazione contro la Oxford Languages:

“È un termine della lingua inglese americana con cui viene definito chi ha una certa predisposizione per la tecnologia e le attività che richiedono un certo impegno ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una ridotta propensione alla socializzazione. Il termine è nato come dispregiativo, ma in seguito è stato reclamato in alcuni ambiti per definire una sorta di orgoglio e di identità di gruppo.” (Wikipedia)

123711204-ab6fcf22-978b-4d55-afa9-09cf6223b8ab

Non so se ricordate il film La rivincita dei nerds con Robert Carradine. Uscito nel 1984, narrava l’ascesa della congrega studentesca Lambda Lambda Lambda in seguito al bullismo perpetrato nei loro confronti dai dritti del college.

Non credo che oggi i nerd si siano presi una rivincita. Credo, piuttosto, che a partire dall’uscita de Il signore degli anelli nei cinema il fenomeno un tempo sotterraneo e marginale sia a tutti gli effetti divenuto cultura pop, e che il mondo si sia accorto rapidamente di quanto fruttuosi in termini capitalisti fossero milioni di individui avvezzi al collezionismo di ogni genere di bene costoso, tecnologico e non. Credo che i nerd in sostanza siano destinati a non morire mai: oggi desiderosi della fotocamera di ultimissima generazione, un tempo presi ad accatastare fumetti manga in una cameretta, e prima ancora a costruire il galeone di legno come un Dylan Dog qualunque. C’è sempre un oggetto di mezzo, fateci caso. I nerd oggi sono tante cose diverse, non più un culto sotterraneo che dedica gran parte del quotidiano a cose sotterranee. E portano numeri significativi al prodotto interno lordo. Per questo i nerd non moriranno mai, perché non sono un pacchetto confezionato dai media come la stragrande maggioranza delle rivoluzioni sociali che viviamo e in taluni casi sopportiamo oggi. I nerd non scherzano, pagano e portano a casa. E lì accumulano.

Ora arriviamo al dunque. Fra le cose che i nerd si permettono di infilare nella nassa da pesca ci sono i dischi, il che ci ricollega al mondo metallaro. 

Il metallaro un tempo non era necessariamente un nerd: era additato come tale in quanto ritenuto scomodo per la società. Era comune che fra punk, dark e metallari girasse un sacco di gente che crepava con una pera in un braccio, la stessa gente che, magari, confezionava gli immortali capolavori di cui bramiamo la prima stampa nel 2024. Oggi la società perdona ampiamente le stravaganze dell’heavy metal perché i suoi consumatori sono signori di mezza età che, con atteggiamento da nerd, sputtanano un sacco di soldi. Il Diavolo, in sostanza, improvvisamente non è più un problema per coloro che comandano.

la-rivincita-dei-nerds-v1-533986

Arriviamo ora al mondo interconnesso dei social network, ove siamo comunque scollegati. Sono trascorsi i decenni e mi rendo conto, discorrendo con tanti appartenenti alla categoria, che il metallaro non è più formalmente un metallaro. La fede, l’atteggiamento, il senso di appartenenza e tutte quelle cazzate lì, per cui abbiamo vissuto energicamente un periodo oppure una vita. Oggi il metallaro è in moltissimi casi ostentazione del possesso di oggetti, accumulo di dischi neanche mai ascoltati con attenzione, in formato fisico e non. Ne ho mille, cinquemila, diecimila. È un concetto che comincia a diventare parallelo all’ossessione per i follower. Quanti ne conosci a fondo di quei diecimila dischi?

Fra dischi e merchandising e balletti organizzati nel pit di un concerto (ho visto il pubblico sedersi e vogare, il wall of death e tante altre cose oramai simboliche) il comportamento del metallaro negli anni ha assunto un tono non più individualista, ossia nerd nel senso in cui lo intendevamo un tempo, ma in totale funzione di una comunità social. Nerd e social non dovrebbero andare d’accordo come concetti, eppure sono entrati nella stessa gigantesca ciotola. È il risalto offerto o imposto dal mondo social ad avere trasformato molti metallari, e tante altre figure (tipo coloro che invocano un altro film dell’Universo Marvel, il signore possa fulminarli mentre si siedono al cinema), in tanti nerd usciti allo scoperto perché perfetti consumatori dell’età moderna.

In sostanza la nuova gara a chi ce l’ha più lungo si è spostata dall’automobile fiammante comprata da paparino al diciottenne a una serie di oggettistiche su cui, in totale autonomia, possiamo allungare facilmente i tentacoli non appena mettiamo piede nel mondo del lavoro. E sono certo che l’esistenza degli individui sui social network amplifichi il comportamento nerd nei nerd, che, un tempo, desideravano un qualcosa perché quel qualcosa era la loro vita. Non per esibizionismo, tranne in uno smilzo contesto sociale fatto di pochi simili. (Marco Belardi)

20 commenti

  • Incredibile come il buon Belardi faccia ragionamenti e tiri conclusioni affini alle mie.

    Talvolta mi sento un alieno sul pianeta Terra. Fa piacere sapere che per lo meno c’è una comunità aliena e non sono da solo :D

    "Mi piace"

  • prima ancora del metal, vendetti l’anima al diavolo per una espansione di ram per l’amiga 500, e avrei fatto cose ben peggiori dell’Inner Circle per mettere le zampe su un 4000.

    "Mi piace"

  • Alla fine è sempre tutto consumismo.

    "Mi piace"

  • Da ragazzino (meta anni ’90) ero fissato con manga, giochi di ruolo e libri fantasy (non ho piú nessuno con cui giocare di ruolo, le altre due passioni le ho ancora). Alla fumetteria dove mi incontravo coi miei amici in mezzo al resto troneggiavano poster dei Blind Guardian e dei Cannibal Corpse (questi ultimi non ho mai capito esattamente perché). Non abitando in una grande cittá di concerti ne vedevo ben pichi, l’approfondimento e il successivo approfondimento di nuovi dischi avveniva nella mia stanzetta, in disco per volta, contrariamente a musica piú commerciale che veniva passata in radio e in televisione

    Insomma, nella definizione di nerd mi ci trovavo a meraviglia, ed era cosí che ci si appassionava e si approfondiva il genere, passando poi a mettere le magliette coi teschi che allontanavano ancora di piú il gentil sesso che in ogni caso non mi avrebbe comunque degnato di uno sguardo.

    Insomma nella disamina del Belardi mi ci ritrovo abbastanza.

    "Mi piace"

  • Concordo su tutto.
    Aggiungerei il fatto che la stessa musica metallara, essendo ad appannaggio di vecchi signori di mezza età, ha ceduto, anche nelle cerchie dei giovini, al politically correct.

    Cosa che rende il metallo stesso meno rivoluzionario, contro, fastidioso e si è omologato.
    Quanti membri di band sono ormai costretti a camminare sulle uova per un testo o costretti a chiedere scusa dopo un post mal fatto?

    Io mi ricordo le discussioni per il testo di “One in a Million” dei Guns.
    Oggi li avrebbero defenestrati e non venderebbero più un disco per una roba del genere… Forse anche per molto meno.

    "Mi piace"

  • La società ha accettato i metallari perchè ha scoperto che ci sono degli insospettabili che scrivono cose brutte sui social.Altro che demonio.I collezionisti che si vantano di possedere la prima copia di un disco,probabilmente si riferiscono ad uno acquistato durante gli anni ottanta(ogni tre ne usciva uno bello e non solo nel metal).Il collezionismo compulsivo può essere una forma di rabbia repressa per carenza di qualcosa.Finita la rabbia,finita la musica(citazione Tim Buckley) e i dischi sono meno belli.

    >

    "Mi piace"

  • “stay hungry, stay foolish” diceva il dio dei nerds
    “stay hungry, feel the fire” dicevano altri
    chi li ha ascoltati?

    "Mi piace"

  • Triste ,ma vero.Sembra che gli Illuminati abbiano preso possesso della musica Metal.

    "Mi piace"

  • Io ringrazio il termine nerd per la categoria ” nerdie girl” sui vari siti vm18….

    "Mi piace"

  • Per certi versi ero un nerd pure io. Non ai livelli di disagio dei film americani però insomma…

    Metallaro (anche se purtroppo non avevo ancora scoperto i generi più estremi), giocavo ai gdr (o D&D e G.I.R.S.A. quanti pomeriggi) e alla play.

    In più andavo bene a scuola, piacevo alle mamme delle mie compagne di scuola/amiche ed ero convinto che fosse figo avere una cultura (pensa te che stronzo che ero). Una combo micidiale per scacciare la figa, ma allora mica ero consapevole che scopare fosse poco grim.

    Però col cazzo che il nerd è sdoganato, è solo un target da spremere come un limone. E se ci sono soldi di mezzo tutto diventa massificato, anestetizzato e innocuo. Siamo 35-40enni da pelare vivi. Coi dischi speciali, coi concerti sempre più cari, con sai più quale stronzata in edizione limitata. Ma il nerd non ha vinto manco per il cazzo anche se dicono che siamo di moda o rivalutati

    E no, le ragazzine che si definiscono nerd perché indossano occhiali con la montatura non fanno testo: quelle svuotano sempre le palle al tamarro o al bullo del quartiere

    Piace a 1 persona

  • manuelcolombo

    il metallo però è un’altra cosa. È libertà di fare il cazzo che si vuole. Senza chiedere il permesso, senza pagare dazio alla multinazionale di turno, senza andare in ginocchio a chiedere scusa.

    Che si tengano le stronzate dei nerd anestetizzati.

    Death to false metal. HAIL AND KILL.

    "Mi piace"

  • Essere nerd oggi equivale all avere gusti pop, mentre in passato essere nerd significava avere determinati interessi di nicchia ed essere quindi molto spesso refrattari alla moda popolare del momento e per questo schifati dai normie. Oggi si fà un uso del termine totalmente errato, si vuol far passare per nerd gente fissata con le minchiate pop giapponesi e/o coreane (morissero di dissenteria) e con tutta la merdaccia inutile a tiratura pseudo-limitata di questo mondo. Insomma, si sono reinventati la categoria del nerd per dare un volto nobile al collezionista, il malato di consumismo per eccellenza.

    Piace a 2 people

    • Più che reinventarsi la categoria, hanno capito che c’era un vasto mercato da aggredire.

      Il nerd viveva nelle cose invece che nelle relazioni. Oggi si sta cosizzando (reificando, per quelli studiati) tutto, anche le relazioni. In questo modo possiamo attaccarci un prezzo e “fare business”.

      "Mi piace"

      • In merito al fatto che il nerd vivesse solo nelle “cose” non sono d’accordo, il nerd viveva anche di relazioni nerd, e cioè di relazioni con altri nerd con i quali condivideva la passione smodata per determinate “cose”che non sono/erano popolari ma che non per forza erano merce. Come lo studio delle materie scientifiche ad esempio. Insomma, il nerd in fin dei conti era un impopolare secchione scacciafiga.

        Per il resto sono d’accordo con te.

        "Mi piace"

Lascia un commento