Se avete un cane saprete che sono dei grandi appassionati di merda. Gli piace mangiarla, soprattutto quella di altre specie, rotolarcisi sopra, e i più stronzi si tuffano nelle montagne di letame. Se poi, come me, vivete vicino ai campi e ci passeggiate in mezzo, avrete pure la fortuna di vedere quando spruzzano il concime. Il concime, perlomeno quello di vacca, lo saprete, è merda e piscio insieme. Il non plus ultra della merda. L’odore del concime appena spruzzato è qualcosa di indescrivibile. Per me, che da piccolo impazzivo di gioia quando andavo nella stalla delle mucche della zia di mia madre, profuma anche di infanzia, però vi assicuro che quando c’è il trattore che lo sta spruzzando sulla terra, bello, fresco, marrone, rancido, pestifero, acre, è tutta un’altra storia. Ti resta nelle narici per giorni, per non parlare dei vestiti, dei capelli, del pelo del cane.

Il letame ci mette qualche giorno per essere assorbito completamente dalla terra. In quei giorni il cane è felicissimo. L’odore di merda gli fa aumentare la salivazione. Appena il letame è un po’ secco cercherà di mangiarselo sotto i vostri occhi. Voi potete bestemmiargli dietro finché volete, ma non perderà mai quell’abitudine. E lo vedrete leccarsi i baffi, con lo sguardo di chi sa che non smetterà mai di mangiare la merda. Meglio del concime, per loro, c’è solo la merda di umano. Gli scarti di quello che noi mangiamo sono comunque la cosa più buona che un cane possa mangiare. La mangiano con la voracità di chi è a digiuno da giorni. Non respirano nemmeno. Mandano giù senza masticare, perché sanno che hanno poco tempo prima che voi vi accorgiate di quello che stanno mangiando e gli impedirete di farlo.

Vorrei aver parlato abbastanza di merda, ma devo continuare, mio malgrado.

Il 9.0: Live è la dimostrazione dal vivo di una band che era già andata a farsi benedire da tempo. Una band che è solo un cosplay di quella dell’esordio del 1999. In questo live, registrato in più date di un tour mondiale, suona una band che si sta trasformando in nient’altro che una macchina da soldi. I ragazzi disagiati che hanno composto quell’unico capolavoro omonimo del 1999 si sono curati, e ora sono diventati una normalissima band che porta in giro un bel baraccone, con le fiamme, le maschere, e un paio di individui di troppo che battono le mazze da baseball sui fusti della birra. Due cose mi fanno particolarmente pena di questo disco. La prima è il fatto che i BPM delle canzoni siano tutti troppo bassi. Quando suoni dal vivo, l’effetto che ottieni a suonare ai BPM dello studio di registrazione, o poco di più, è che i pezzi sembreranno più lenti e di conseguenza spompati, soprattutto se suoni un genere energico. La seconda cosa è la voce di Taylor. Inascoltabili quegli IAAAAA con la voce che si strozza in gola e che sembrano venuti fuori da un sample audio di South Park. Il fatto di averlo registrato in più città non aiuta. L’ insieme è un album slegato, inutile, brutto.

La verità è che gli Slipknot mi fanno incazzare perché io li amavo. Sembravano poter diventare la nostra band generazionale. Qualcosa di culturalmente rilevante. Un grosso dito medio in faccia ai puristi del metal che sostenevano che il nu metal fosse solo merda, e non fosse “vero metal”, qualunque cosa volesse dire. Invece avevano ragione proprio i detrattori. (Luca Venturini)