Avere vent’anni: CRYPTOPSY – Once Was Not

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 in Quebec è attivo un movimento separatista che vorrebbe rendere quella regione indipendente dal Canada. Questi sentimenti d’indipendenza hanno ricadute pure sulla scena musicale locale, che nella città di Montreal è particolarmente vivace e affiatata.  Tra le band ce n’è una chiamata Necrosis e Steve, il chitarrista, dopo essersi sbattuto per mesi e mesi è riuscito a portare in città i Suffocation, band di Long Island già con discreto seguito. Ovviamente i suoi Necrosis suonano come band di supporto, e lui è fuori di sé dalla contentezza. Durante il concerto arriva pure la polizia. Il death metal non è ancora socialmente accettato, e tutti quei ragazzini che fanno versi strani nel microfono e suonano quella roba che parla di morte, squartamenti e altre nefandezze mette in allerta gli adulti e le autorità del posto. I Necrosis riescono a incidere pure un disco, ma poi il batterista li lascia. Lo sostituiscono con Flo, un ragazzino un po’ esagitato che però suona bene. Incidono un altro demo e poi decidono di cambiare nome. Si chiamano Gomorra per qualche mese e poi, definitivamente, scelgono Cryptopsy. Lo stile del nuovo batterista è influenzato da quello di Voivod e Pestilence (quindi dal grande Marco Foddis) e la velocità di esecuzione sembra venirgli naturale per via di quel suo carattere sempre un po’ nervoso. Ma non era solo veloce, era anche creativo, sperimentale. Flo non lo sa ancora, ma lui e la sua nuova band sono destinati a fare la Storia del death metal.

Once Was Not è il quinto disco del gruppo e arriva dopo cinque anni dal precedente And Then You’ll Beg, album secondo me molto sottovalutato che, nella mia personale classifica dei loro preferiti, viene dopo solo None so Vile. In Once Was Not c’è il ritorno di Lord Worm alla voce, ma anche l’abbandono del chitarrista Levasseur. I Cryptopsy scelgono quindi di andare avanti con la sola chitarra di Auburn e di riproporre un suono che da più parti è stato definito come un “ritorno alle origini”. Certo, dopo le contorsioni e le sperimentazioni tecniche di And Then You’ll Beg un disco come Once Was Not suona nettamente più semplice e senza i cosidetti fronzoli, ma, per quanto mi riguarda, il ritorno alle origini è solo apparente, perché ormai i Cryptopsy nel 2005 hanno imparato il mestiere, lo fanno bene, anzi benissimo, ma manca la spontaneità giovanile di cui Blasphemy Made Flesh e None so Vile sono pregni. E va bene così. Qui si chiude la prima parte della loro carriera, che continuerà in seguito con la cantonata deathcore demenziale di The Unspoken King e il ritorno al death metal, con in mezzo altri cambi di formazione che per un po’ destabilizzeranno la creatività del gruppo. Almeno fino a quest’anno. (Luca Venturini)

Un commento

  • Avatar di Andrew Lisi

    Bellissimo, lo comprai in cd appena uscito assieme alla relativa t-shirt. Avevo 19 anni.
    Mi piacque molto per l’estetica rinnovata, e per la poetica marcia del ritrovato (e poi ahimé, di nuovo perso) Lord Worm.
    Certo, la sua voce non era più quella dei primi dischi, ma per me i Cryptopsy continuano a essere solo quelli con lui.

    "Mi piace"

Lascia un commento