È uscito un nuovo singolo degli Eihwar e la colpa non è tutta del carro di buoi

Qui su Metal Skunk denunciamo le sconfitte del carro di buoi almeno dal 2011 e l’ultima volta l’abbiamo fatto anche molto di recente in occasione dell’ultimo album dei Castle Rat. È una dinamica le cui colpe sono condivise: anche se con le ultime generazioni le percentuali sembrano essersi riequilibrate – ed è sempre più evidente a chiunque frequenti i concerti – noi metallari rappresentiamo un pubblico non solo principalmente maschile, ma anche generalmente abbastanza sfigato e boccalone; come dare torto a una donna o a un gruppo di donne che cerca di sfruttare questo aspetto a suo favore? Certo, quando i contenuti per così dire estetici superano quelli musicali si prova un certo fastidio – d’altra parte, il fatto che al microfono di Ponte del Diavolo e Messa, giusto per citarne due, ci siano due donne non mi sembra sia mai stata una questione che ha infastidito nessuno. Tuttavia, personalmente non mi sento neanche di farne una colpa alla Jill Janus di turno (pace all’anima sua) – che poi la ex coniglietta non era neanche una delle peggiori dal punto di vista musicale e scontava soltanto una certa banalità della proposta.

Io da parte mia ho invece cercato di dare il mio supporto alla causa del carro di buoi in occasione dell’ingresso degli Eihwar nel roster della Season of Mist – che si ricollega neanche troppo indirettamente all’altra mia “battaglia” contro i gruppi mediterranei che suonano viking metal. Anche qui, nulla di male: semplicemente una proposta musicale tutto sommato accettabile e ascoltabile che probabilmente sarebbe passata inosservata altrimenti. Gli Eihwar, che erano stati presentati come un misterioso duo viking francese e di cui avevamo immediatamente scoperto l’identità in quell’articolo, ora tornano con un nuovo mirabolante singolo intitolato Hugrheim – qualunque cosa significhi.

Musicalmente non cambia pressoché nulla dai vecchi singoli e da Viking War Trance, il primo album pubblicato proprio sotto l’etichetta loro connazionale. Dato che prima li avevo definiti come i Wardruna remixati dai primi Rammstein dopo una nottata passata in un club di Berlino, per totale onestà intellettuale si può dire che il duo ha ridotto la componente elettronica a favore di una resa leggermente più analogica. Per il resto il video si svolge come tutti gli altri loro video: la copertina vede la nostra Asrunn, alias di Alice Saturne Mezzasalma, nella stessa posa plastica di ogni altro materiale grafico indipendentemente da quale alter ego impersona (riprendete il precedente articolo linkato più sopra per un po’ di esempi). La cantante balla poi come un’ossessa una danza ipnotica che, bisogna essere oggettivi, rende complicato distogliere lo sguardo e oltrepassare quei cinque secondi in cui la scena è tutta per lei. Lo scenario deve essere sempre qualche bosco montuoso francese del Massiccio centrale o dei Pirenei.

Sempre nel precedente articolo avevo fatto un paragone con Liberato nel modo in cui è stata scoperta la vera identità degli artisti in questione e a questo punto mi viene spontaneo farne un altro. Saprete che Liberato, almeno il primo, è una delle mie fisse – sui social verrebbe chiamato guilty pleasure probabilmente – tanto che sono andato anche a vedere il suo film al cinema con la mia ragazza. Nel film, non credo di fare spoiler che diano fastidio a nessuno qui, non viene ovviamente svelata in via ufficiale la sua identità; ma, alternando spezzoni di tour e scene animate, si traccia la storia dall’artista sconosciuto che era quando utilizzava il suo nome – senza mai dire chi è – fino al momento in cui si inventò il personaggio mascherato di Liberato, insieme alla sua narrazione estetica e simbolica (il 9 maggio) e allo storytelling dietro ai suoi video, ottenendo così il successo tanto agognato.

Con Hugrheim gli Eihwar sembrano voler fare più o meno la stessa cosa, ovvero raccontare una storia, quella di una bambina scelta da Odino, che poi sarebbe la stessa Asrunn. Nulla di comparabile alla qualità dei video del primo Liberato – quello che ancora non usava l’IA – così come al bacino di utenza e alla capacità di spesa. Di recente mi è uscita anche qualche sponsorizzazione su Instagram di qualche vecchio singolo di Saturne & Valfeu, l’altro progetto musicale del misterioso duo viking che i due avranno fatto in concomitanza, suppongo per provare a travasare un po’ di notorietà da una parte all’altra. Probabilmente, nonostante lo standing, come si dice oggi negli annunci di lavoro per non essere discriminatori, di Alice Mezzasalma sia lo stesso, a prescindere dal personaggio che interpreta, quest’altro progetto, che va avanti anche da più tempo, non è calcolato da molte persone – per non dire che non se lo fila nessuno. Forse quindi non basta il proverbiale pelo; il segreto è il teschio di un animale in testa. (Edoardo)

5 commenti

  • Avatar di Old Roger

    Più che i gruppi mediterranei che suonano Viking ( in fin dei conti quelli di noi , nati sopra al Po’ , frutto di qualche stupro celtico/longobardo lo sono) personalmente mi da fastidio , questo sistematico massacro a livello filologico , questi e non solo questi, sono convinti chè mettersi un bucranio , pittarsi di nero , indossare qualche pelle e gorgogliare frasi incomprensibili battendo su un tamburello sia fare musica Vikinga ( purtroppo mi sa ,che la serie ha fatto molti danni) e sia che la topa fa fare cose incredibili: tipo comprare di cui non ti frega niente…

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    • Avatar di trainspotting

      Celti e longobardi non erano vichinghi. Paradossalmente i normanni stavano nel Sud Italia

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      • Avatar di Old Roger

        Lungi da me associare celti e longobardi ai vikinghi !! Al massimo gli ultimi due condividevamo lo stesso pantheon religioso. Riguardo ai normanni , mai visto tante belle figliole bionde naturali come in Sicilia…. volevo dire capisco la fascinazione per gli scandinavi ma facendo uno sforzo in più. Molto hanno parlato di Vlad Tepes per esempio ma in Italia abbiamo avuto gente come Romano d’Ezzelino o Giovanni dalle bande nere che sarebbero ottimi spunti per brani metal

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  • Avatar di mark

    vabbè adesso aspettiamo i vichinghi molisani, albanesi, nigeriani, valdostani. Ma anche basta con ‘sti cazzo di vichinghi !

    Oh, comunque è uscito il nuovo Igorrr, l’ultima volta che ne avete parlato avete scritto un capolavoro. Aspettiamo fiduciosi una nuova recensione al plutonio.

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  • Avatar di Ameelus

    Sul discorso viking mediterraneo dico solo Gjallarhorn.
    E che Nordheim ha fatto 20 anni a giugno.
    E mi fermo qui.

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